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FRATTA DI CANEVA (PN) - Sono circa le 12.00 di una domenica primaverile. La prima domenica primaverile. Gli Avvocati Pordenone sono reduci dalla sconfitta patita contro il Fiaschetti nell’ultima giornata del campionato amatoriale. E si sa: per farsi passare la malinconia di una partita storta non c’è nulla di meglio di un pranzo in agriturismo, tanto per rinsaldare il gruppo. Dopo un primo giro di “pippe” al chiosco del campo, rispondono presenti in 8: Tirelli, Cornacchia, Brovedani, Iodice, Rumiel, Cesaratto, Bellotto e il rientrante Diego Da Ros, gran mogol dell’agriturismo locale. Una rapida consultazione dell’agenda, qualche telefonata, e verso le 12.45 Roccia Da Ros conduce il gruppo di impavidi verso il “Cortivo Pancotto”, in località Fratta di Caneva (posto davvero splendido!!!). E’ qui che si consuma, inaspettata, la tragedia della stupidità umana. I due Matteo della compagnia, Cornix e Brovedinho, verso le 14.00, praticamente al termine di un pranzo luculliano, si assentano dalla tavolata per una innocente fumatina. Giunti in cortile raccolgono il desiderio di un bambino di fare due tiri al pallone (per la precisione: Cornix bada il bimbo, Brovedinho
intrattiene la mamma…). Ignari di quanto stia per accadere, accompagnano l’infante in un campetto di calcetto, adiacente al locale, proprio sotto al campanile del paese (il classico campetto da oratorio all’ombra de’ cipressi…). Là si presenta, dinnanzi ai loro occhi, una scena che i due mai avrebbero voluto vedere: cinque sedicenni, tutti a petto nudo, intenti a palleggiare in mezzo al campetto. Basta uno sguardo, un rapido cenno d’intesa, e i due Matteo sono di nuovo nel locale, a capotavola, pronti a lanciare il guanto della sfida:
“Signori, ora vogliamo sapere quanti di voi hanno i coglioni!!!”. Mattia Tirelli, per non saper né leggere né scrivere, abbandona il gruppo e fugge a Sacile indebitato fino alle mutande. Rumiel, reduce da una notte brava, imita il compianto prof. Cervenca e si accascia sul tavolo con tanto di craniata al piatto dei fagioli. Diego Da Ros avverte il pericolo, e mette le mani avanti
“Sono sposato. Ho un ginocchio rotto. Sono pieno. Ho mangiato troppo. Devo tornare a Sacile”. Ignari, ma impavidi, rispondono presente in tre: Iodice, Bellotto e un grandissimo Cesaratto.
“Bene – illustrano i due Matteo
– giusto in cinque. Noi, che abbiamo i coglioni, adesso andiamo là fuori e, se siamo uomini veri, sfidiamo i ragazzini a calcetto!!!”. Altro giro di grappe per resettare l’ultimo briciolo di lucidità, e parte il primo messaggio a Toni Pollini. Ecco il testo:
“Abbiamo prolungato la giornata. Dietro la chiesa di fratta di caneva ci sono 5 ragazzini che attendono avversari. Ci riteniamo autorizzati”. La risposta del Presidentissimo non ammette esitazioni all’impresa:
“SOLO UN TEMPO!”. Altro giro di grappe e via, a procurar battaglia. L’ingrato compito di andare a parlamentare con i ragazzini (che nel frattempo sono più che raddoppiati) è affidato a Cornix, il più lanciato (e ubriaco) di tutti. Il volatile punta a colpire i giovinastri sul tasto della dignità:
“Ragazzi, credete di riuscire a battere una squadra di vecchietti ubriachi? Il più giovane di noi ha 36 anni e siamo reduci da una partita di calcio e dal cappone “in tecia” di Pancotto: che dite? Pensate di farcela?”.
“Vi stracciamo!” è l’inequivocabile risposta dei baldi giovani, che fra il divertito e l’incredulo accettano il guanto di sfida. Giusto il tempo per recuperare auto e borse da gioco a Fiaschetti, gli Avvocati Pordenone si
ripresentano a Fratta con questa formazione: Brovedani in porta (con guanti di Cornacchia e scarpe di Rumiel), Iodice (petto nudo e pantaloni della tuta avvocati), Bellotto (con calzoncini di Brovedani, calzettoni rammendati di Brovedani e scarpe da ginnastica riesumate dall’84), Cesaratto (maglietta nera degli avvocati e pantaloni della tuta, sempre degli
avvocati) e Cornacchia (improbabili scarpe verde shokking e
maglietta gialla prestata da uno dei ragazzini con impressa la scritta “Calcio Godega”). Lo schieramento iniziale prevede un 2-2, con Bellotto e Iodice dietro, Cornacchia e Cesaratto davanti. Dopo un rapido consulto via SMS con Toni Pollini si propende per un più guardingo 3-1, con Cesaratto spostato sulla linea difensiva e Cornacchia da solo in avanti. Fuori dal campo rimangono Diego Da Ros, che continua a ripetere
“No ghe credo, no ghe credo”, e Rumiel, che nonostante la botta di sonno non abbandona i compagni e si addormenta sul volante del suo “urban cruiser” dietro la porta difesa da Brovedinho. L’inizio del match è subito veemente. Dopo qualche schermaglia iniziale, Iodice serve lo sgusciante Cornix che brucia sul tempo il suo marcatore e infila al volo sul primo palo: 1 a 0. Non passa molto, e i tamarri (pardon, volevo dire ramarri) raddoppiano: è Bellotto a sfruttare un affondo dei suoi e a concludere di prepotenza. I sedicenni iniziano a capire che la cosa si fa dura. Qualcuno sussurra:
“Non si passa: è un muro!”. E infatti i tre dietro non lasciano passare nemmeno un filo d’erba, con Brovedinho che dimostra grande sicurezza nelle rare volte in cui viene chiamato in causa. E’ forse l’eccessiva sicurezza che induce il portiere naoniano a tentare la sortita palla la piede, puntualmente punita dai giovinastri: 1 a 2. Partita riaperta? Ma che: ci pensa Iodice, che con un imprevisto cambio tattico spedisce Cornix in difesa (sulla destra) e si appropria del centrattacco. E alla prima occasione punisce: 3 a 1. A questo punto la partita sembra incanalata sul binario giusto, ma i giovani frattesi (o come cazzo si dice…) sono abili ad approfittare di un vistoso calo dei legali (complici la stanchezza, il caldo, il
merlot, il cappone, lo spezzatino di castrato, le birre del dopopartita, le grappe, il caffè, l’ammazza caffè e, soprattutto, l’anagrafe) e dal 1 a 3 si portano addirittura in vantaggio: 4 a 3. Il carisma di Iodice si fa sentire:
“Oh ragazzi, passi quella col Fiaschetti, ma questa partita non voglio perderla! Non facciamo cazzate”; a ruota lo segue Bellotto:
“Cornix, la fascia destra è tua. Se prendiamo gol da là ti stacco i testicoli”. Meno convinto Cesaratto:
“Ragazzi, sto morendo…”. Ancora Iodice, in un pomeriggio di grazia, porta gli avvocati sul pareggio: 4 a 4 e accordo per il golden gol. E' qui che l’assurda bravata di una domenica pomeriggio diviene epopea, con un miracolo di Brovedani che si supera su un uno-contro-uno. Il pericolo scampato ringalluzzisce i nostri, che ricominciano a tessere trame interessanti, fino al capolavoro del Re Mida Iodice, che bagnato dal fluido magico (leggasi Merlot) risolve una caparbia azione personale con un diagonale imparabile: 5 a 4!!!
I ragazzini, increduli, se ne vanno con le pive nel sacco (poi si saprà che fra gli 8 cambi a disposizione vi erano anche 2 maggiorenni!!!), mentre per gli avvocati la gloria assume le sembianze di ripetuti boccali di birra gelata nel bar del paese. Il prestigioso trofeo della "Cappone Cup" prende così posto nella bacheca dei ramarri... Affidiamo a Samuel Beckett il commento finale per questa assurda, ma al contempo straordinaria, partita:
“Nasciamo tutti quanti matti. Qualcuno lo rimane”.
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LE PAGELLE
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BROVEDANI. Si complica la vita da solo sul primo gol. Qualche responsabilità anche sul tiro che ha portato al terzo gol: non sembrava irresistibile. Ma escluse queste due sbavature la sua prestazione è impeccabile: il capolavoro finale, sul risultato di 4 a 4, lancia i ramarri verso la vittoria.
VOTO: 8
CESARATTO. Forse è quello più in difficoltà sul campo da calcetto. Ma come al solito non si risparmia e ringhia su ogni pallone nonostante la stanchezza. Un mastino in fase difensiva, lascia di stucco i giovani avversari in più di un’occasione. VOTO: 7,5
BELLOTTO. Si piazza nel cuore della difesa e fra un colpo di malta e l’altro di cazzuola erge un muro pressoché invalicabile. Chiama i suoi compagni di reparto e li dirige con sapiente sagacia tattica. Quando serve, poi, si riversa in avanti e mette la sua firma sulla vittoria segnando il secondo gol. VOTO: 8,5
CORNACCHIA. Non ci mette molto a carburare, anche perché è l’unico che, in mattinata, non ha dovuto correre. Segna il primo gol (di pregevole fattura), mette le sue zampette nelle azioni che contano (compreso un tacco al volo fuori di un soffio). Più in difficoltà quando deve difendere, si fa comunque guidare dalla regia di Bellotto. VOTO: 8
IODICE. Monumentale. A metà partita capisce di “avere il fluido” in corpo, dirotta Cornix sulla fascia e si piazza al centro dell’attacco dove inizia a fare a sportellate con tutto e tutti. Attrae un’infinità di palloni manco fosse una calamita, e sigla una tripletta alla Toni (quello dei bei tempi). VOTO: 9
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