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mercoledì 12 maggio 2010

QUI BUDAPEST - Il diario di bordo: domenica 9 maggio

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BUDAPEST / CORDENONS (PN) - Mesto risveglio, così come si confà alle mattinate che preludono al rientro... La colazione è un momento significativo della giornata, poiché vi è modo di raccogliere aneddoti e indiscrezioni (da 90 a 360 gradi!) sulle serate e sulle nottate trascorse. Ecco allora che scopriamo le straordinarie performances del Conte Andrea Landini Bellotto della Torre, capace di sovrastare l'hi-pod a palla che il serafico Simonato si è sparato in cuffia nel vano tentativo di difendersi dall'assordante fragore del motore a scoppio. Ed ancora lo stakanovista imprenditore potentino titolare della avviatissima "Segheria da Gegè", che sfrutta gli operai imponendo lo straordinario notturno senza soste per segare decine e decine di sequoie millenarie; il lavoro è prolifico nonostante gli svariati tentativi di sabotaggio dei compagni di stanza (Iodice-Cornacchia), che vanno dal classico verso di richiamo della gazza ladra al fischio tradizionale, dal lancio della ciabatta allo sputo di stizza. Ed infine Lui, l'uomo dei treni, il grande "Rail Man" che, raccolti sotto l'esperta ala protettiva i cuccioli Casucci, indossa la divisa da capo stazione e si abbandona alla travolgente passione... per i modellini di treno! La giornata riserva ancora qualche ora a disposizione per girare a zonzo per Budapest e magari per combinare qualche altra minchiata, prima della partenza fissata per le 14:00. E qualcuno, come era logico desumere, puntualmente non si lascia sfuggire l'occasione... Eccovi dunque il racconto de "Il miracolo della spina umana della birra". Il quartetto Pergola-Cornacchia-Gurnari-Iodice, a spasso nella città alta di Buda, per non lasciare l'Ungheria senza aver assaporato l'emozione dell'approccio con le bellezze locali (tanto decantate dai compagni più... "esperti"), piazzava il colpaccio trovando modo di rimorchiare una tavolata intera di avvenenti pensionate intente ad esibirsi nella nobile arte del canto. Età media 70 anni, altezza media un metro ed un boccale, peso medio 85 chili. Quando il buon Gegè, dopo la terza birra ed il secondo hot-dog, esternava elegantemente ai compagni una sua impellente necessità («Ci vorrebbe un cesso!»), l'ottimo Gurnari replicava con una mimica facciale degna del miglior Alberto Sordi ed una gestualità essenziale ma straordinariamente efficace, volgendo lo sguardo verso la tavolata vicina e guarnendo il tutto con un semplice: «Beh...». Seguiva immediata un'esplosione incontrollata di risa che sorprendeva Iodice nell'atto di deglutire l'ennesima birra. Ed ecco "Il miracolo della spina umana della birra" che si compie: scampata la tragedia (per alcuni brevi ma drammatici istanti - durante i quali ho visto scorrere davanti agli occhi i momenti salienti della mia vita - ho avuto la netta percezione che sarei morto soffocato), la birra inizia a schiumare copiosa dalle narici, tra le fragorose risate dei compagni e delle stagionate donzelle (evidentemente ignare del motivo che aveva suscitato cotanta ilarità), che continuavano ad alimentarsi a vicenda per lunghissimi minuti. Bei momenti di vita, non c'è che dire... Si rientra in albergo per gli ultimi preparativi prima della partenza; questa volta tutti sono puntuali ed alle 14:15 siamo in marcia. Anche nel viaggio di ritorno c'è spazio per il momento musicale: il pezzo che viene immolato sull'altare della cazzata questa volta è "Dieci ragazze per me" di Battisti che nella versione rivista e corretta by Brovedinho diventa "Dieci minuti per te" (sottotitolo "Toni e il Kaptàno"): alla chitarra Angelo Casucci, alla voce il trio canoro dei "Minchiones". L'esibizione riscuote un discreto successo tra il pubblico pagante e viene molto apprezzata anche dai due protagonisti (Pollini, al primo ritornello, rischia il soffocamento da risata grassa, ma per fortuna tutto si risolve solo in una grande paura). Sosta veloce alle 17:00 in terra slovena per dare sollievo alle vesciche e poi si riparte (l'autista, che in mattinata ha formalmente contestato l'ora tarda fissata per la partenza, freme per il rientro). Frattanto la gentil coppia Sbrizzi-Tonon distribuisce lezioni gratuite di briscola a chiunque capiti a tiro. Alle 20:00 imponiamo all'autista, che accetta suo malgrado, la sosta per la cena. Le ultime speranze di ricucire lo strappo con il Mazzariol svaniscono definitivamente quando Pia Casucci, accomodatasi con la famiglia al tavolo del solitario Sergio (appartatosi bestemmiante), si rivolge a quest'ultimo e sbotta: «Possiamo fare presto per favore? Domani mio figlio ha compito in classe!». Olè! L'autista, digrignando i denti, si alza e se ne va. Dopo la cena comincia ad affiorare la stanchezza (abbondantemente giustificata) e nel pullman regna il silenzio più assoluto, interrotto di tanto in tanto dal miagolio inconfondibile dei gatti in calore... Poi, improvvisamente, dopo oltre sessanta ore ininterrotte di "apnea simbiotica da accoppiamento", "Gattone" Vissat riemerge ed abbandona il nido d'amore della prima fila per trasferirsi in fondo alla corriera. Lì, segrega in un angolo il povero Casucci dopo avergli rifilato in braccio la chitarra e comincia a sbraitare a squarciagola, con il povero chitarrista che tenta invano di limitare i danni cercando almeno in parte di coprire la voce con il suono. Inizia un flusso di massa verso i sedili delle prime file, ma purtroppo non c'è posto per tutti, così più di qualcuno è costretto a subire la violenza acustica dell'invasato. Dopo un'ora di calvario, il tradizionale discorso di fine gita di Pollini (invocato a gran voce!) riesce finalmente ad interrompere l'assolo psichiatrico del Kaptàno ed a mettere definitivamente fine allo scempio: ci sono belle parole per tutti, autista compreso... Prima dell'arrivo, il premuroso Toni vuole sincerarsi delle condizioni del pennuto naoniano, in silenzio da un pò e rintanato in un angoletto a consumare il suo mangime: «Come sta il mio amico Cornacchia?». Dal fondo del pullman (una zona che in questi tre giorni si è rivelata una fucina inesauribile di strepitose minchiate) si leva la voce di Brovedinho a rassicurare il capo-comitiva: «Tranquillo Toni, ha mangiato e adesso gli abbiamo appena cambiato il giornale sotto...». La corriera esplode! A scoppio ritardato, causa fuso orario, parte l'inconfondibile risata di Toni, con piegamento all'indietro e mani sul volto. La corriera riesplode! Alle ore 23:00, con l'arrivo a Cordenons presso la Residenza Pollini, si chiude infine ufficialmente l'avventura dei ramarri in terra magiara. Anche stavolta non ci siamo annoiati troppo... Alla prossima...
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4 commenti:

vice ha detto...

Che dire! Bella gita. Due encomi solenni. Enrico-the-blogger per la solita, ma non banale, capacità di rimettere in ordine fatti, "fatti", luoghi e persone. La seconda allo spettacolo, all'estasi, offerta da mr Brosolo, Re unico di queste giornate, anche se indubbiamente messer Piero e molti altri hanno evidenziato gran caratura nell'attività del gioco. Una menzione speciale a Toni che - anche se mi lascia fuori dal gioco ma non importa, ovviamente - resta "deus ex machina" di quasi tutto, dalle meravigliose torte salate, al pic-nic nei pressi di Tatabanya, nella meravigliosa campagna di verde e colza ungherese. E poi un pò a tutti. Magiari, Austriaci e/o altre nazionalità che sono state parte della "tre-giorni-in-Buda". Grazie.

Stefan Langer ha detto...

... pic-nic nei pressi di Tatabánya ? ...

Dove siete stati? Avete sbagliato strada (M1 per Vienna invece della M7 per il Balaton?) nel viaggio di ritorno? Altrimenti non si finisce nei pressi di Tatabánya. ;-)

vice ha detto...

Caro Stefan,
probabilmente hai ragione. Forse la strada era quella, forse il pic-nic meritava un allungo, forse Tatabaya era solo scritto sui bidoni dell'immondizia...figurati, così va il mondo!

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie