CORNACCHIA (10): Baluardo pressochè insormontabile, rende onore al suo nome svolazzando tra i pali. Si procura una contrattura dopo il primo tempo della prima gara, ma rimane stoicamente tra i pali, facendo ricorso a tutte le risorse residue (la zampa sana e le ali). Si rivela essenziale dapprima ipnotizzando la sfera che contro le leggi della fisica fuoriesce dopo aver colto il palo interno e infine con l'intervento d'istinto all'ultimo secondo della finalissima su una palla infida. Para un rigore e mezzo (bastava qualche centimetro di artiglio in più per arrivare a due). Tra gli irriducibili della spaghettata di (oltre) mezzanotte. E' giunta l'ora per gli ornitologi di coniare per lui una nuova classe di appartenenza (così come per altre specie, solo all'apparenza più nobili), che risulti più consona alle innate doti del pennuto.
CORNACCHIA REALE.
LUISA VISSAT (9.5): Per chi scrive, quella offerta sabato dal Kaptàno è la migliore prestazione tra le fila neroverdi degli ultimi 12 anni (prima io non c'ero...). All'apparenza posseduto dallo spirito reincarnato del miglior Zambrotta (Iodice Enrico, nato a Maniago il 06.04.1966 e residente in San Quirino, Via Monte Grappa n° 39/A: i dati per il "Zambro", se volesse sporgere querela nei miei confronti...): robe da esorcista!. Dominatore incontrastato della fascia destra, esibisce uno strapotere fisico quasi imbarazzante, con scorribande offensive ed anticipi a ripetizione in fase difensiva. Non sempre precisissimo nei rilanci a cercare l'isolato puntero d'emergenza Rumiel (che dimostra comunque in ogni occasione di apprezzare lo sforzo). Torna in sé per pochi attimi solo in due fugaci circostanze: quando si avventa come un invasato contro l'arbitro, reo di aver decretato un penalty inesistente in favore degli avversari e quando, per spronare i compagni che latitavano nel gioco, si rivolge allo spirito pallonaro onnipotente che sta lassù, interrogandosi ad alta voce: «Ma c'è un giocatore di calcio?!? Uno?!? Diodiddio!!!» (per la gioia del pubblico di casa posizionato alle sue spalle). Nella finalissima, appone sulla torta farcita a più strati (con panna e crema abbondanti) una enorme ciliegia, con il rigore che si infila dritto nel "7".
POSSEDUTO.
DA ROS (9): Uno dei tre muratori che hanno eretto l'invalicabile muraglia difensiva: cappello di carta, cazzuola, acume tattico e... qualche sana legnata quando occorre. Il senso innato della posizione (e le dimensioni ridotte del terreno di gioco!), gli consentono di sopperire in modo egregio alla sua non proprio elevatissima velocità. La punta del suo provvidenziale piedone arriva praticamente dappertutto (spesso anche sul pallone...), sbrogliando talvolta situazioni di grande pericolo. Quando si pensa al concetto di "sostanza" nell'accezione calcistica del termine, si materializza come per incanto la figura del nostro Diego.
BENETTI SENZA I BAFFI (MA CON QUALCHE BIRRA IN PIU').
IODICE (9): Impiegato nello sgraditissimo ruolo di difensore estremo in marcatura a uomo, riesce a limitare i danni contro gli avversari più giovani, più prestanti, più rapidi, più tecnici, più agili, più allenati, più numerosi, più bravi, più buoni e più abili a tresette e sudoku. Esibisce ancora una volta la sua dote principale, ovvero la straordinaria capacità di mantenere sempre in campo un livello di concentrazione altissimo, in qualsiasi frangente; significativo a tal riguardo il richiamo rivolto all'arbitro per rimuovere un potenziale elemento di disturbo, per sè e per i compagni: «Ma arbitro! Per cortesia, questo odore di salsiccia...». Realizza uno dei penalty che valgono il successo nella finalissima. Tra gli irriducibili della spaghettata di (oltre) mezzanotte.
CONCENTRATO (SULLA GRIGLIA...).
RUMIEL (9): Il suo peso lì nel mezzo (nonostante sia calato di qualche... litro!) si avverte immediatamente: un paio di percussioni ed il gol di testa che decide la prima gara. Poi l'ennesimo infortunio (inguine) che lo toglie dal cuore della battaglia; di lì l'inevitabile abbassamento del baricentro della squadra. Resta comunque a disposizione e si rivede a tratti in campo nell'inedito ruolo di boa d'attacco. Gustoso il duetto con il Kaptàno durante la finalissima, mentre (azzoppato) si sfianca nel tentativo vano di rincorrere i palloni scagliati col mortaio dal difensore con gli occhi bendati.
TE LO DO' IO IL LANCIO LUNGO!
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FANTUZZI (9.5): Che gli altri non me ne vogliano, ma il "Giocatore di calcio" ("G" maiuscola, n.b.!) che qualcuno andava cercando in campo, era proprio lui. Il pallone tradisce un'attrazione fatale per il suo magico sinistro e lì accanto si accovaccia, sicuro come in una cassaforte. Rifinisce per i compagni (avanza una birra da Tatanka per il gol servito su un piatto d'oro!) e sorregge il centrocampo finchè il ginocchio cede; poi resiste ed offre un contributo prezioso anche a "tre cilindri". Sacrifica per la causa l'impegno a cena con fidanzata & C. (chapeau). A segno nella roulette finale dei rigori con una bordata che viene trattenuta a stento dalla rete. Tra gli irriducibili della spaghettata di (oltre) mezzanotte.
MONSIEUR LE FOOT-BALL.
VICENZOTTO (9): Terminale offensivo insostituibile, ma all'occorenza capace anche di sacrificarsi in ripiegamenti difensivi. Splendido per rapidità di esecuzione il diagonale in girata che apre le marcature in semifinale ed indirizza il match sul giusto binario dopo pochi minuti di gioco. Tiene sempre in apprensione la difesa avversaria e permette alla squadra di rifiatare (ah, se ce n'era bisogno!). Purtroppo anche lui finisce sul libro nero degli infortunati: caviglia. Pesantissima la sua assenza in finale.
SPEEDY GOL-ZALES.
CELANO (8.5): Mezzo voto in meno per i pregevoli ma inopportuni "stop a seguire" esibiti a ripetizione (nonostante i pacati suggerimenti tecnici del Kaptàno), ma soprattutto per quel pallone calciato alle stelle in semifinale a pochi centimetri dalla porta, con il portiere inginocchiato a mani giunte (la sfera di cuoio risulta tutt'ora dispersa). Uno come lui, certi errori non se li può permettere (!). Dimostra personalità replicando con un gesto perentorio (abbinato ad una spontanea esternazione) al Kaptàno che gli rinfrescava la memoria sulle gerarchie in campo. Il suo timbro sul trionfo finale, comunque, non manca (se sbagliavi quel gol ti incatenavo sulla sedia del parrucchiere brasiliano, rivolto a testa in giù!).
BOMBER SI NASCE, ED IO, MODESTAMENTE, LO NACQUI!
CASUCCI R. (9): Grandissimo monumento vivente della storia calcistica degli avvocati, dimostra di poter essere ancora validissimo in campo. Dall'alto della sua esperienza, sa regalare momenti di nobile fair-play e dispensare chicche di grande saggezza. Due esempi. Dopo un repentino cambio di passo (!), lo spostamento d'aria provocato dall'intervento a vuoto di un avversario lo sbilancia e lo fa cadere a terra, dopo aver barcollato per circa venti minuti: l'arbitro fischia la punizione, ma Robi rinuncia signorilmente al beneficio concesso («No me gà gnanca tocà!»). In semifinale, nel parapiglia che segue al rigore fantasma fischiato dall'arbitro (che mima la cintura di un attonito Casucci, proprio lui), il nostro riesce a tranquillizzare il Kaptàno esagitato con una spiegazione ineccepibile: «Se mi no gò protestà, ti te devi star sito!». Trova poi comunque il modo di battibeccare con un avversario, tanto per tenersi in allenamento.
STIRPE VINCENTE.
TAURO (9): Altro Titano, anello di congiunzione tra il glorioso passato ed il presente calcistico dei ramarri. Giunge al campo in abiti civili (clamorosa ingenuità per un uomo d'esperienza come lui). Precettato a causa degli infortuni, viene svestito a forza e scaraventato nella mischia con gli scarpini n° 43 del buon Rumiel (il nostro calza il 41: meglio abbondare...). Vede il gioco come pochi ed il merito non sta solo negli occhiali che indossa anche in campo. Si rende utilissimo alla causa e con la sua presenza (unita a quella di Casucci) arricchisce di significato l'inaspettato trionfo.
CHI MI PRESTA L'ASCIUGAMANO?
LANGER (10): 552 km da Vienna a Caorle ed altri 73 da Caorle (dove abbandona moglie e figli al loro destino!) a San Quirino, totale: 625 km per venire a tifare la propria neo-squadra a una settimana dalla firma del cartellino! Una manifestazione di attaccamento ai colori da Libro Cuore. Segue l'impresa dei compagni dalla panchina e dimostra di essere colui che crede più di tutti nel successo finale. Al termine della semifinale, vinta per 2-0, da buon perfezionista riesce a trovare il pelo nell'uovo: «Una sqvadra italiana defe fincere con un zolo gol di scarto, se ce ne sono due alora significa che è stata trascurata la fase difensifa! ;-)». Negli intervalli tra una gara e l'altra, ne approfitta per riprendere confidenza con il pallone e... con il gol!
GRAZIE DI ESISTERE.
POLLINI (10): Il navigato condottiero gestisce con grande sapienza il suo prezioso e risicato parco giocatori; i cambi intervengono sempre nel momento più opportuno e si rivelano sempre azzeccati, poco importa se sono un tantino "forzati" (esce l'uomo infortunato ed entra l'unico in panchina). A fine gara, al chiosco, rivela delle insospettate doti canore sulle note della mitica "Coca Band"; se c'era il Karaoke avrebbe dato spettacolo... Pollini che si allontana nella notte, caracollando, con la coppa stretta in una mano, è un'immagine poetica che andrebbe immortalata in un quadro d'autore.
LITTLE TONI.
COCA BAND (10): Un salto indietro nel passato con la macchina del tempo, ma loro sono ci tornati a piedi!
MITICI.
15 commenti:
Prima "STASERA..."
Poi "DOMANI..."
Mr. Blogger, sembri Totò che diceva "Cosa ti ho detto ieri? Domani ti pago! ed io domani ti pago!..."
Mr. Blogger, detto anche Totòdice...
Scusa ma a che ora domani?
Totòdice...bella questa...
I lettori del blog meritano rispetto...E' tutta la notte che aspetto le pagelle...soprattutto mi interessa il voto a Rumnold...
Se le pagelle non vengono pubblicate entro 48 ore dall'evento cadono in prescrizione...
è un'agonia....
... mi ho beccato ad aver già cliccato 5 volte sul blog stamanattina.
Mr. Blogger finisci l´incubo ...
....che ansia
Konkordo nei foti per tutten i giocatoren dela skqvuadra, tranne quello per Tatanka:
Anke lui merita un nove. Si è mangiato un gol nela semifinale, va bene, era kolpo del kampo skabroso. ;-) Afefa però giá segnato prima. Un gol basta per una sera. Dunkquve non rimproverarlo solo perke non korre molto. Ki segna non defe korrere. Vifa la solidarietà tra noi attakkanti.
Il Bomber Austriaco
questo è un cabarettista...
Volevo aggiungere quanto mi è piacuto vedere Toni Pollini in panchina con la maglia d´onore del FC Insolvenz assegnatalo a Vienna una settimana prima!
Stefan
dieci a tutti.
Da titolare del diritto-dovere di fare le pagelle condivido l'ironia nel dare i giudizi ai protagonisti.
Voti così penso che non ne vedremo più...ma era calcio a 7...
Totòdice, hai dimenticato anche "avversari più belli"...
...non ce n'erano... ;-)
Anonimo, chi sei????
Ragazzi, anziché cliccare subito su "Pubblica commento" basta cliccare prima su "Nome" , poi scrivere il proprio nome nell'apposito spazio ed infine dare l'invio alla pubblicazione e così sappiamo chi sono gli autori delle minchiate che scriviamo (compresa questa)
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