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martedì 31 maggio 2011

AVVOCUP - La finale vista da... Bassano! (di Marco Santarcangelo)

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Marco Santarcangelo (Bassano): "AVVOCUP 2011 AL SUO EPILOGO: E’ VICENZA A SOLLEVARE LA COPPA. BASSANO VICE CAMPIONE".
E così si chiude anche la sesta edizione dell’Avvocup e Bassano ha stavolta davvero sfiorato il colpaccio! Se all’inizio del torneo qualcuno avesse scommesso un Euro su Bassano finalista forse non ci sarebbero state puntate, ma quando sono iniziate le partite lo Jus Sport si è scoperta squadra bella, tenace e ben equilibrata. Di match in match aumentava la consapevolezza nei propri mezzi finché si è ritrovata prima nel suo girone con tutte vittorie e solo un pareggio (quello nel primo incontro con Venezia). Quando poi è scoppiata la “bomba” (Padova eliminata!) allora è davvero maturata la consapevolezza che forse questa era la volta buona. Magari era l’anno giusto per lo Jus Sport e sì, forse si poteva per la prima volta alzare la coppa! Questa consapevolezza è forse stata anche la condanna dei giallorossi perché ha scoperto un nervo dolente all’interno del bel gruppo di Bassano: la paura di vincere! Già dalla semifinale con Bergamo infatti si è notato che la fluidità di gioco che aveva sempre contraddistinto le manovre dello Jus Sport è venuta a mancare; senza nulla togliere al valore degli amici di Bergamo (che invece dalla loro hanno dimostrato di saper lottare fino alla fine e lo si è visto anche nella finale terzo-quarto posto…) già in quell’occasione, seppur giocando tra le mura amiche dello Stadio di Travettore, Bassano ha sofferto ed ha rischiato con la lotteria dei rigori. Per fortuna la semifinale è stata archiviata con una bella festa, ma tutti sapevano che poteva finire diversamente! Giunti quindi alla finale con Vicenza in un derby inedito per il primo posto, non si poteva certamente negare che lo Jus Sport ci credeva. La partita si poteva vincere e sarebbe stato un coronamento perfetto per un percorso golfistico praticamente senza handicap. La storia invece è stata diversa… Ha vinto Vicenza e non ha rubato nulla. Una finale a dire il vero avrebbe meritato ben altra intensità ed emozioni mentre le occasioni da gol sono state davvero poche, da una parte e dall’altra, mentre il gioco è risultato frammentario e spesso inconcludente, da una parte ed anche dall’altra. Ne è uscita una partita “bloccata” con Bassano in preda ai suoi timori e Vicenza più attendista, ma anche più concreta. La cronaca poco ha da raccontare e chi scrive ne ha poca voglia. Basta dire che il pareggio alla fine dei tempi regolamentari è risultato giusto e che i rigori hanno punito lo Jus Sport. Delusione? Tanta. I ragazzi (de na volta) avrebbero davvero voluto regalare questa gioia al Presidente che se la meritava per tutto l’impegno e la fatica profusi in questa manifestazione per tutti questi anni. Trasferte in autobus, abbigliamento dedicato, organizzazione terzo tempo, presenza costante di molti giocatori e panchina lunga in tutte le gare non sono cose che cadono dal cielo. C’è sempre qualcuno che si occupa di trovare sponsor, di chiamare a raccolta tutte le “pecorelle” del gregge in occasione delle partite. Il “segreto” di questa squadra è questo: grande (in tutti i sensi) gruppo e massima considerazione e rispetto per tutti gli impegni e con tutti gli avversari. Bassano è un Foro piccolo e se su sei edizioni ha raggiunto due finali deve esserne orgogliosa e ringraziare soprattutto il suo Presidente Nereo Merlo. Alla fine della partita avevano ragione i vicentini molto “simpaticamente” a cantare: “volevate vincere, l’avete presa nel c…!”. Sì, Bassano voleva vincere e non c’è niente di male in questo: fino a prova contraria è lo scopo del gioco! Lo Jus Sport ha perso ai rigori, ma esce vincitore morale di questa edizione senza aver mai perso con nessuna squadra. Ci riproverai l’anno prossimo Bassano e, sempre e comunque, FORZA JUS SPORT!
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lunedì 30 maggio 2011

FINALI AVVOCUP - Bergamo Lex sul podio...

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Finale 3°/4°
BERGAMO - TREVISO 7-6 d.r. (3-3)
(brugnaro [tv], regazzoni [bg], casagrande [tv], regazzoni [bg], rillo [bg] rig., conselvan [tv])
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Luca Cerullo (Bergamo): “La Bergamo Lex, alla sua quinta Avvocup, conquista meritatamente il 3° posto in classica superando Treviso ai rigori: dopo il secondo posto in un Campionato Nazionale Forense negli anni ’80, si tratta del miglior risultato di sempre. Il percorso di avvicinamento alla finale per il 3°-4° posto, tuttavia, non è stato dei più agevoli per i Bergamaschi. Lotte intestine ed estemporanei raptus di follia hanno rischiato di minare la coesione del gruppo, tenuto unito dallo spirito indomito di Sua Eminenza Mazzariol, il terrore dei rigoristi del Triveneto. E così, nonostante la prematura morte calcistica di alcuni (Gelmini e Manzoni), gli infortuni di altri(Guarino, Scudeller, Fattorini), gli impegni mondani di Pizzoccheri, la partecipazione alle nozze reali di Fachinetti e Cagnazzino, i doveri nascenti dalla patria potestà di Zesi, lo studio matto e disperato di Longobardi, i doveri coniugali di Baruffi, la Bergamo Lex è riuscita a far scendere in campo 11 giocatori. I Leoni di Padova sono: Mazzariol, Birolini, Bonomi, Furlanetto, Galatti (difesa), Di Dio, Rillo, Colombo, Cerullo(centrocampo), Cagnazzone, Regazzoni (attacco). Mister Rillo decide di spostare Colombo in mezzo al campo e retrocedere Furlanetto al centro della difesa, ma la manovra orobica nei primi minuti di gioco è poco fluida e Treviso subito ne approfitta. Al 5’ del primo tempo passa in vantaggio con un’azione fulminea in contropiede: una palla in profondità sulla fascia destra scavalca centrocampo e difesa consentendo ad un avanti trevigiano di trafiggere Mazzariol. La Bergamo Lex, seppur scossa, reagisce ed inizia a macinare gioco in ogni settore del campo. Bonomi, coadiuvato da Furlanetto, è PADRONE della difesa. Il primo distrugge il gioco avversario e costruisce gioco con uguale maestria; il secondo guida i movimenti difensivi ed imposta il gioco. Sulle fasce, a destra Birolini ricorda, per chioma e movenze, il miglior Attilio Lombardo; a sinistra Galatti, nel ruolo inedito di terzino, si ispira all’ Amedeo Carboni del periodo Valenciano e regala scampoli di classe ad una fascia sinistra solitamente più operaia e muscolare. A centrocampo Cerullo, esterno alto di sinistra, si trattiene in attesa di dare il meglio di sé nel secondo tempo. Sulla destra Di Dio si produce nella sua miglior prestazione di sempre: contrasta, corre ed ispira le azioni di gioco più pericolose. In mezzo al campo Rillo dispensa classe e predica il bel gioco, mentre Colombo intimidisce gli avversari con la sua possanza. In avanti Cagnazzone coadiuva al meglio un Regazzoni in forma regale. E' proprio grazie a quest’ultimo che, al 20’ del primo tempo, la Bergamo Lex pareggia i conti con Treviso finalizzando un’azione costruita da Rillo Di Dio e Luca Cagnazzo: passaggio in profondità e tiro di regazzoni, ad incrociare sul palo lungo, per il momentaneo pareggio. Sull’1-1 Bergamo continua a premere sull’acceleratore e, con un’azione fotocopia, sempre con Regazzoni coglie il palo alla destra del portiere. La corsa di Bergamo si arresta però quando Treviso la costringe ad una sosta improvvisa approfittando di una maldestra respinta: un centrocampista trevigiano raccoglie palla al limite e, con un tiro al volo sospinto dal vento, supera Mazzariol. Il primo tempo si chiude sul 2-1 per Treviso, ma il finale del match è ancora tutto da scrivere. Inizia la seconda frazione di gioco ed è un monologo orobico. Bergamo rivoluzione in corsa il propria sistema di gioco. Furlanetto raggiunge Rillo a centrocampo, mentre Colombo affianca Bonomi in difesa abbandonanod le velleità di fuorigioco . La difesa scende a compromessi con il gioco a uomo, ma il il centrocampo si concede al calcio spettacolo. Con tutte le pedine al posto giusto, e due registi da oscar in mezzo al campo, la Bergamo Lex diventa inarrestabile. Con la sapiente regia del duo Rillo – Furlanetto, finalmente anche la fascia sinistra prende vita. Cavallo Pazzo, ispirato dal Furla, si produce in devastanti allunghi che fiaccano la resistenza trevigiana. Dalla parte opposta Birolini e Di Dio sono sempre nel vivo dell’azione. Colombo e Bonomi ricordano Stam e Nesta: stessa potenza(il primo), eguale classe(il secondo). Regazzoni fa letteralmente impazzire la retroguardia Trevigiana ed al 5’ minuto del secondo tempo segna il gol del 2-2, trasformando un pregevole assist di Luca Cagnazzo. Sul 2-2- Bergamo coglie una traversa con Rillo, spreca ancora un paio di occasioni con Luca Cagnazzo e Regazzoni, ma nulla concede agli avversari. Verso il 15’ minuti del secondo tempo, Rillo entra nell’area trevigiana, con una finta in stile carioca elude l’intervento di due difensori avversari, ma mentre sta per caricare il tiro a rete viene atterrato impietosamente: è rigore. Lui stesso si incarica di batterlo e, con consueta freddezza, lo realizza spiazzando il portiere. Al 20’ del secondo tempo Bergamo concede a Treviso il cambio volante, per permettere ad un difensore infortunatosi di essere sostituito. Poco dopo Alberto Galatti è costretto ad abbandonare il campo dopo uno scontro di gioco con il n. 8 di Treviso. La squadra avversaria non ne approfitta,anzi, ristabilisce la parità numerica facendo accomodare in panchina un proprio giocatore. La lealtà di Treviso non passa inosservata agli occhi della dea Bendata, che, a due minuti dal termine, impone il pareggio: dopo un’azione convulsa al limite dell’area orobica, una palla senza troppe pretese filtra fra una selva di gambe e si insacca alla destra di Mazzariol. E’ di nuovo parità e si va ai rigori, ossia la specialità di sua eminenza Super Mazza. Per Bergamo si incaricano della battuta Rillo, Di Dio, Cagnazzone, Colombo, Regazzoni. A questo punto i ricordi del cronista sfumano e, a causa della tensione, diventano inconsistenti. Mi limiterò perciò a dire che, dopo due clamorosi errori di Bergamo, Super Mazza, superando se stesso, ha parato ben tre rigori a Treviso. La partita si è chiusa così sul 6-5 per Bergamo: un risultato giusto e meritato, per una squadra con le palle!
PAGELLE
Mazzariol: i rigori sono la sua specialità, lui è il principale artefice di questo 3° posto per quanto fatto in campo e fuori, voto 9
Birolini: ha la chioma di Attilio Lombardo, ma la sua forza non sta nei capelli, è nel carattere, voto 8+
Colombo: in campo o in difesa poco cambia, lui è sempre una sicurezza, voto 8,5
Galatti: libero alla Baresi, terzino alla Amedeo Carboni, centrocampista alla Zvone Boban, è lui il jolly della Bergamo Lex, voto 8,5
Bonomi: è il PADRONE assoluto della zona difensiva centrale, devastante nei contrasti e dotato di ottima tecnica, voto 8/9;
Cerullo: grande stagione per cavallo pazzo, Gareth Bale ha un gemello e vive a Bergamo, voto 8,5.
Rillo: genio e sregolatezza, estro ed imprevedibilità, così è se vi piace, prendere o lasciare, voto 9.
Furla: l’assistente alla regia non sbaglia un’inquadratura, con lui in campo lo spettacolo è assicurato, voto 9.
Di Dio: ultima prestazione da incorniciare, dai suoi piedi sono passate alcune delle azioni più pericolose, voto 8,5.
Regazzoni: per “Il Rega” è inutile spendere altre parole, grazie a lui la squadra ha saputo sopperire alla mancanza di Bomber Scudo, voto 9
Cagnazzone: una partita finalmente ad alto livello per Cagnazzone,condita da un pregevole assist e da molte azioni pericolose, voto 8,5”. .
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Aurelio Munari (Treviso): “Questi i marcatori dei tempi regolamentari: Brugnaro, Casagrande Pierluigi, Conselvan. Quanto ai rigori ne abbiamo segnati 3 su 6, loro 4 su 6. Partita equilibrata ed aperta, nel primo tempo al gol di Brugnaro rispondeva Bergamo, quindi ripassavamo in vantaggio con un gran gol del nostro grande presidente Casagrande, classe 1959!! Nel secondo tempo pareggiava ed allungava Bergamo, ma Juris non mollava e caparbiamente cercava e piazzava il pareggio con il bomber Conselvan. Lotteria dei rigori che sembrava inizialmente favorire Treviso, che però sprecava il match ball e veniva punita al primo turno ad oltranza. Poi tutti alla cena finale a rifarsi delle aspettative che in casa trevigiana erano sicuramente diverse. Ma ci rifaremo l'anno prossimo!!!”.
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Finale 5°/6°/7°
PADOVA – VENEZIA 1-0 (rondello)
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PADOVA – RIMINI 3-0 (tamburino, pezzolo, rondello)
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VENEZIA – RIMINI 0-0

Marco Cappellari (Padova): “Per le finali dell'Avvocup 2011, abbiamo giocato un mini torneo a tre con Venezia e Rimini. Partite di 35 minuti, assolutamente rilassate nei toni, che abbiamo vinto entrambe: 1 a 0 con Venezia, rete di Rondello, e per tre a zero con Rimini, reti di Tamburrino, Pezzolo e Rondello. In pratica siamo arrivati quinti pur non avendo mai perso e pur avendo subito un solo gol, alla prima giornata da Rimini. Roba da matti! Comunque, onore al merito a chi di noi ha giocato con Vicenza, ma se c'era la squadra di sabato, con ogni probabilità sarebbe finita in maniera molto differente. Pazienza, sarà per la prossima volta”. Federico Cavagna (Rimini): “Riminesi rimaneggiati, fiacchi e da spiaggia…”. .
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Finale 8°/9°
BRESCIA - MANTOVA 5-1
(tironi [mn], soldà [bs], abate [bs], abate [bs], casati [bs], soldà [bs]) .
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Giulio Soldà (Brescia): "Brescia - Mantova 5 a 1. Primo tempo equilibrato, va avanti la squadra del tortello e pareggia quella del casoncello con Soldà. Nel secondo tempo dilagano le rondinelle con due gol di Abate, una clamorosa serpentina di Fabinho Casati e chiusura di Soldà. Campo bello, squadre rimaneggiate, ma impegno encomiabile. Sarà per l'anno prossimo".
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Gaetano Alaia (Mantova): “Sulla finale posso dirti poco. Se non che mi sono fatto 430 km in moto senza soste per arrivare in tempo per la finale 8-9 posto con Brescia (ero all'Isola d'Elba). Posso dirti anche che abbiamo perso 5 a 1, dopo essere passati in vantaggio e che abbiamo perso per i soliti ammutinamenti in campo che portano inevitabilmente a svarioni difensivi. Per noi ha segnato Francesco Tironi”.
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VENEZIA FOOTBALL LAWYERS: LE PAGELLE STAGIONALI (di Nicolò Bonifacio)
GUIDONI: questa volta preferisce una sdraio ai pali per la sua tintarella, ma rimane sempre una certezza: conferma la propria presenza ancor prima di ricevere le “mail – convocazioni” ed è così disponibile da conferire il pulmino anche se si giocasse a Murano. Il momento più duro per lui è l'allenamento dei portieri. Voto 10. San Bernardo.
GALLI: per tutta la stagione si gioca le sue chances per il posto in mezzo ai pali, sui suoi infortuni incombe l'ombra di Momo (proteggiamolo!). Sfortunatamente deve dare forfait per le ultime partite. Voto 10. Beffato.
SFORZA: La sua stagione è senz'altro positiva, desta enorme perplessità in tutti noi quando accomoda la bellissima fidanzata in panchina affianco a quel predatore del mister Secchi. Se può ancora programmare le vacanze in dolce compagnia deve ringraziare i suoi compagni di squadra. Voto 10. Fortunato.
BIANCHI: è un vero esempio in campo e fuori, infatti contravviene alle indicazioni dell’allenatore facendosi pizzicare dopo una lunga serie di "vinelli" la sera prima della finale (massima stima), gioca senza palesare i segni della notte brava. Voto 10. Sommelier.
ROMOR: elemento imprescindibile della formazione veneziana. L’esperienza c’è e si vede, infatti contrariamente a quanto fa l’ingenuo Martino spedisce la bellissima fidanzata il più lontano possibile dalle grinfie del mister Secchi, la sua lungimiranza però gli costa un pomeriggio di shopping. Voto 10 e lode. Astuto.
TASCA: probabilmente partecipa a tutti i tornei del triveneto in discipline differenti, inesauribile motorino di fascia, si dice che Usain Bolt abbia il suo poster in camera. Fatica a seguire le indicazioni di un ancora euforico Bianchi (per questo giustificato). Voto 10. Inesauribile.
ZANCHI: ha le chiavi della difesa, ma va in montagna dimenticandosi di chiudere e Venezia prende un gol evitabile. Speriamo solo che la prossima partita non ci dica: "...sono appena tornato...", scimmiottando un noto spot televisivo. Voto 10. Vacanziero.
DANESIN: sostituire Niero è compito difficile per il nuovo acquisto veneziano che svolge il suo compito egregiamente e senza alcun timore reverenziale. Più che promosso per la prossima stagione. Voto 10. Risorsa.
BAESSO: Chiamato a dare protezione alla difesa, "fa legna in tutte e due le partite". Ha qualche dubbio sulla tenuta della rete laterale, così, per tutelare la salute della squadra, la prova in prima persona (n.d.r. la rete tiene!). Voto 10. Boateng.
GHEDIN: corre e si produce in pregevoli lampi di genio che smarcano i compagni in posizioni pericolose, non va mai in riserva infatti la bontà dei suoi polmoni gli permettono di dare indicazioni tecnico tattiche e non mancare mai nell’azione veneziana. Poggi spinge per un suo arruolamento nei campi estivi. Voto 10. Urlatore.
CASERTANO: rivelazione della stagione, dimostra presenza e idee chiare e concrete sull'assetto e le strategie della squadra, rimane il nome più caldo per il dopo Secchi, lo spogliatoio lo vede nella veste di allenatore/giocatore. Voto 10. Antonio Conte.
GIANNI: duttile esterno sinistro/destro emula Maicon, sfiorando il gol del pareggio. La sua stagione termina con questo monito: "Fulvio, bravo, ma cambia gli scarpini!" cit. Secchi. Si insinua il dubbio su quale sia il vero nome dell’esterno lidense... Voto 10. Mistero.
FAMELI: l’unico ruolo che gli manca di ricoprire è quello del portiere, ma teme troppo la competizione, non troppo sana, di Momo (vedi Galli). Fornisce i riferimenti sbagliati al nostro regista, per questo si consiglia un estate con Poggi e Ghedin ai campi estivi. Voto 10. Scolaro.
RIGO: la sua stagione ha sicuramente una media alta, macchiata solo dalle “Greco pagelle”. Rimane sotto indagine per quella questione di bagarinaggio dei voti, ma la "rosea" gli attribuisce una notevole base d’asta per il prossimo fantacalcio. Voto 10. Fantagiocatore.
CAGNIN: con lui in campo l’11 di Secchi aveva certamente un’arma in più. Scompare sfortunatamente nella seconda parte del torneo mettendo in difficoltà la dirigenza e il suo avvocato procuratore (n.d.r. Pusateri); per questo la pratica forense non è compiuta. Voto 10. Praticante.
PUSATERI: Venezia cala l’asso e si gioca il bomber sardo nella finale. Da giocatore di esperienza qual è si mostra subito a suo agio. Peccato che manchi la sua firma! è la frase pronunciata da Simone Cagnin con il libretto della pratica non ancora vidimato. Voto 10. Dominus.
CIMINO: si cala completamente nei panni del calciatore: si fa cacciare a Trieste, arriva in ritardo agli allenamenti ed esibisce autovetture sgargianti il giorno della finale. Dice di essere anche munito di Velina, ma nessuno può provarne l’esistenza. Voto 10. Gullo.
ROSSI (PRESIDENTE): ispiratore e “padre” della gloriosa formazione veneziana merita un plauso per l’impegno e la passione dimostrata. Detto questo, non scambia uno straccio di gagliardetto con gli avversari, si affida ad una guida tecnica abile, sì, ma solo per il terzo tempo, e intasa le caselle postali dei suoi giocatori. Voto 10 e lode. "Spam".
ROSSI (GIOCATORE): tanta classe, qualità e anche generosità quando fà l'assist per il gol di Padova. Ha già la mente al prossimo campionato. Infatti anche lui parteciperà al “camp” di Poggi con specialità rigori. Voto 10. Esausto.
LO SCALZO: onesto “operaio” di fascia, non si risparmia quando si tratta di macinare chilometri. Mai parco di consigli, funge da collante con la fascia più giovane dello spogliatoio. Impeccabile anche nel terzo tempo. Voto 10. Gentleman.
FUMAROLA: non può venire alla finale essendo ancora latitante dalla partita di Bergamo, la domanda di grazia è ancora ferma sul tavolo del capitan Bianchi, speriamo che per il prossimo anno le cose si sistemino. Voto 10. Esiliato.
NIERO: di lui si è detto molto soprattutto sul piano del gioco, pedina inamovibile della mediana veneziana, si fa sentire in campo, ma spesso si defila nel terzo tempo. Consigliati week end con il trio delle meraviglie Bianchi-Greco-Secchi. Voto 10. Taciturno.
GRECO: spesso infortunato, non ha l’occasione di incidere come vorrebbe. Dopo le contestatissime pagelle di Pordenone e il rischio del linciaggio è rientrato a pieno titolo tra le razze protette. Voto 10 (WWF).
MARCON: quando c’è si sente, ma le poche apparizioni non permettono una valutazione completa. Lo aspettiamo per la prossima stagione. S.V. Rimandato.
GAMBA: fagocitato dagli impegni extra-torneo non fornisce elementi sufficienti per una valutazione completa, rimane oggetto misterioso. Urge colloquio con la dirigenza. S.V. (U.F.O.).
PEA: in una stagione che lo vede protagonista e onnipresente, diserta la finale per un corso d'aggiornamento! Basiti sulla necessità del giovane avvocato di aggiornarsi preferiamo pensarla così: “tira più un pel di... che un carro di buoi”! Voto 10. Secchione.
SECCHI: affranto a fine torneo, è ormai certo di dover lasciare la panchina al suo successore. Ciò che ha pesato per il suo esonero è l’ignoranza sui nomi dei giocatori. È in fase di elaborazione un libro sui suoi aforismi che sarà utilizzato anche a Coverciano. Attendiamo con ansia la meta del ritiro pre-stagione 2011/12. Voto 10. Poeta.
BONIFACIO (n.d.P.): il Paolo Ziliani degli avvocati neroverdi si rivela tra le sorprese più gradite. Le sue temute pagelle lasciano il segno come e più dei suoi ormai celebri interventi in scivolata. Partito in sordina, il Presidente si augura però di non vederlo quest’estate anche al “camp” di Poggi magari mentre sta per tirare un rigore... Voto 10. Controcampista. .

domenica 29 maggio 2011

FINALE AVVOCUP - "Vicenza Campione!!!" (di Pippomartinidettopippomartini)

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VICENZA - BASSANO 4-2 d.r. (0-0)
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Campioni. Non c'è molto altro da dire. Contro i pronostici, conto la logica, contro gli infortuni, contro il buon senso, contro i vari campionati che ci sottraggono giocatori in momenti chiave, contromano, contrordine e contraccettivi. Abbiamo vinto. Punto. Una squadra riunitasi come tutti gli anni con le consuete modalità quantomeno raffazzonate (e-mail con scarso appeal e riscontro, passaparola quasi massonico, suppliche e ricatti dei componenti a colleghi/amici di cui conoscevano o immaginavano le doti), un esordio esaltante contro Trieste che poi, dopo due sconfitte in fila, veniva tacciato di essere stato illusorio.
Poi l'impresa, quel Pordenone-Vicenza 1-2 in undici contati, col tesseramento di Beccaro pochi giorni prima della partita (leggenda vuole durante l'orario aperitivo, tanto che c'era chi dubitava fosse tutto uno scherzo e che non si sarebbe mai presentato al campo) che ci permette di arrivare al numero minimo e col solo Mago in panca - in veste di giocatore di movimento ma in realtà tutt'altro che pronto in caso di bisogno. Una sfida vinta con due prodezze balistiche di Martini e Novello e, forse, l'unica botta di culo dell'anno, quel rigore sparato a lato dei neroverdi in pieno recupero.
Dopo quella memorabile giornata, la certezza della qualificazione dà serenità alla squadra, che contro Treviso assedia gli avversari per 70 minuti ma non trova il gol e viene condannata al 4° posto, che vuol dire lo spauracchio più temuto: Padova. Nel suo fortino del quartiere Guizza. Ai quarti di finale. Come l'anno scorso. Padova. I Pentacampeones (nel nostro caso, gli Omniacampeones...).
Una partita bruttina, caratterizzata da un caldo africano e da pochissime palle gol, che come l'anno scorso si decide solo ai rigori. Fabio Dal Santo, IL PORTIERONE, finalmente a disposizione da inizio stagione, ne para 3 su 7; Cusinato, la new entry, con glaciale sicurezza spiazza il portiere padovano ed è semifinale a Treviso.
Semifinale della quale si è detto e scritto già molto, un primo tempo praticamente perfetto e una crisi di crescita che ci ha fatto quasi sprecare un vantaggio di 3 gol ed un uomo. Quasi, per l'appunto. Ma quel 3-2 ci ha regalato il biglietto per quella finale di Avvocup che negli anni precedenti era stata solo sognata (e magari guardata).
Una finale che nasce subito sotto una stella tutt'altro che fortunata, con gli imminenti play out che ci sottraggono Cesco Rizzato, l'uomo delle accelerazioni offensive e delle staffilate sotto rete. Rispetto alla semifinale, però, c'è il ritorno di Carta ed il recupero, almeno per uno spezzone di partita, di Christian Nsundi, altro elemento in grado di velocizzare l'azione e alzare i giri di tutta la squadra. Per il resto, la formazione è quella di Treviso, col più classico dei 4-4-2: Fabio Dal Santo; Tiso-Ivan Dal Santo-Carta-Martini; Muscolino-Balasso-Coltro-Cusinato; Struzziero-Cera. A disposizione di mister Gherardo Ghirini ci sono Magaraggia, Massimo Rizzato, Beccaro, Edoardo Ghirini, Nsundi e Pelliccione. L'inizio è di studio, col n. 11 bassanese tra i più temuti ma ben limitato dalla coppia Carta-Martini e con Cusinato che cerca sempre la verticalizzazione verso le punte, che però non trovano lo spunto vincente. La prima emozione è una punizione di Struzz, che aggira la barriera e, complice il vento, a momenti beffa il portiere bassanese con un effetto maligno. Poi, dal nulla, capovolgimento di fronte e un tiro apparentemente destinato ben sopra la traversa si abbassa e spolvera la traversa biancorossa. Il fatto non spaventa lo Jus Vicenza, che con Cera si trova in un paio di occasioni in condizione di tirare pericolosamente, ma il nostro primo bomber stagionale non trova lo spiraglio giusto. A fine primo tempo, i punti dicono di una supremazia del Vicenza purtroppo non concretizzata. Nella ripresa, nessun cambio di giocatori per mister Ghirini, ma gli undici in campo... cambiano mentalità, provando con ben maggiore convinzione a sbloccare la partita: Struzziero, Cusinato e Martini sparano da fuori ma senza precisione. Dopo dieci minuti, Mr. Ghirini inizia i cambi: Pelliccione per Cera e, dopo altri 10, Nsundi per Balasso. L'obiettivo è chiaro: vincere prima dei rigori, benevoli contro Padova ma pur sempre la proverbiale lotteria. Anche perché, si sa, spesso chi avrebbe meritato di più sul campo, poi ai rigori... L'iniezione di forze fresche genera altre occasioni, con Pelliccia che prima prova in proprio e poi assiste alla perfezione Struzz che, con stacco molto simile a quello del gol di Treviso, incorna, ma stavolta trova la paratissima del portiere bassanese. Dopo essersi resa pericolosa solo una volta nella ripresa (parata di Dal Santo su destro preciso ma comunque lento), nel finale arriva anche la miglior occasione per i giallorossi: lancio lungo che scavalca la linea difensiva verso la punta che, pressata dal disperato ritorno di Martini, incrocia bene, ma fortunatamente tiene troppo alta la mira e il tiro si spegne sopra la traversa. Pochi istanti dopo, arriva il triplice fischio che significa calci di rigore. Parte a battere Vicenza, col gol di Carta, e lì inzia il Dal Santo Show: il primo tiro bassanese è del n. 11, che la mette letteralmente a fil di palo, ma il tiro non è violentissimo e permette al nostro portierone di allungare tutti i 2 metri e 40 di apertura alare e respingere il tiro. Siamo già in vantaggio. Il secondo rigore è di Muscolino che "si dirige sul dischetto e tira con la stessa calma mia quando vado a prendere il prosciutto al supermercato (cit.)" e segna, imitato dal collega di Bassano. E' comunque 2-1. E' la volta del Pelliccia, la cui voglia di riscattare un'Avvocup a suo dire inferiore alle sue possibilità lo spinge ad angolare troppo il tiro: traversa piena, con palla che ritorna quasi a centrocampo come quella di Di Biagio a Francia '98. La parità è dietro l'angolo, ma, nuovamente, Dal Santo ipnotizza il terzo rigorista bassanese, si lancia sulla sua sinistra e respinge. Ancora 2-1. Il quarto rigore tocca a Cusinato, già autore del rigore decisivo nel quarto contro Padova. E come allora non c'è problema. Gol. Come anche per Bassano: 3-2. Sul dischetto per il quinto si presenta quindi Struzziero, un professore in materia di tiri dal dischetto, avendo segnato contro Padova sia l'anno scorso (uno dei pochissimi) sia quest'anno. Proprio per questo, però, si teme la beffa, soprattutto quando Andrea parte e non spiazza, come sua consuetudine, il portiere, ma il suo rasoterra è secco e potente e supera l'estremo avversario. Gioco-partita-incontro-torneo.
La fine del monopolio di Padova era già stata sancita, ora la stessa mano che aveva compiuto il golpe ha completato l'impresa e si è appuntato sul petto la coccarda: AVVOCAMPIONI 2011. Che la festa abbia inizio (sugli accadimenti di Montegrotto, meglio soprassedere... facebook ne darà una sufficiente testimonianza ...).
Comunque, e qui giuro di non essere retorico, questa è stata davvero la vittoria DI TUTTI:
- di Fabio Dal Santo, ultimo di una schiera di 11-12 (ma forse più, i conteggi nella serata di Montegrotto paiono comunque da verificare) guardiani della porta dello Jus Vicenza, decisivo nelle sfide ai rigori come chi lo conosce prevedeva, ma ancor prima capace di dare sicurezza ed indicazioni a tutta la squadra durante i canonici 70 minuti;
- di una difesa in cui ha giganteggiato IL CAPITANO, Ricky Carta, perfetto su ogni tipo di centravanti avversario e con ogni compagno di reparto, che fosse Balasso, Beccaro o Ivan Dal Santo (il cui impatto nelle partite decisive è stato semplicemente devastante), preciso nei rilanci e sempre pronto a supportare i compagni in difficoltà;
- dei terzini Tiso e Martini, che hanno garantito copertura e spinta in ogni partita, oltre a sfatare il falso mito che i terzini arrivano sul fondo e crossano: questi due picchiano e basta... anche e soprattutto visto che quasi tutti gli avversari attaccavano con lo schema palla dal terzino al mediano o alla punta che lancia l'ala, che costringeva i numeri 2 e 3 biancorossi spesso a dover gestire un 1 contro 2;
- di un centrocampo che, col ritorno alla salute del Pavo e l'avanzamento della torre Balasso, ha trovato la quadratura perfetta del cerchio che ha liberato sulle fasce la tecnica e la creatività di Cusinato e Muscolino;
- del reparto d'attacco, probabilmente allettante anche per squadre di categoria, Struzziero-Cesco Rizzato, che col loro senso del gol e la loro rapidità hanno spesso tolto le castagne dal fuoco ai biancorossi ma anche dei validissimi Pelliccione, Novello e Cera, tutti comunque andati in gol (e gol spesso pesanti) nel corso della coppa, a dimostrazione che quando chiamati in causa hanno dato il loro contributo;
- di chi purtroppo ha giocato meno, per ragioni fisiche (Magaraggia, Nsundi), tattiche (Osti, Max Rizzato, Manfredini, Edo), anagrafiche (Gherardo) o regolamentari (Chiesa, maledetto limite dei praticanti; Aleardo, purtroppo si può schierare solo un portiere), ma comunque quando è stato chiamato a scendere in campo ha dato tutto;
- di chi non ha giocato affatto: Gigi Ponso (per colpa della casa), Battista Galvan (per colpa del matrimonio), Roberto Rigoni (per colpa di non si sa cosa);
- di chi ha seguito da fuori le gesta di questa "armata Brancaleone" (soprattutto se confrontata con squadre iscritte ai vari campionati csi o abituate ad almeno un ritrovo settimanale per affiatare il gruppo e perfezionare gli schemi), come LO STRATEGA Gherardo Ghirini, IL MOTIVATORE Mike "Mago" Magaraggia, il fotoreporter ufficiale Domenico Rigo e alla sua aiutante e morosa Chiara Anzolin, la mitica Barbara, quasi commovente nelle titaniche trasfertone da sola per ammirare il suo Balasso...
A tutti questi che ho citato, ma anche a chi, colpevolmente ma involontariamente, sto dimenticando, non posso che dire GRAZIE, SIAMO STATI TUTTI FANTASTICI !!!!!!!!!!!!!!
di Pippomartinidettopippomartini
Il commento del mister: quando ho visto che siamo arrivati al campo, mentre Bassano già cambiato si scaldava, in 6 alle 5 meno 10, i restanti fra le 5 e le 5.20, Novello e Ale che arrivavano anche senza giocare, e il capitano che urlava per far fare un minimo di riscaldamento, ho pensato: riconosco la mia squadra, è fatta.
E ora, posso appendere la lavagnetta (che non ho) al chiodo.
Ciao
Gherardo
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TORNEO BENEFICIENZA - A Forcate ultima apparizione "italiana" dei ramarri (di Matteo Cornacchia)

FORCATE (PN) - A poco più di una settimana dall’ELF Cup, i ramarri forensi concludono il loro ciclo di partite di avvicinamento all’evento irlandese partecipando al quadrangolare di Forcate organizzato dalla sezione Avis di Rorai Grande.

Mr. Pollini ha avuto ottime indicazioni dai suoi ragazzi che, con una grande prova di maturità, sono riusciti a non farsi condizionare dalle differenti cifre tecniche messe in campo dalle tre contendenti giocando praticamente con la stessa intensità tutte e tre le mini-partite. E così, mentre le altre squadre davano vita a incontri dai risultati altalenanti, gli uomini di Pollini, con una regolarità disarmante, hanno chiuso il torneo con un triplice 2 a 0. Probabilmente condizionati dallo spirito benefico della manifestazione, organizzata sotto il patrocinio dei “donatori”, i naoniani hanno però pensato di “donare” le tre vittorie agli avversari ma, come detto, sempre con il medesimo risultato. Come dire: va bene la beneficienza, ma a tutti e in parti uguali!

Al motto “l’importante è non farsi male”, Mr. Pollini ha potuto contare su 11 effettivi, che sono stati spremuti come agrumi di Sicilia in una torrida giornata di sole. Per porre rimedio alle numerose defezioni dell’ultima ora, si sono ritrovati una maglia da titolare gli intramontabili Tauro e Ragogna oltre all’entusiasta Volatile, finalmente liberato dalla sua gabbietta di rigore e lasciato svolazzare in lungo e in largo sull’amata fascia sinistra. Fra le note più liete della giornata si segnala il ritorno del Koala, rimasto lontano dai pali neroverdi per diverse settimane dopo l’infortunio patito a Lestans.

Ora la testa è davvero tutta a Dublino: la preparazione si concluderà in terra italiana con gli ultimi due allenamenti di rifinitura (martedì e venerdì), poi sarà già tempo di bagagli e documenti.

venerdì 27 maggio 2011

TORNEO DI SAN QUIRINO - Archiviato il torneo con la terza sconfitta in tre gare

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SAN QUIRINO (PN) - Con la sconfitta contro il Fontanafredda Due, va in archivio il Torneo di calcio a undici di San Quirino. Si trattava dell'ultima performance agonistica ufficiale prima della partenza per la terra d'Irlanda, dove i ramarri saranno chiamati a vivere lo storico appuntamento dei Campionati Europei Forensi. La gara non ha offerto significativi sussulti emotivi, grazie anche all'immediato doppio vantaggio del Fontanafredda con due dei più classici "tiri della domenica", per la gioia del rientrante Leo "Tiracca" Da Ros. Prima del riposo Marcuz aveva accorciato le distanze con una pregevole conclusione di sinistro dal limite dell'area. Nella rpresa, dopo la terza marcatura degli avversari con un piazzato dal limite (poco dopo sciuperanno anche un penalty), c'è stato modo di veder andare a segno il bomber Tatanka che ha approfittato con freddezza di una indecisione del portiere, raccendendo per un attimo le speranze di pareggio dei ramarri. Prima della chiusura però un generoso regalo della retroguardia naoniana fissava definitivamente il punteggio sul 4-2. Poi tutti sotto la doccia, con la testa già a Dublino...
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martedì 24 maggio 2011

LIETO EVENTO - Olivier ed Irene annunciano l'arrivo di...

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EMMAAAAAAAA!!!!!!!!!!
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TORNEO SAN QUIRINO - Ramarri belli e perdenti nella sfida contro i Vigili del Fuoco

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SAN QUIRINO (PN) – I canarini e la Cornacchia di Pollini non hanno dunque preso il volo e sono rimasti diligentemente nella loro gabbietta, fedeli alle consegne impartite dal padre padrone: con la sconfitta di ieri sera, infatti, sono riusciti a centrare con una gara d’anticipo l’obiettivo del mancato passaggio alle semifinali, per la gioia (?) del loro condottiero. L'impresa, va detto, non appariva proibitiva... In una serata torrida da luglio inoltrato, i ramarri, rinvigoriti per l’occasione del Torneo dagli innesti degli amici Basso, Brancaccio e Marcuz, sono scesi in campo con un modulo sperimentale, per quanto non del tutto nuovo: 4-4-2, con la difesa schierata in linea. L’intento era quello di tentare nuove soluzioni e, soprattutto, di divertirsi; alla fine, purtroppo, dopo molte ombre e poche luci, chi si è divertito di più sono stati gli avversari che nel primo tempo sono andati in rete due volte ed hanno sfiorato la segnatura in almeno altre due occasioni (bravo il volatile a dire di no). I naoniani hanno esibito nell’arco dell’intera gara un possesso palla pressoché costante (con le proporzioni siamo intorno all’80%-20%!), cercando sempre di costruire gioco con fraseggi prolungati a centrocampo, ma senza creare delle vere occasioni da rete nonostante l’indiscutibile qualità dei giocatori messi in campo. Le cose sono un po’ migliorate nella ripresa nel corso della quale è giunto il più che meritato punto della bandiera, al culmine di una pregevolissima combinazione Del Bianco-Celano-Martini: percussione centrale con un paio di immancabili dribbling del medunese e apertura sulla sinistra per Tatanka che crossa di prima intenzione sul secondo palo dove accorre prontamente il giovane puntero che appoggia in rete con un piatto destro al volo. Ora non resta che l’ultimo appuntamento ufficiale con la gara di giovedì prossimo contro il Fontanafredda Due (quarta sfida dell’anno!), dopo di che solo un paio di allenamenti separeranno i neroverdi dall’attesissima partenza per Dublino…
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venerdì 20 maggio 2011

OBIETTIVO DUBLINO - Il dettaglio e l'eleganza: "Grazie Toni!" (di Matteo Cornacchia)

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MARON DI BRUGNERA (PN) - Caro Toni, con la presente voglio ringraziarti nuovamente per le splendide mute da portiere che hai appositamente fatto confezionare per me in vista della trasferta di Dublino. Sono davvero fantastiche, sia per i colori (quella rosa, in particolare, è un gioiellino), sia per il taglio (taglia L elasticizzata, sembra fatta su misura per me). Era da tempo che speravo di poter indossare un completo con maglia e pantaloncino dello stesso colore, come già usavano Fabrizio Lorieri ai tempi del Torino (in rosso con inserti bianchi) e Mario Paradisi ai tempi del Como in serie A (verde, sempre con inserto bianco). Ora anch’io ho due completi di colori diversi!!! Come sai, il completo non sarebbe completo senza i calzettoni. Qui si pone un piccolo problema perché le due nuove mute sono sprovviste del “terzo articolo”, per cui, onde evitare di dover giocare in infradito, propongo un rimedio. Preso atto della difficoltà di trovare in commercio calzettoni da calcio color rosa o color oro, eviterei il nero. Come giustamente mi hai fatto notare, e come confermato dal resto della squadra, gli inserti neri della maglia e del pantaloncino chiamerebbero il nero (Sarci dice che calzino chiama cravatta, ma gli abiti da uomo e le mute da calcio sono cose assai diverse!). In realtà non è così: nella storia dell’abbigliamento del portiere di calcio (di cui sono grande esperto), il completo ha da sempre una ferrea legge stilistica: se il calzettone non è dello stesso colore di maglia e pantaloncini, allora va rigorosamente in bianco (indipendentemente dagli inserti). Certo, anche le moda-portieri ha avuto i suoi momenti di rottura, specie con Campos del Messico o il francese Janot, ma io sono per il classico, come credo di averti dimostrato con la mia predilezione per il completo nero senza inserti. Ho tuttavia pensato che le due mute che mi hai donato sono “celebrative”, create ad hoc per un’occasione importante (l’Europeo in Irlanda!!!). Ho dunque pensato di adeguarmi e ti propongo anche il calzino (il calzettone non l’ho trovato) celebrativo. Come mostrano inequivocabilmente le foto, la soluzione con il trifoglio, la pinta di birra e la scritta “legless in Ireland”, può essere un giusto compromesso per presentarmi più che dignitosamente al cospetto degli attaccanti avversari. Vorrei sapere cosa ne pensi. Ancora grazie – anche da parte di mia moglie – e a prestissimo.
Tuo, volatile.

giovedì 19 maggio 2011

TORNEO SAN QUIRINO – Ramarri sconfitti contro Muzzati, ma la testa è a Dublino…

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SAN QUIRINO (PN) – Con i neroverdi che hanno oramai da qualche tempo il cervello letteralmente immerso nel verde d’Irlanda (meno di tre settimane alla partenza per Dublino!), i propositi di questo Torneo sono stati messi subito in chiaro da Mister Pollini: 1) mantenersi in allenamento (senza infortunarsi); 2) divertirsi (possibilmente); 3) evitare nel modo più assoluto il passaggio del turno che comporterebbe due ulteriori ed inopportune fatiche (semifinale e finale). Brevi ma illuminanti le disposizioni sulla formazione da schierare in campo: «Tu e tu in panchina… ehm… dietro i soliti tre… in mezzo… beh, fate voi, arrangiatevi!». I naoniani, ieri in versione “canarini”, hanno recepito le consegne e, con una agevole sconfitta per 2 a 0 (un gol per tempo), hanno già messo una seria ipoteca sull’obiettivo numero 3 (basterà non commettere sciocchezze nella prossima gara). Anche il primo intento, ad onor del vero, è stato effettivamente onorato, mentre per quanto riguarda il secondo, beh, diciamo che in rappresentanza della squadra si è sacrificato il buon Cornacchia. Super prestazione la sua, con un campionario di svolazzi davvero spettacolari, uscite, tuffi e palloni smanacciati dagli incroci. Mc Cornix (questo il nome di battaglia per la trasferta dublinese) si è dunque molto divertito ed è parso davvero in ottima forma, come testimonia anche la pantagruelica porzione di wurstel alla griglia calati nello stomaco nel dopo-gara. Prima dell’inizio della partita si è avuta una gustosa anteprima legata ai preparativi per la grande trasferta: le nuove borse da calcio “mignon” (formato “bagaglio a mano”) e soprattutto le due scintillanti mute del portiere, rispettivamente completo rosa e color oro!!! Cornacchia, “lo stilista tra i pali”, letteralmente in visibilio…
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AVVOCUP - Vicenza compie l'impresa: vittoria a Treviso e finale conquistata!

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TREVISO - VICENZA 2-3 (rizzato [vi], rizzato [vi] rig., struzziero [vi], conselvan [tv], brugnaro [tv] rig.)
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Aurelio Munari (Treviso): "Vicenza si guadagna la finale battendo a Treviso 3 a 2 una Juris dai due volti: primo tempo in affanno sia per il grande pressing vicentino in difesa ed a metà campo che non ci permetteva di ragionare e fare il nostro gioco sia per qualche disattenzione difensiva sulle ripartenze ospiti, affanno che è costato 3 gol (tra cui un rigore) nei primi 25 minuti!!!. Ma non era finita: inizio di ripresa shok con l'espulsione di Boscato dopo neppure un minuto dalla sua entrata in campo; quindi avevamo di fronte solo 34 minuti da affrontare in 10 contro 11!! Certo un po' aiutava il ricordo di qualche anno fa in cui Juris, proprio a vicenza, seppe rimontare nel secondo tempo da 4 a 0 fino al 4 a 4 finale, ma bisognava essere inguaribili ottimisti. Invece un po' alla volta la partita ha cambiato inerzia, forse Vicenza ha pensato di aver già vinto, sicuramente noi abbiamo giocato meglio ed abbiamo cominciato a gestire di più il pallone, e trascinati da Conselvan che prima infila il 3 a 1 e poi causa un fallo in area per il rigore del 3 a 2 di Brugnaro, con ancora una decina di minuti da giocare, ritrovavamo coraggio. Il Vicenza non stava a guardare e anche nel secondo tempo aveva alcune ghiotte occasioni per chiudere la partita ma le sprecava o venivano neutralizzate dal nostro portiere: questo faceva aleggiare i fantasmi di una incredibile "remuntada" e moltiplicava le forze (oramai scarse) degli uomini di Juris che purtroppo si spegnevano, come le nostre illusioni, sull'ultima nettissima occasione capitata sulla testa del nostro "Garrincha" Malagugini, sventata dal portiere vicentino. Un vero peccato, ma contro una squadra esperta e quadrata come Vicenza non puoi regalare nulla, nè occasioni, nè uomini in più, pertanto la reazione del secondo tempo è stata ancor più degna di nota e fonte di orgoglio oltre che, ovviamente, di recriminazioni, ma questo è il calcio".
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lunedì 16 maggio 2011

AVVOCUP - Nella prima semifinale Bassano passa ai rigori

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BASSANO - BERGAMO 5-3 d.r. (2-2)
(rebecchi [ba], di benedetto [ba], furlanetto [bg], manzoni [bg])
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Luca Cerullo (Bergamo): “Al Travettore si impone la legge del contrappasso”.
“Gli orobici si presentano al Travettore a ranghi ridotti, con soli 12 giocatori disponibili, di cui due a mezzo servizio: Cerullo (costola lussata) e Fattorini (affaticamento muscolare). Ancora indisponibile Bomber Scudo, comunque in costante contatto telefonico con la squadra. Assenti, oltre a Galatti, Di Dio, Zesi, Longobardi, Guarino, Bonomi, anche Rillo, impegnato in udienza a Nuoro (!) ed Andrea Cagnazzo, in trasferta all’Isola del Giglio per ottenere il brevetto di sub (?!?). La Bergamo Lex, tuttavia, pur senza il Bomber (Scudo), il fosforo (Rillo) e orfana dell’aspirante Umberto Pellizzari, scende in campo convinta di poter sfiorare l’impresa. L’undici iniziale orobico è composto da Mazzariol, Pizzoccheri, Fachinetti, Colombo, Birolini, Luca Cagnazzo, Furla, Baruffi, Cerullo, Fattorini, Regazzoni. In panchina si accomoda il Bomber triste Manzoni, non per demerito, ma per la ridotta autonomia dovuta ad una prolungata assenza dai campi da gioco. Sin da subito la strada per l’impresa si mostra impervia. Dopo soli due minuti Rebecchi approfitta di una amnesia collettiva orobica e sigla il primo gol. Bergamo tenta di reagire e si rende pericolosa con alcune azioni offensive di Regazzoni e di Luca Cagnazzo. Sulla fascia sinistra Cerullo è al 50% delle proprie possibilità per il dolore al costato, ma stringe i denti e fa il possibile per rendersi pericoloso. Fattorini non è da meno e, nonostante l’affaticamento muscolare, non si risparmia. Baruffi a centrocampo lotta su ogni pallone e svolge un fondamentale ruolo d’interdizione. Furla cerca di far ragionare la squadra e di dare ordine al centrocampo. In difesa Colombo e Fachinetti tengono testa al duo d’attacco bassanese composto da Di Benedetto e Rebecchi. Sulle fasce laterali Birolini e Pizzoccheri si prodigano nel tentativo di limitare le folate offensive degli esterni avversari. Bassano prevale a centrocampo grazie al dinamismo del n. 8 Walter Bizzotto, punto di riferimento dei compagni e spina nel fianco (scoperto) degli orobici. Al 20° del primo tempo Rebecchi, partito da sospetta posizione di fuorigioco, si invola solitario verso la porta, ma Mazzariol, con due interventi prodigiosi, gli impedisce di raddoppiare. Il primo tempo si chiude quindi sull’1-0. Nel secondo tempo la musica cambia. Bergamo scende in campo più convinta ed aggressiva. Furlanetto dal centrocampo e Colombo dalla difesa cercano di ispirare l’attacco con lunghi lanci in profondità. Regazzoni, supportato da Fattorini e Cagnazzo, a più riprese mette in difficoltà la retroguardia Bassanese. Sulla fascia sinistra Cerullo si mostra più vivace e dinamico rispetto al primo tempo. Baruffi in mezzo al campo corre e contrasta, garantendo alla difesa la necessaria copertura. I 4 difensori Colombo, Birolini , Pizzocheri e Fachinetti, con ordine limitano il raggio d’azione dei Bassanesi e chiudono ogni varco. Bergamo gioca meglio e Bassano è in evidente sofferenza. Il pareggio sembra alla portata degli orobici, ma Di Benedetto, con un colpo di genio, sigla il gol del raddoppio: solo fra tre difensori infila Mazzariol con un destro a girare imprendibile. La Bergamo Lex non molla e continua a macinare gioco. A metà del secondo tempo Furla detta il passaggio in profondità a Regazzoni. L’attaccante orobico insegue la palla, di punta la tocca lateralmente, tenta di evitare il portiere, ma quest’ultimo, uscito a mo’ di kamikaze, lo stende impietosamente. Per il regolamento è un fallo da ultimo uomo e, quindi, da punire con la sanzione massima dell’espulsione. Per l’arbitro, invece, il fallo è di Regazzoni: incredibile ed inaccettabile! Gli orobici non si scoraggiano e continuano a macinare gioco. Al 45° del secondo tempo il Bomber triste Manzoni rileva uno stremato Fattorini. Il suo ingresso dà nuova linfa all’attacco orobico e mette in seria difficoltà Bassano. Al 50° gli orobici, dopo un lungo forcing, conquistano una punizione dal limite dell’area. Furlanetto la batte e, sulla respinta della barriera, raccoglie palla e di destro tira un bolide sul quale il portiere bassanese nulla può. Sul 2-1 la Bergamo Lex inizia a credere nell’impresa. Bassano arranca e al 55° capitola nuovamente. Cerullo si invola sulla fascia sinistra e di esterno destro passa la palla a Manzoni; il Bomber triste, di prima intenzione, restituisce palla a Cerullo, che dopo un duello in velocità con un difensore bassanese conquista il corner. Il n. 3 si incarica della battuta e con un destro teso mette la palla in area dove Manzoni, in mischia, sigla il gol del pareggio con un tap-in alla Inzaghi. Dopo il 2 a 2 Bassano tenta di reagire con alcune azioni di rimessa e, a pochi minuti dallo scadere, coglie la traversa con un tiro dal limite. I tempi regolamentari si chiudono sul 2-2 e si va nuovamente ai rigori, esattamente come l’anno scorso, sempre al Tra vettore. Per Bergamo i rigoristi sono nell’ordine: Furla, Cagnazzo, Colombo Cerullo, Manzoni. Furla, Cagnazzo e Cerullo falliscono clamorosamente, traditi dall’emozione, dalla fatica, da un cratere in prossimità del dischetto e condannati dalla legge del contrappasso: chi di rigore ferisce, prima o poi, di rigore perisce!
Note.
Arbitro. Voto sul campo: mi autocensuro. Voto fuori dal campo: 8
Spettatori. Da segnalare la presenza di un corvo appollaiato su un trespolo dietro la porta orobica: petulante, fastidioso e antisportivo. Ero contrario alla caccia, mi sto ricredendo. Intervenga la LIPU e lo chiuda in gabbia.
Terzo tempo. Bergamo risente dell’assenza di Bomber Scudo a tavola, ma onora comunque il terzo tempo e i meritevoli colleghi Bassanesi.
Ammoniti. Per Bergamo Baruffi e Pizzoccheri
PAGELLE
Mazzariol: si contraddistingue per alcuni interventi prodigiosi, voto 7/8
Pizzoccheri: il solito guerriero di fascia, voto 7+
Fachinetti: deve fare i conti con due degli attaccanti più forti del torneo e non sfigura, voto 7+
Colombo: dirige la difesa con piglio sicuro e costruisce gioco, voto 7,5
Birolini: ancora acciaccato, ma tiene duro sulla fascia sinistra, voto 7+
Furla: un gol da cineteca ad incorniciare una prestazione generosa, voto 8
Baruffi: inesauribile nel ruolo di interditore, non disdegna di costruire gioco, voto 7/8
Cagnazzone: sulla giusta strada per ritrovare se stesso ed il gol, voto 7+
Cerullo: ieri a mezzo servizio, ma comunque generoso, voto 7
Fattorini: fondamentale anche se acciaccato, voto 7+
Regazzoni: pur non essendo una prima punta, interpreta il ruolo come può, e gli riesce bene, voto 7/8
Manzoni: il Bomber triste regala ai compagni un’altra prestazione maiuscola impreziosita da un gol, voto 8
La squadra: grinta, carattere, coesione, voto 10
Ora spero che Vicenza, la squadra che apprezzo più di ogni altra nel torneo, batta Treviso e acceda alle finali. Me lo auguro per due ragioni: anzitutto perché è una delle mie squadre preferite nell’Avvocup (per grinta, determinazione); in secondo luogo perché dobbiamo lavare l’onta del 5-1 subito l’anno scorso nella finale per il 3°-4° posto.
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venerdì 13 maggio 2011

TORNEO FOOD-BALL - "Er Paggellone de Gualco" (di Gualco Zaccardi)

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Ecco la mia personalissima, ma obiettiva, almeno nelle intenzioni, pagella dei campionissimi della II edizione del FOOD-BALL.
SQUADRA: Avvocati Antitrone Roma, crasi di Avvocati Pn e Antitrust Roma.
PORTIERE
Matteo Er Cornacchia. Artro che quaa specie de faggiano che svolazza all’Olimpico nelle domeniche in cui è di scena la Formellese, questa sì che è n’aquila! Sicurissimo in uscita, brasiliano coi piedi, attento tra i pali, un gatto in tuffo. A tavola, poi, una sicurezza. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli)
DIFESA
Sergio Galetta. Umile nell’accettare un po’ di turn over nella prima giornata, semplicemente perfetto nella seconda gara, la finale. Dalla parte sua aveva il temibile Vincenzotto, che - poraccio - sta ancora a cercà aa palla! Perfetto, poi, il nostro nella campagna acquisti e impeccabile a tavola. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Arturo Iodice. Er cuggino de Ostia di Enrico Iodice non voleva venire. E’ stato ingaggiato all’ultimo momento con l’offerta di una cesta de fave cor pecorino romano e non ha saputo resistere alla tentazione: Ha detto: “Ma sò bboone ee fave, o sò mosciarelle come quelle che m’hai portato l’anno scorso?” Prima di venire, ha assaggiato e si è convinto. Preciso in difesa, insieme con Pergola ha ordinato alla grande il reparto, spazzando tutto quello che c’era da spazzare. Toni si è lasciato sfuggire un commento: “Diamo via Enrico, è molto meglio il cugino!”. VOTO: 9 (10 solo a Iodice – Enrico - e a Sarcinelli)
Eugenio Pergola. L’astemio difensore, ormai alla fine del rapporto coi ramarri, ha cominciato l’esperienza romana con un successo prestigioso. Commendevole il fair play con il capitano di Vienna. “Avvocato, chiedo venia, intendevo piazzarle una mano in viso, con atteggiamento di moderata considerazione”. Risposta: “Prego, giudice, mi pregio assestarle una gomitata in volto”. Arturo, poco dopo, per placare gli animi, ha buttato acqua sul fuoco: “Aho, Euggé, t’ha detto str…zo”. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Emo Ros: Tatticamente perfetto, tecnicamente da sempre dotato, deciso fino alla fine del primo match, l’unico che ha giocato. A fine gara ha confessato: “Gualco, contro Toni non ce la faccio a giocare, domani non vengo”. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Tonino D’Ambrosio: Semplicemente eroico nel coprire la tratta Roma Spilimbergo per una sola partita, portando la mitica Francesca e le splendide Paola e Anna. In campo si vedono i frutti di due anni di allenamento con il preparatore atletico e la costanza con la quale gioca. L’intelligenza tattica non gli manca ed eccolo lì il giocatore, il nostro leader e capitano, il miglior terzino sinistro di tutte le Autorities del mondo. Un amico vero, soprattutto. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Sergio Merlino. Resterà scolpito nelle nostre memorie il lancio a Scalzo nella prima partita, per l’1-0 che ha avviato la marcia trionfale fino al successo finale. Perfetta sintesi di tecnica, tattica, esperienza, unite a condizione fisica invidiabile. Rimedia una botta alle costole e ce fa due c..jo..ni così per tutta la giornata di domenica, proseguendo via mail nei giorni successivi. VOTO: 9 (sarebbe stato 10 se non avesse chiesto almeno 200 volte: “Ma hai sbagliato strada? Ma non era meglio passare di là? Guarda che Luciano è passato di là e lo sai che ci ha messo la metà del tempo?)
CENTROCAMPO
Francesco Vasquez. Ammazza quanto magna, cià sempre fame! A parte questo, finale magnifica, disciplinatissimo sulla fascia destra, impetuoso e travolgente in discesa, se porta via mezza squadra in occasione del primo gol dei campioni. Ha tiro da fuori e tocco di palla, è grosso e pure deciso. Oltretutto, ragazzo veramente educato, che è stato un piacere conoscere meglio. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli, ma se segnava quer gol ner contropiede daa prima partita, je davo 10 pure a lui).
Federico Ceschèl. Grande lavoro a centrocampo, a richiesta anche sulla fascia, costruisce il nostro gioco e distrugge quello degli avversari. Colonna della squadra e maestro del calcio mercato. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Luciano Vasquez. Altro eroe, proveniente da Milano, ha giocato ignorando gli ordini ricevuti al Pronto soccorso di Spilimbergo e si è fatto rispettare in campo e a tavola. Soprattutto, grande nello sciogliere la tensione del pranzo prepartita del sabato con una serie di barzellette che non si possono nemmeno citare. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Vice, al secolo Vincenzo Fantuzzi. Il Quotidiano “Er Boro de Pomezia”, per descrivere le sue gesta tecniche, titola oggi a pagina 6: “Aho’, nun se chiama più carcio… se chiama Vincenzo!!!” Sottotitolo: “Co’ quer sinistro aa mette ‘ndò je pare…”. Nel corpo del pezzo: “Oo vedi grosso e pensi… Ma ‘ndò vai?! Invece quanno comincia a core nu oo pij più”. VOTO: 10 (Pure a lui).
Alberto Casagrande. Inesauribile e inarrestabile, copre, costruisce, segna, è disciplinato, umile, dotato tecnicamente, versatile. Un grandissimo. A mio modo di vedere, alla pari con Scalzo il miglior giocatore del torneo. Ragazzo molto simpatico ed educato. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli)
ATTACCO
Giustino Lo Conte. E’ il vero uomo squadra, il più amato da tutti. Non in formissima nella finale, ha subito l’applicazione dell’antinfiammatorio di Luciano Vasquez (concentrato di cherosene e nitroglicerina). Comunque, questo meraviglioso ragazzo ci ha regalato pillole di vera saggezza. E’ vero, Giustino, che la cosa più importante è stare con gli amici.. se gli amici sono come te! In campo grande sacrificio, ha cercato sempre di giocare la palla a terra e ha costantemente tenuto sotto pressione le difese avversarie. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Roberto Fontana. Mal di denti e pubalgia sarebbero bastati, ciascuno di per sé, a fermare chiunque, ma non sono bastati, sommati, con lui. Nell’unica partita che ha giocato, la prima, ha fatto venire il mal di testa ai terzini austriaci. Gli è mancato solo il gol. Grande! VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli)
Andrea Scalzo. Eletto il miglior giocatore del torneo. Gol, assist, cross, anche sacrificio, veramente bravo. L’anno prossimo giocherà in un palcoscenico adatto. Non ha sofferto nemmeno le notti passate nel matrimoniale con il baldacchino in compagnia del Toro di Sora. Temiamo soltanto che ci porti verso la via della perdizione l’incorruttibile Giustino! VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Giulio Prete. Con rara umiltà si è messo a disposizione della squadra, ha giocato in più ruoli, ha sudato, ha segnato, ha coperto. Veramente un giocatore serio. La domanda è per Sergio, il cugino: “Ah Galé, ciavevi sto’ cuggino e nun ciavevi detto un c..zo?”. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
Mister Morreale. E’ facile parlare di lui dopo il successo. Più difficile spiegarne il segreto. Ci provo così: Mourrealinho ha una marcia in più nei rapporti personali, è sensibile, paziente, di una simpatia irresistibile, rispetta e si fa rispettare. Appena è arrivato lui, abbiamo cominciato a ridere a crepapelle (che coppia con Luciano!). Certo, come compagno di matrimoniale, mi poteva capitare meglio… Ma sono uscito indenne! VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli)
Giovanni Martini. Attaccante vero, acquistato all’ultimo momento, ha pagato nei primi cinque minuti le difficoltà nella comprensione della lingua. Ad esempio, è mancata l’intesa quando gli ho gridato: “Si je imbocchi suaa fascia, taa do”, oppure quando, con la palla al limite dell’area, si è sentito invocare: “Tireje na caracca!”. Poi ha prevalso il linguaggio universale del calcio, che Giovanni parla molto bene. Ottimo, in fase di assistenza e di sacrificio. VOTO: 9 (10 solo a Iodice e a Sarcinelli).
DIMENTICAVO.
Dario. Il nostro oste si è rivelato l’arma in più. I suoi manicaretti friulani ci hanno dato la carica giusta nei pranzi che la squadra, tutta insieme come vuole Capello, ha consumato prima dei successi. Trattati alla grande da Afro, siamo già prenotati per il 2013.
Gualco. Forse è vero, sono stato l’unico insubordinato con il mister. Forse non è vero che reggo il centrocampo (testualmente: “Mi...chia, questo ci crede davvero!”), forse non è vero nemmeno che ho dato suggerimenti giusti al momento giusto, dal campo, al mister; forse è vero che, pur essendo stanco nella seconda partita, non volevo farmi sostituire, forse zoppicavo solo per fare scena. Allora, il voto 9 non va a me, ma a voi.
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