PORDENONE - Ho ritenuto di riservare il giusto spazio a quella che considero una "perla autentica" che eleva il nostro Blog ed è per questo che ho atteso il momento in cui il calcio giocato giunge al meritato (per chi?!?) riposo natalizio; peraltro, il pezzo che segue, mi pare decisamente in tono con il periodo... L'immensa grandezza delle cose semplici e l'intensità di certi momenti di "vita vissuta" che si percepiscono tra le righe, unitamente all'amorevole cura del particolare nel "racconto" delle ricette, sono qualcosa di unico e di assolutamente prezioso. Ecco allora proprio nel giorno di Natale un grande regalo per tutti i lettori (a cominciare dal sottoscritto), che viene dal nostro Vincenzino che ha mantenuto la parola data (le cose preziose sono senza tempo, non hanno scadenze né termini). Grazie di CUORE a Vice e grazie alle impagabili "ZIE"... Buona lettura e... BUONE FESTE a tutti...
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Arrivo tardi sulla promessa. Ma a volte non è semplice. La difficoltà è quella di dare un piccolo resoconto di un evento, oramai, storico. Almeno per buona parte di noi. Ed è proprio difficile buttare giù due note sul Memorial Brovedani. Beh! Potrei dire che è, tra gli avvenimenti “calcistici”, quello al quale non vorrei mancare (sarà che il Mister mi ha declassato dal “Forense” e quindi mi resta poco). So che, anche se non lo ammette, questo avvenimento manca anche al mio amico Alberto De Zan, indiscussa “fascia” di questa formazione fino a un paio di figli fa, con un memorabile gol al “Delle Vedove”. E così a Fabrizio “da Trieste”, indimenticata punta che si buttava (e non è un eufemismo) su ogni palla vagante, incornando dal basso verso l’alto, come se il rettangolo fosse quello della “fiesta” di Pamplona. Che grande!!! Ne parlavamo con Enrico che, con questa “genialata” del blog, oramai gioca più degli altri e, per giunta, con la fascia di capitano (volgarmente sottratta all’”uomo-dai-due-cognomi” con un ammutinamento di ciurma simile a quello sofferto dall’indimenticato comandante del Bounty), soprattutto dopo che ha messo in bella vista il primo piano di mister Pollini!!!! E’ un'occasione unica, un ritrovarsi diverso dal solito. Che termina al fresco, con quella calma che ti fa stare piacevolmente a chiaccherare, con persone diverse che non siano i nostri soliti “numerosi” tifosi (e, quindi, qualsiasi persona che non sia uno dei convocati!!!!). Il Brovedani è, ancora, quello di Glauco, il gladiatore dai piedi “fini” (come riportava un articolo apparso sul blog e di dubbia provenienza) - che arriva appositamente da Roma; di giocatori ex (ex più per necessità anagrafica che per mancanza di passione o talento: in primis, Piero Ragogna) che ricompaiono, scarpette ai piedi e qualche tentativo di fare ciò che la mente vagamente ricorda ma, per certo, i muscoli hanno dimenticato. Il calcio è una questione semplice, come dice Toni. E, in questa occasione, si rivedono cose che se anche non hanno le caratteristiche della giocata fantasiosa e di precisione di Olivier, del Sarci, di Manfro, ecc. ecc., comunque esistono. Ce n’è per tutti. Dalle volate in fascia di Michele (Attanasio), alle giocate della famiglia Casucci (credo, quattro rappresentanti in campo, della blasonata famiglia); il tocco della “libellula” Paolo dell’Agnolo; la classe di Maurizio (Mazzarella); le incornate di Glauco e le parate (?) acrobatiche di Andrea e Leo; le difese schierate e pronte come sempre a dare il meglio... Le tre squadre distinte dalle maglie di Juve, Milan, Inter, sono sempre mescolate in modo un pò volutamente confuso e Angelo (quello più volte citato nell’edizione speciale de "La gazzetta dello sport") me lo fa notare anche questa volta. E’ un “calcio” divertente, fatto di elementi altri che lo valorizzano proprio perchè non solo calcio. Un pò come nei racconti di Soriano, non meno esilaranti di quelli di Rymond Carver o di John Fante, quando narrano di una quotidianità fatta di luoghi e persone molto più interessanti e divertenti del gioco che praticano o dei lavori che fanno (la storia del rigore più lungo – quella del portiere senza mano – quella dell’allenatore girovago che raccoglie tante improbabili vittore quanti impossibili incontri con personaggi della storia. Tralascio le note gradevoli di quel visionario di Galeano o la storia di Rigoberto Aguyar che si innamora della modella della Coppa Rimet e ne rimane totalmente ossessianto da seguirla per tutto il proprio tempo). Qui si “scontrano”, ancora una volta, le scuole. Quella di Toni “mister” Pollini, il profeta del "calcio all'italiana", del catenaccio, convinto per manifesta evidenza dell'inferiorità atletica dei propri giocatori, le cui uniche risorse a cui si può attingere per battere avversari più forti, sono, secondo lui, l'astuzia, la difesa accorta e il contropiede micidiale. E quella contrapposta “felsineo-naoniana” di Maurizio Mazzarella, che propugna un calcio d'attacco, dove le nostre squadre assumono l'iniziativa del gioco, anziché subire quella degli altri attraverso cambi tattici e inversioni di ruoli che a volte stupiscono gli stessi giocatori. Quella del modulo “del cambio continuo”, di giocatore e di ruolo, ne è un perfetto esempio.
Così, quest’anno, ho anticipato i tempi e sono andato a farmi un giro a Clauzetto, un paio di settimane prima dell’avvenimento. Ho trascorso tre ore abbondanti – scusate la familiarità – con le “Zie”, le famose esecutrici di magistrali opere culinarie che ogni anno ci deliziano con portate sempre nuove o con riproposizioni di piatti ampiamente graditi nella precedente edizione. Abbiamo ripercorso questi anni di Memorial, ma anche di avvenimenti che hanno trovato cornice in quell’appendice di terra che artificialmente si allunga e sospende sulla piana del Tagliamento, via via inanellando altri ricordi (i loro moltissimi) tra Tribunale di Pordenone, accadimenti politici locali ed eventi in generale (vi rammento che a luglio, nella piazzetta, si tiene una delle più rinomate “convention di arte dolciaria”. Quest’anno, credo che le torte stese sui tavoli attorno alla fontana fossero almeno una ventina!!!). Prima di incontrarle, ho fatto la visita che si deve al “Padrone” di casa e uso la “P” maiuscola come forma di tributo e riconoscimento a una presenza che ci ha accompagnato per un po’ tutti i campi rettangolari negli ultimi anni. Chissà perché a me viene sempre in mente qualche partita giocata verso la costa romagnola. Forse perché accadeva spesso a primavera; forse perché l’aria del mare ti fa godere meglio il gusto del cibo a fine partita. E come per le icone che si fotografano e tramandano in uno spezzone di film, vedo l’avv. Brovedani che, con una mano in tasca e l’altra che tiene la sigaretta, passeggia attorno alla nostra panchina in attesa di un’altra partita: una delle nostre poi! Quindi mi sono fatto, con calma, tutta la scalinata che porta davanti alla chiesa e mi sono appoggiato al muretto a guardare la piana sottostante. Ogni volta, mi viene in mente Eugenio che, ottimo sportivo, mi racconta di quando si è fatto la salita in bicicletta: questo è un posto dove starei alla “fine”, mi dice sempre (“un pò più avanti nel tempo” aggiunge veloce). E anche lì, nonostante il luogo, senti la specialità dell’occasione. Il Memorial Brovedani (Franco) è anche questo qualcosa “in più”, una calamita che raccoglie e attira persone diverse, interessate al calcio solo saltuariamente o occasionalmente o un tempo che è andato.
Non starò a raccontarvi che in una cassetta di legno, tipo frutta, sono raccolte, su fogli debitamente sottoscritti e datati – a volte con le generalità dei commensali – debitamente dettagliate, le ricette che hanno fatto da sfondo a questo evento che fin dall’inizio ho detto non essere solo calcistico. Ho passato tre ore veramente piacevoli – beh! sono tornato anche il 14 agosto per la “festa delle torte”, nonchè per la promozione dell’Associazione degli amici della biblioteca di Clauzetto – facendomi raccontare aneddoti e fatti, perchè ad ogni ricetta si legano dei ricordi che, man mano che si parla, fuoriescono legando persone, luoghi e avvenimenti in un arco temporale lunghissimo. Ce n’è un pò per tutti. E mentre parli, ti rendi conto della passione che “le Zie” nutrono per questo evento, di come lo attendano, preparino, di quanta accuratezza ci sia in tutto ciò che in qualche modo ne fa parte. E’ un mondo carico di affetto che si trasmette di anno in anno. Il risultato della loro maestria e passione lo vedete nelle foto che Enrico, quello-che-adesso–con-la-storia-del-blog-gioca-sempre, allegherà di seguito. Io, per l’accoglienza sempre ricevuta, e soprattutto per la qualità delle portate, mi limito a riportare qualcuna delle ricette uscite dalla famosa cassettina di legno.
Viva il Memoril Brovedani! Viva noi!
Ricetta: Pasticcio di verdure con base di crespelle
Il piacere è sempre la base: quindi, verdure a piacere. Tante, colorate. Saporite. Immaginate un orto di un tempo. Vi ci infilate dentro e raccogliete quello che vi aggrada maggiormente. Magari usate gli occhi per sentire gli odori. Come quel vecchio marinaio che, stanco di viaggiare, voleva dipingere il rumore del vento. Qui è uguale. Zucchine, peperoni, melanzane, l’importante è trifolarli uno ad uno, abbondando di olio buono e corredando con una noce di burro – perché questo è l’unico condimento della preparazione. Solo per i peperoni ci si dedica un po’ con attenzione diversa: preparate un leggerissimo trito di cipolla, un po’ d’olio, finchè vi pare che basti e cuocete il tutto con un po’ d’acqua. A fine cottura salate e a fuoco vivo versate due cucchiaini d’aceto balsamico e due di zucchero e procedete con la cottura fino quasi a caramellare.
Per la pastella per le crepes prendete 4 uova, 300 gr. di farina, 800gr. di latte, olio di mais, sale e pepe (mi hanno detto poco, ma immagino che se ve ne scivola un pò in più non succederà nulla di grave).
Mescolare bene, con un po’ di passione, ma senza dimenticare che il segreto sta nel cucchiaio che deve essere di legno. Mescolare il tutto, aggiungendo il latte e l’olio finchè ne viene fuori una pastella liquida. In una padella una con una nocciolina di burro versare un mestolino del composto e cuocete da ambo le parti.
Mettere uno strato di crepes nella pirofila e ricoprire con le verdure – prima zucchine coperte di parmigiano grattugiato; poi crepes e sopra peperoni e parmigiano grattugiato; poi, con le melanzane, e via con le verdure che avete scelto di raccogliere nell’orto. Il burro c’era, un po’ d’olio anche, quindi la besciamella non serve. Non mettetela proprio. Aggiungete un po’ di parmigiano e poco burro. Mettete il tutto in forno a 200 gradi circa, fino alla cottura, facendo attenzione che il composto non si rosoli troppo.
Gnocchi della miseria
4 persone – 700 gr. di farina bianca, ¾ di litro d’acqua, sale, zucchero, cannella in polvere, burro fuso
Sistemate la farina bianca in una terrina sufficientemente capiente, quindi aggiungete lentamente dell’acqua che avete intiepidito: questo particolare è molto importante, poiché si evita la formazione di fastidiosi grumi. Mescolate molto bene il tutto, fino a ottenere un impasto liscio e compatto, poi coprite la terrina con un tovagliolo e lasciate riposare l’impasto per almeno un’ora a temperatura ambiente. Trascorso questo periodo, portate a ebollizione un’abbondante quantità di acqua salata in una pentola capiente e, utilizzando un cucchiaio da cucina, versateci delle cucchiaiate di pastella. Dopo pochi minuti, quando gli gnocchi vengono a galla, prendeteli con un mestolo forato, scolateli molto bene e versateli nel piatto di portata. Infine cospargete abbondantemente con zucchero, la cannella in polvere, un’abbondante dose di burro, che avrete precedentemente fuso. Serviteli immediatamente: gli gnocchi della miseria vanno gustati caldi.
Dolce di mandorle
250 gr di zucchero, 250 gr di mandorle con la buccia, 7 chiare d’uovo, 1 bustina di vanillina, un pizzico di sale
Tritate le mandorle con la macchina e unite allo zucchero le chiare montate a neve, un pizzico di sale e la vanillina. Imburrate una tortiera di circa 20 cm e cucinate il composto a 160 gradi per una ventina di minuti.
Semifreddo al torrone
200 gr di zucchero, ½ litro di panna fresca, 150 gr di torrone, 100 gr di cioccolato fondente, 8 uova
Mescolare i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere una crema omogenea; montare la panna e mescolare con gli albumi montati a neve e la crema preparata prima. Inumidite una terrina o uno stampo di vostro gradimento, metteteci uno strato di crema e sopra uno strato di torrone sbriciolato e ricoprite con un altro strato di crema; mettete in frigo fino al momento di servire, deve risultare – infatti – ben solido. Lasciatelo un po’ fuori e ricoprite con cioccolato fuso.
Crostata tirolese
Per la pasta prendete 300 gr di farina, 150 gr di zucchero, 2 tuorli, 165 gr. di burro, 1/2 una bustina di vanillina e un pizzico di sale
Ripieno: 1 kg di mele, 150 gr di zucchero, 100 gr di uvetta, 50 gr di burro, 50 gr di amaretti, 50 gr di pinoli, rhum, un pizzico di cannella, latte.
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Fate rinvenire l’uvetta nell’acqua calda, quindi scolate e asciugate, raccogliete in una terrina, annaffiate con mezzo bicchierino di rhum e lasciate riposare in un recipiente coperto. Preparate la pasta. In una terrina lavorate il burro con un cucchiaino di legno. Preparatevi lo zucchero, la vaniglia, il sale, i tuorli e la farina setacciata. Versate l’impasto sulla ____________ e quasi senza lavorarla fatene una palla che, coperta con un tovagliolo, lascerete riposare per circa un’ora. Intanto sbucciate le mele, tagliatele a fettine e, fuoco vivo, insaporitele nel burro. Unite lo zucchero e appena sarà del tutto assorbito, togliete il recipiente dal fuoco e lasciate raffreddare. Riprendete la pasta dividendola in due parti, una un po’ più grande dell’altra. Ponete nel centro di una tortiera imburrata la più grande e comprimendola con la mano foderate il fondo e il bordo del recipiente. Versatevi sopra le mele alle quali avrete aggiunto l’uvetta, gli amaretti schiacciati e la cannella. Coprite con il resto della pasta che distendete con il matterello. Comprimete bene gli orli e piegateli verso l’interno della tortiera pizzicandoli con le dita. Bucherellate con la forchetta la superficie della crostata e “lucidatela” con un po’ di latte. Cuocete a fuoco moderato per circa 45 minuti. Sfornate quando è fredda. Ma servite, se potete, il giorno dopo, spolverando di zucchero a velo.
Timballo d’estate
100 gr di farina, ½ litro di latte, 4 uova, un bicchierino di marsala, 70 gr di burro, 1 kg di pomodori pelati, 50 gr di parmigiano, 2 cipolle, 3 carote, sedano, basilico, sale, pepe e olio.
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Preparate la salsa: fate rosolare con olio e 60 gr di burro le cipolle, le carote e il sedano finemente tagliato. Versate un bicchierino di marsala e quando questo sarà evaporato unite i pomodori pelati, qualche foglia di basilico, sale, pepe e fate cuocere a fiamma moderata per circa due ore. Mettete la farina in una terrina, scioglietela con il latte tiepido, salate e incorporatevi le uova ben battute una per volta e mischiate finchè gli ingredienti saranno completamente amalgamati. Scaldate un padellino di ferro, ungete con burro e versate due cucchiaini del composto preparato in precedenza avendo cura che si distribuisca omogeneamente sul fondo del recipiente. Fate dorare la frittatina da entrambe le parti, poi adagiate su un piatto e lasciate raffreddare. Eseguite questa operazione fino all’esaurimento degli ingredienti. Imburrate una pirofila e metteteci all’interno la frittatina, conditela con uno strato della salsa preparata e del parmigiano grattugiato. Mettete sopra un’altra frittatina e continuate così alternando gli strati. Terminate con uno strato di salsa e parmigiano. Passate la pirofila in forno a temperatura moderata per circa trenta minuti. Servite il timballo ben caldo.
Plumcake salato
330 gr di farina “00”, 250 gr di prosciutto cotto a fette spesse, 180 gr di burro, 150 gr Emmenthal, 100 gr di panna liquida, 3 uova, senape, prezzemolo, lievito per torte salate, sale, pepe, noce moscata, burro e farina per lo stampo.
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Lavorate bene il burro e quando sarà ben montato unite le uova una alla volta. Mescolate con energia e aggiungete sale, pepe e una grattatina di noce moscata, mezzo cucchiaino di senape e un ciuffo di prezzemolo tritato. Tagliate a dadini il prezzemolo e l’Emmenthal, infarinateli leggermente e poi uniteli al composto di uova. Incorporate 300 gr di farina con una cucchiaiata di lievito e aggiungete la panna. Mescolate finchè il composto risulterà omogeneo, versatelo in uno stampo rettangolare da cake imburrato e cuocete in forno a 180° per circa 50 minuti. Prima di sfornare lasciate riposare per 10 minuti. In alternativa potete sostituire l’Emmenthal e il prosciutto cotto con 150 gr di pomodorini secchi tritati e 100 gr di olive taggiasche. Gli altri ingredienti restano invariati. Questa versione è più estiva e il piatto va tagliato a fette e ricomposto prima di servire.
Dolce di ricotta alla mia maniera
Pasta frolla – 300 gr di farina, 50 gr di fecola, 200 gr di burro, 200 gr di zucchero, 2 uova, un tuorlo, 1 pizzico di sale, un limone, vaniglia.
Lavorare il burro con lo zucchero. Unire uova e tuorlo e mescolare fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete il sale, la vaniglia, la scorza grattugiata del limone e la farina. Amalgamare il tutto fino ad ottenere un impasto morbido. Distribuite l’impasto sul fondo e lungo il bordo della tortiera senza lasciarlo riposare.
Per il ripieno prendete due chiare d’uovo, 400 gr di ottima ricotta, 150 gr di zucchero, acqua di fiori d’arancio. ____________ molto bene nel mixer e versare circa 150 gr di marmellata di limoni, possibilmente fatta in casa, aggiungere la crema e amalgamare. Foderare il fondo e i bordi di una tortiera grande e versare l’impasto. Coprire con le rondelle dei limoni della marmellata e infornare a 180° circa, per una quarantina di minuti. Stemperare un po’ di marmellata con un po’ d’acqua e quasi a fine cottura spennellare la torta. Finire la cottura.
Torta alpina
250 gr di cioccolato fondente, 250 gr di zucchero, 250 gr di burro, 100 gr di farina tipo “00”, 125 gr di mandorle tritate, 6 uova intere, sale e una bustina di vanillina.
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Armarsi di pazienza, perché in questo dolce non si mette il lievito. Va lavorato a mano con un cucchiaio di legno per una quarantina di minuti. Mescolare burro e zucchero fino a farne una crema, aggiungere la farina e mescolare il cioccolato fuso e, infine, le mandorle tritate.
Se avete le noci di casa il gusto sarà indubbiamente migliore. Sbattere bene le sei uova, con la forchetta - non usare la frusta elettrica, preziosa in molti casi ma che, come ho detto a Vincenzo, durante la cottura gli ingredienti tendono a separarsi - e aggiungerle alla crema ottenuta con sale e vaniglia. Cuocere per circa 40 minuti a fuoco medio, 165° circa. Bisogna fare attenzione a non cuocere troppo per farla rimanere morbida all’interno.
Semifreddo Antonello
300 gr di zucchero semolato, 100 gr di cioccolato fondente, 50 gr di farina tipo “00”, 25 gr di burro, 11 uova, marmellata del gusto preferito, 12 cucchiaiate di marsala e 6 di cognac, ½ litro di panna e 2 fogli di colla di pesce.
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Foderare con un foglio di carta oleata una placca da forno o una tortiera rettangolare, larga circa 24 cm; ____ , poi imburrare la carta.
Versare in una zuppiera tre tuorli, unire 50 gr di zucchero e con una frusta mescolare bene fino ad averli montanti. Unire, quindi, la farina facendola cadere a pioggia da un setaccio. Quando sarà bene amalgamata, aggiungere gli albumi montati in neve ben soda, mescolando con delicatezza per non smontarli. Aggiungere e amalgamare 1 gr di burro fuso e versare nella tortiera già preparata. Livellare il composto e metterlo in forno, che sarà già caldo (circa 200°), lasciandolo per non più di cinque minuti. A cottura avvenuta, capovolgere la tortiera su un tovagliolo inumidito e lasciare riposare per circa mezz’ora. Levare la placca e la carta e stendere sulla pasta uno strato di marmellata, aiutandosi con un tovagliolo, arrotolare ben stretta la pasta, avvolgere il rotolo nel tovagliolo e lasciarlo riposare.
Ammorbidire in acqua fredda la colla di pesce. Grattugiare il cioccolato. Versare in una casseruola otto tuorli d’ovo unendo lo zucchero rimanente e con una piccola frusta sbatterli bene sino a perfetta montatura che li renderà soffici _________ . Aggiungere un poco alla volta le cucchiaiate di Marsala e di seguito quelle di cognac. Mettere il recipiente a bagnomaria e, sempre mescolando, lasciarvelo sino a che sarà diventato ben gonfio e montato e solo allora toglierlo dal fuoco.
Strizzare la colla di pesce, metterla in un tegamino e lasciarla sciogliere a fuoco bassissimo. Unire alla crema amalgamando ben bene e poi dividere a metà. Versare la cioccolata grattugiata in una casseruola, unire una cucchiaiata di acqua e porre il recipiente sul fuoco e, continuando a mescolare, sciogliere la cioccolata e unire a metà della crema. Quando le due creme si saranno raffreddate, montare la panna. Dividere la panna ben montata a metà ed unirla alle due creme.
Imburrare abbondantemente uno stampo, a pareti lisce, dalla forma desiderata. Levare il rotolo dal tovagliolo e con un coltello affilato tagliarlo a fettine rotonde e sottili. Foderare con le fettine lo stampo imburrato. Versare nello stampo, prima la crema al cioccolato livellandola bene, poi quella gialla.
Porre lo stampo nel reparto più freddo del frigorifero per qualche ora. Al momento di servirlo immergere per un istante lo stampo in acqua bollente, asciugarlo e capovolgere sul piatto di portata.
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P.S. (le foto delle pietanze sono disposte alla rinfusa e non coincidono necessariamente con il contesto della ricetta)
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3 commenti:
Non so quanto conti il Memorial o se sia solamente una questione di memoria. Quella memoria che, in realtà, è più un insieme di sentimenti e sensazioni che una rievocazione di episodi. E' quello spirito che ha basi solide ma che avvertiamo sempre più vitale nel nostro gruppo e che ci fa aspettare con ansia il giorno della partita come probabilmente non ci accadeva da anni. Forse è un'evoluzione di quella stessa ansia che, da ragazzini, ci faceva indossare gli "scarpini" nuovi tutto il giorno prima della partita, simulando improbabili allunghi sui tappeti del soggiorno. Probabilmente si tratta di una voglia un po' più matura, un po' soffocata dagli impegni e da qualche preoccupazione, ma non per questo meno genuina e meno intensa.
La convinzione che siamo su un piano diverso da quello strettamente linguistico della comunicazione, mi ha portato ad eludere un approccio diretto alla Perla con la quale Vice credo abbia fatto uno dei più bei regali di Natale a tante persone: senza dubbio alle Zie che, nonostante le indiscusse doti culinarie si nutrono in realtà quasi esclusivamente di ricordi, legami e sentimenti; al nostro Blogger che comincia a vedere qualche apprezzabile e costante risultato di condivisione del suo prezioso lavoro; a Toni che, al di là della mole organizzativa che resta suo esclusivo onere, vede sotto ogni profilo più apprezzati i suoi sforzi; a me, senz'altro coinvolto emotivamente ma non a tal punto da non riuscire, al di là della piacevole commozione, ad apprezzare in sè queste grandi miniature di intelligente sensibilità o, se preferite, di sensibile intelligenza (ammesso che ci sia una differenza!). Senz'altro il regalo ed il pensiero migliore per mio Padre (che proprio oggi avrebbe festeggiato il suo compleanno) che viveva nel piacere del ritrovo e del ricordo e che proprio per questo aveva dato inizio alla prima edizione della sfida pseudocalcistica.
Credo e spero che sia piaciuto a tutti e che molti vogliano continuare a coltivare quello spirito che tra il serio ed il faceto sta animando le pagine di questo Blog, i nostri pomeriggi "calcistici", gli aperitivi sempre più lunghi, le splendide serate conviviali ed i favolosi week-end toscani.
Personalmente non posso che essere entusiasticamente lusingato che per qualcuno il momento clauzettano sia un po' la sintesi di questo spirito e che il memorial rappresenti una gradita ed imperdibile occasione di rispolverare non solo scarpe e giunture ma anche piacevoli ricordi.
Nulla, proprio nulla da dire ed aggiungere alla perla di Vice ed al toccante commento di Brovedinho che giustamente è stato pubblicato anche come articolo: solo leggere e sorridere, con una piccola lacrima nel cuore, e continuare in quello spirito che si è creato ma che non bisogna mai dare per scontato ed anzi difendere dall'usura e dalle offese del tempo e della vita
Amen
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