Sabato 12 settembre 2009
VIENNA - Ore 6: mi alzo, prima del programma con gli amici pordenonesi ci sono impegni da buon padre di famiglia: sveglio mio figlio Konstantin per portarlo allo stadio di ghiaccio di Vienna. La sua squadra di hockey su ghiaccio giocherà un grande torneo internazionale con delle squadre austriache, ceche, ungheresi e tedesche. Il torneo inizia alle ore 8, con il tempo necessario per mettersi l’attrezzatura e il riscaldamento, il raduno della squadra è previsto per le ore 7. Arriviamo in tempo, fino alla prima partita ho tempo per pensare e controllare che tutto è pronto per una grande giornata in centro città, per il campo e per la cena. Resto allo stadio per vedere la prima partita di Konstantin, persa nonostante una buona prestazione da parte dei ragazzi, fortunatamente lo stadio di ghiaccio è vicino a una stazione della stessa linea metropolitana che porta al´Austria Classic, quindi percorro i 6 km in meno di 10 minuti. Il padre di un compagno di squadra di Konstantin mi terrà informato sul proseguimento del torneo… Alle ore 9.20 sono già all´Hotel, quasi tutti sono già pronti per la gita in città (va bene, non tutti sono presenti. Tre giocatori sono rimasti a letto. Mi vengono però dubbi che magari le condizioni fisiche della compagine naoniana sono troppo buone per una trasferta europea di una squadra forense). È già arrivata mia moglie e viviamo la stessa situazione della serata prima: quasi tutto il gruppo vuole visitare il centro città insieme (tranne qualche “cane sciolto” e le vittime della serata/notte precedente), i percorsi diversi non servono. Dunque telefono a Michi Lang (lui è un pó in ritardo), ci raggiungerà in Stephansplatz. Partiamo verso la stazione della metropolitana, poi ci fermiamo perché un partecipante ha fatto una strada diversa… il gruppo è però molto compatto e organizzato, molto più organizzato di quanto me lo aspettavo, grazie al maresciallo Pollini che sa gestire i suoi poll(in)i con grande esperienza e rigore… perciò ci vogliono al massimo 10 minuti prima che possiamo tutti scendere in metrò e andare a Stephansplatz. Finalmente tutti decidono definitivamente che non ci saranno gruppi diversi, tutti si dirigono con Michi, mia moglie Susi e me verso la zona musei… Prima possiamo assistere ad un siparietto di Toni che rimprovera la sua squadra, criticando la mancanza di esperienza in campo internazionale (io lo ascolto con grande piacere dal punto di vista dell’allenatore FC Insolvenz, penso però che anche quei nostri giocatori che non erano presenti alla cena del Gusshaus non siano andati a letto alle ore 21 e magari abbiano bevuto non solo latte, camomilla e acqua minerale). Dalla Cattedrale di Santo Stefano passiamo da Graben e Kohlmarkt a Michaelerplatz, vediamo gli scavi dei ruderi di Vienna in età romana (si chiamava Vindobona allora) e attraversiamo i cortili dell’Hofburg, il grande Castello Imperiale. Nel frattempo mio figlio maggiore ha raggiunto lo stadio del ghiaccio per tifare il fratellino, mi telefona e mi informa di una sconfitta pesante contro la squadra ungherese (criticando con rigore la prestazione di Konstantin che si è mangiato due occasioni gol), ovviamente la squadra (di solito forte) sta vivendo una “giornata no”. Raggiungiamo Heldenplatz dove c’è una grande festa di contadini (non riesco a convincere gli amici pordenonesi che un piccolo schnaps austriaco prima di una partita non fa mai male). Molte foto, domande interessate e interessanti, provo a tenere tutti informati (è molto divertente fare la guida!), credo che la città piaccia a tutti. Poi attraversiamo Ringstraße e Maria-Theresian-Platz e raggiungiamo il grande cortile del Museumsquartier. Siamo tutti un pó stanchi, ci sediamo e prendiamo un caffè (offerto da Toni, grazie!!). Nel frattempo un’altra telefonata, la squadra di Konstantin ha perso anche la partita con la compagine ceca… Poi ci dirigiamo verso la zona limitrofa dello Spittelberg con numerose case bellissime e locali di ogni tipo – per quasi 200 anni lo Spittelberg era la principale zona a luci rosse di Vienna, ora è divenuto un quartiere molto gettonato specie per gli studenti (le prostitute ormai si trovano da un'altra parte). Lascio Susi al suo destino con un gruppo di 20 italiani circa in questa famigerata zona, prendo la metropolitana e torno allo stadio del ghiaccio per assistere alla ultima partita del torneo di Konstantin. Nella metropolitana ricevo la telefonata del nostro capitano pro tempore Matthias Schmidt, lui ha già raggiunto il campo dove giocheremo alle ore 15 assieme a due altri nostri giocatori. Mi informa della rotta da prendere con il pullman per il campo (l’isoletta del Dampfschiffhaufen è troppo stretta per la corriera, bisogna “scaricare” la squadra sulla terraferma e raggiungere il campo attraversando un piccolo pontile). Susi m’informa che si trova da Trznesniewski (un bar di panini mitico nel centro città) con il gruppo e che tutti ne erano molto contenti. Allo stadio vedo finalmente una vittoria della squadra di mio figlio, i Wiener Eislöwen battono i Black Wings Linz per 6-1, un bellissimo gol di Konstantin (salta due avversari prima di beffare il portiere) e due assist di mio figlio. Mi complimento con lui prima che sparisca nel corridoio degli spogliatoi, fortunatamente c’è mio zio che si occuperà di lui e Susi andrà a prendere tutti (entrambi i figli e lo zio) al palaghiaccio alle ore 14 e li porterà al campo di calcio. Nel frattempo prendo la metropolitana per tornare all’Hotel: vengo informato che le donne italiane rinunciano quasi tutte alla partita per godersi dei locali nel centro di Vienna. Pochi minuti dopo le ore 14 siamo pronti per partire (ricevo qualche telefonata dai miei compagni di squadra, anche loro hanno bisogno di informazioni su dove si trova il campo ecc.). Vado con la squadra pordenonese per garantire che la corriera trovi la strada giusta… dopo 15 minuti arriviamo al campo, trovo tutto preparato lì, ci sono già l’arbitro e circa 5 nostri giocatori. Tutti arrivano alla spicciolata, gli ultimi a pochi minuti dal fischio d’inizio (ne sono abituato da anni). Per me è la terza partita da (solo) allenatore a causa del mio infortunio alla spalla. Ho preparato tre lattine di birra viennese, altrimenti sarebbe insopportabile restare a bordo campo solamente ad incitare i ragazzi. Comincia la partita, equilibrata, vedo come sprechiamo le prime occasioni gol (ci vorrebbe un attaccante come me!). Dopo la partita Susi mi racconterà che il mio linguaggio e soprattutto l’accento che uso come allenatore ha un pó scioccato mia suocera. Secondo Susi parlo/grido con un forte accento del mio paese (sono cresciuto in una città di 30 mila abitanti a circa 15 km da Vienna, in occasioni del genere Susi – viennese doc – me lo ricorda con piacere). Poi segniamo (gol di Stefan Holzer). Subito il pareggio degli Avvocati Pordenone, poi un tiro di Johannes Kautz e una parata incredibile da parte di Leo Da Ros. Un minuto prima dell’intervallo il gol dell'1-2, segnato dal mitico Tatanka. Intervallo. Facciamo i cambi previsti, entra anche Michael Lang dopo 3 mesi di stop per un infortunio al ginocchio e farà una bella partita. Spero che prima o poi l’effetto della notte brava si farà sentire per qualche giocatore pordenonese e dopo 10 minuti del secondo tempo arriva il pareggio di Torsten Marx (un mio ex praticante, bravo lui, aveva già segnato il gol della vittoria contro l´Antitrust Roma nel torneo di Spilimbergo). Poi Torsten si mangia un gol (ci vuole una mezza lattina di birra per capire perché ha sprecato l’occasione) e “gol mangiato, gol subito” a 11 minuti dalla fine arriva il gol del 2-3 dopo un bel contropiede della compagine naonina. Sembra tutto perduto per noi quando gli avversari fanno entrare il mito Pollini: solo al fatto che il presidente/allenatore/dio di calcio deve uscire poco dopo è dovuto che nel tempo di recupero riusciamo a pareggiare (colpo di testa di Lorenz Pracht dopo un bel cross di Walter Anzböck). Esultanza bestiale da parte dei nostri giocatori, del pubblico… e dell’allenatore che appena sta per finire la ultima… no, la penultima lattina di birra “Ottakringer” (perché avevo bisogno di una lattina per un altro scopo: la dovevo regalare a Cornacchia affinché sappia il programma da seguire dalle ore 17.18 alle ore 17.23, l´avevo scritto sul Blog!). La partita è finita, tutti sono contenti (almeno tutti gli austriaci). Ci beviamo delle altre birre insieme… poi i nostri giocatori vanno direttamente al ristorante “La Crêperie”, il pullman della squadra torna all´albergo con me e i miei, grande raduno con le donne del gruppo che non sembrano scontente di aver passato il pomeriggio nel Caffè Sacher e al Museo Leopold… Si parte per il ristorante, arriviamo con solo 30 minuti di ritardo (perché il navigatore della corriera prevede una rotta, diciamo: interessante. Non volevo intervenire, magari il navigatore del pullman conosce le strade che sono troppo strette per una corriera… Tutto è già pronto, grande buffet, serata splendida sulla riva dell´Alte Donau. Finalmente i discorsi, ringraziamenti, regali generosissimi offerti a Walter Kainz, Michael Lang e me. Poi assegniamo la maglia d´onore del FC Insolvenz a Toni Pollini con grande ammirazione per un uomo che è alla guida della sua squadra da 30 anni!! Antonio Pollini è un esempio inarrivabile per tutti coloro che organizzano squadre ed eventi nell'ambito del calcio forense. La maglia d´onore è solo la seconda che abbiamo mai assegnato, la prima era quella con il numero 99 per il nostro presidente Walter Kainz nel 2005. Poi ricevo maglia personalizzata, calzoncini, calzini, tuta e borsone degli Avvocati PN e una penna per firmare il cartellino. Grazie di cuore!! Vi avverto: quando ci sarà un fine settimana libero, andrò volentieri in Friuli per giocare con voi. Alle ore 23 finisce una bellissima serata (anche i nostri giocatori sono entusiasti e mi chiedono di organizzare il piú presto possibile la prossima esperienza internazionale), torniamo in pullman all’Hotel, poi un gruppo decide di uscire in città, finiamo il giorno nel bar di un albergo in Praterstrasse. Alle ore 2 di mattina siamo a casa, per me finisce dopo 20 ore una splendida giornata… domani ci aspetta la Schweizerhaus…
...to be continued...
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