Cornacchia:
sentendosi più solo del sottotenente Drogo allarma più volte la
difesa per un attacco che fortunatamente non arriva mai. Ottime le
uscite al piede. Desertico. VOTO: 6,5
Cesaratto:
fra lo stupore generale il saldo dare/avere delle legnate si chiude
in passivo. Nonostante sia indice di pulizia difensiva, siamo certi
che nella prossima partita il nostro abile contabile si attiverà
quanto meno per il pareggio di bilancio. Revisore dei conti. VOTO:
7,5
Contento:
insieme ai compagni di reparto erge una diga degna di Papà Castoro.
Gli avversari non lo impensieriscono praticamente mai. Capitan
Costanza. VOTO: 7,5
Molaro:
Apostrofato con parole d’elogio dal Presidente Pollini con
riferimento al suo mancino, risponde a tono con un’incisiva
blasfemia gastronomica sudtirolese. Deve ancora calarsi appieno nella
filosofia del “lancio lungo alla viva il parroco”. Creativo.
VOTO: 6,5
Pergola:
rientra in campo dopo un’assenza protrattasi a lungo e nel finale
non manca una palla di testa. Solo un falso allarme l'urlo alla
Tarzan nel finale. Prezioso. VOTO: 7
Fasan:
torna dopo l’influenza, la ricaduta e la ricaduta della ricaduta.
Argina con efficacia le costanti sovrapposizioni del prestigioso
terzino fluidificante in calzamaglia. Considerando le ripetute
sventure influenzali fa ampiamente il suo. Ala Virale. VOTO: 6,5
Gasparini:
ogni volta che viene puntato nell’uno contro uno trafuga la palla,
i parastinchi e la dignità all’avversario. Ottime le chiusure da
libero. Lupin. VOTO: 7,5
Zaffino:
partita di sostanza, argina l’avversario e spinge quando può. Un
po' in calo rispetto alla prestazione scorsa ma comunque ampiamente
sufficiente. Marchisio de noaltri. VOTO: 6,5
Coan:
dopo tre tentativi alle stelle ritrova la gioia del gol con un
diagonale che chiude la partita. Data la cospicua affluenza allo
stadio, il Mister gli tributa la giusta standing
ovation
con un incoraggiante “Stefano,
saluda tuti e vien fora”
che passerà alla storia del calcio. Incrociatore. VOTO: 7
Zanardo:
piazzato fra le linee si caratterizza per un buon fraseggio in fase
offensiva unito ad una flebile vocazione al ripiegamento. Mette a
Tirelli la palla sui piedi per il possibile doppio vantaggio. “Suo
figlio è bravo ma si accontenta del sei”. VOTO: 6
Tirelli:
la sua sete di gol viene saziata meno di quella di un alcolista in un
magazzino di cedrata. Scherzi a parte, per un attaccante i periodi di
odi
et amo con
il gol capitano. Buono in fase di rifinitura. Catullo. VOTO: 5,5
Da
Ros: nonostante abbia cambiato più ruoli lui in tre partite che
Casini coalizioni, fa sempre il suo nei minuti finali. La mediana con
Rumiel e Cesaratto è stata considerata arma impropria dalla dottrina
maggioritaria. Modellabile. VOTO: S.V.
Rumiel:
l'assunzione massiva di Mate argentino gli ha permesso di non perdere
lo smalto anche in carenza di allenamento. Il fragore di un suo
intervento da mediano a metà del secondo tempo ha superato la soglia
di decibel consentiti. El Gaucho. VOTO: 7
Capuzzo:
un antilope. Anticipa il leone che lo inseguiva ed insacca con una
palombella il “giraffico” portiere avversario. Gol da
documentario. WWF. VOTO: 7,5
Martini:
questa volta poche occasioni per ferire dato l'ingresso in campo in
un momento avverso della partita. Si mette dietro la linea e aiuta in
copertura. Gregario di fiducia. VOTO: 6,5
.
5 commenti:
Stupendo!
Preservatelo (nessun doppio senso)!
Aggiungo un mio voto (7,5) alla tribuna dei tifosi (Massimo, il Prof. e finalmente il mitico Vice!!!)
Io mi permetto di aggiungere un voto, quantomeno per le ultime tre partite a cui ho partecipato, a Enrico the blogger per la sua costanza e i suoi incoraggiamenti: 9
Angui
e spero che non si offenda per aver svelato che se la fa con Costanza.....
Angui
Angui... te vojo bbbene!!! Quasi quanto ne voglio a Costanza...
Traendo spunto da un trafiletto edito da "Delinquenti prestati al mondo del pallone" vi spiego il senso del calcio per quelli come me che non sono dotati di tecnica sopraffina.
Perchè tu e lui avete un appuntamento. Lo sa lui, lo sai tu. Un appuntamento in cui bisogna mettere in chiaro le cose. Un appuntamento per far capire chi comanda. Un appuntamento per far capire cosa succede a chi prova a fare il furbo. Un appuntamento che, dalla Champions League fino ai più sporchi e putridi campi di provincia, è immancabile. Un appuntamento che ogni attaccante vive con terrore. Un appuntamento che fa luccicare gli occhi ad ogni difensore.
Un appuntamento con il destino. Poi, neanche il tempo di pensarci, e l’occasione si materializza. Sono passati tre minuti dall’inizio della partita. Lui è lì, ti sta puntando, con quelle scarpe fluorescenti che vorresti far bruciare nel fuoco dell’inferno. Lui è lì, ti sta puntando, con quello chignon che vorresti tirargli giù con la forza. Lui è lì, ti sta puntando, provando quel doppio passo che ha visto fare a certi saltimbanchi su Youtube.
Lui è lì, ma ci sei anche tu, e sai benissimo cosa devi fare. Allunghi il piede, carichi la botta, colpisci senza pensarci. E’ la soddisfazione più grande della tua esistenza. E’ il tuo primo e unico amore. E’ il tuo modo per mettere in chiaro le cose. E’ la stecca intimidatoria nei primi 5 minuti di partita.
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