Cari Ramarri,
vi scrivo per il consueto (e doveroso) sunto del mio operato in questo ultimo periodo.
Inoltre, colgo l'occasione per farvi sinceri auguri, ma una cosa per volta.
Qui a Palma si sta fin troppo bene e non posso certo lamentarmi. Porto meco la polo degli avvocati calcio e la mostro fiero anche a lavoro.
Ho imparato, e sto imparando, molte cose:
qui andare a cagne (cañe) è una tradizione che lega Spagna e Friuli in modo imprescindibile.
Qui quando "sali", esci e quando "subisci", sali. Tutta questa confusione si dissipa quando te ne esci (o sali) con un "ostia", che a quanto pare è una di quelle parole che è tanto in uso qui quanto da noi, anche se da noi si accompagna con colorite imprecazioni che inneggiano alle divinità.
Questo natale lo passerò qui, come pure capodanno, ma questo non mi spaventa. Bisogna saper vivere il momento e gustare quello che si ha, senza stare a rimuginare troppo su quello che "si è sempre fatto" o che non si può più fare.
Questa è la premessa al primo degli auguri che vi voglio fare: gustatevi il presente. Ogni partita è un'occasione per giocare, per brindare, per conversare, per pensare a improbabili progetti futuri, per impostare nuove formazioni, per sentirsi il "Cristiano Ronaldo de noaltri" anche se dire "cristiano" sembra quasi un'atto di blasfemia.
Non è la stagione migliore che i Ramarri hanno vissuto, è più difficile avere una formazione completa, è più difficile vincere...è una stagione diversa. Del resto l'estate è figa anche perché l'inverno è stato freddo e una primavera di 12 mesi è difficile da gestire, anche seguendo le prescrizioni del dott. Boschian.
In "inverno" non farai la festa che fai in estate, non vedrai fiorire molti fiori, non farai un sacco di cose. Però in inverno puoi gustarti appieno un calice di cerveza sorseggiato di fronte a un fuoco. Cose che in altre stagioni non puoi fare. Basta cambiare il punto di vista.
E questo è il secondo augurio che vi voglio fare: se sentite il clima teso, se vi sentite insoddisfatti o preoccupati: cambiate il punto di vista.
Io qui sono da solo in fondo, certezze non ne ho, prospettive poche. Tuttavia poche prospettive, poche certezze e poco di tutto significa che posso sperimentare cose nuove, cose che prima mai avrei considerato.
Forse aver un gruppo più sfoltito potrà aiutare a rafforzare i legami tra i partecipanti. Forse un allenamento in pochi potrà aiutare a creare dei nuovi schemi. Forse senza i giovani, gli un-po-meno-giovani dovranno e potranno dimostrare che valgono molto di più di quello che pensano, anche se non corrono come lepri, anche se non hanno il piede di Ronaldo o il culo di Beyoncé (persone notoriamente fortunate non mi venivano in mente. In compenso il culo di Mrs B. non mi par male no?). Del resto, è sempre il cuore che manda avanti la "baracca" no?
Ieri un collega di un altro dipartimento (potrei dire che era di una frazione diversa, visto che qui siamo più di 1500 persone che lavorano...) è venuto a cercarmi. Mi ha detto che esiste un torneo di futbol aziendale e, visto che nel mio dipartimento non gioca nessuno (99% donne, età media 32-35 anni, forse meno. Naturalmente lo scrivo solo per mettervi un po' di ormoni in movimento, che tonificano) mi ha chiesto se volevo andare a fare un provino....
Si un provino, con la v (dott. boschian).
Mi ha chiesto anche se sono bravo.
A calcio naturalmente.
Queste le cose che ho pensato e con le quali volevo rispondere:
1) Se me lo chiedi, probabilmente sei un pippone.
2) Se me lo chiedi, hai un concetto del calcio stile playstation. Il calcio è un gioco di squadra. Forse volevi sapere se son in grado di giocare bene con altri?
3) Se ti dico di si, allora sono bravo? E voi invece siete bravi? A me interessa giocare con chi gioca con me, non con chi è un fenomeno. Che se uno è un fenomeno poi, cosa viene a lavorare qui?
4) (cit. racconti di Tony) Sono un fantasista.
Alla fine ho detto un politico "me la cavo" (e di risposta: "no, è che gli scarsi giocano poco". Quando faremo il primo allenamento, se lo farò, vorrei provare a insegnargli una cosa che si impara nel calcio vero: non sempre palla e detentore arrivano alla stessa meta. [cit. Diego DR])
Questo è il mio terzo augurio: siate fantasiosi, non fantasisti. Tutti abbiamo spigoli, alcuni addirittura aghi. Riuscire a star bene anche con i "Dio te strùche"-hombre o i "Te copo"-gringo è un'affare. Ci vuol fantasia a far girare una squadra, soprattutto fuori dal campo di gioco. La squadra perde quando non entra in campo, non quando perde in campo.
Io son distante, tuttavia mi sento sempre vicino e, seppur lontano, non manco di seguire il blog.
Io son distante, tuttavia mi sento sempre vicino e, seppur lontano, non manco di seguire il blog.
Infine, un augurio di buon natale e felice anno nuovo.
Divertitevi e pensate a incredibili figate per quando tornerò...o da esportare eh che qui, pian piano, riuscirò a tirar fuori qualcosa... Magari un beach soccer, magari un bitch soccer (dott. boschian), magari solo birre...
ecco... l'importante è avere sempre un'opzione.
E una squadra
Un saluto a tutti
Hasta luego, Hasta l'asta e Hasta minchia
Il pinciagrilli spiaggiato
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