PORDENONE – Non ci era mai capitata una situazione di così grave impaccio prima d’ora: la vittoria del Milan al Memorial Brovedani può essere omologata o va invece revocata? Dovevano essere calciati i rigori? Quali sono i criteri per l’assegnazione del titolo? Vista la condizione di assoluta emergenza, con questa incertezza che logora gli animi e si insinua subdolamente facendo scricchiolare solidi rapporti di amicizia costruiti negli anni, ci siamo rivolti ad un grandissimo esperto della materia, il Professor Gian Beonio De Bacco. Giurista di... "fame" mondiale, originario di Brindisi e travasato a Marsala in età scolare, anch’egli fu protagonista negli anni che furono della triste “fuga di fegati” italiani all’estero con il suo trasferimento definitivo oltralpe in quel di Bordeaux; grande esperto di diritto sportivo a tutto tondo ed in particolare di quello applicato alla disciplina del calcio (e non solo), massimo esponente di quella Dottrina che sposa l’innovativo indirizzo “epicureo” del diritto, è titolare da oltre vent’anni della cattedra di “Droit sportif et de la table” alla prestigiosa Universitè du Droit Alternatif, nella ridente cittadina transalpina di Cognac. Il De Bacco, soprannominato dagli intimi “De iure bibendo”, è noto nell’ambiente per le sue innumerevoli pubblicazioni d’avanguardia e per i suoi saggi di dottrina sul diritto “meta-calcistico”, tra cui ricordiamo “La sfera liquida”, “Tecniche di reidratazione” e “Il Chiosco, questo sconosciuto”. Lo abbiamo avvicinato nella sua splendida ed inconfondibile residenza, dal design un tantino eccentrico che riproduce fedelmente la forma della botte in rovere, per chiedere lumi ed uscire quindi dall’impasse. Ebbene, il professorone (che vediamo qui sotto a destra ritratto in uno “storico” dipinto), interpellato sulla spinosa questione dell’assegnazione del Memorial Brovedani, che oggi tiene banco, ci ha offerto un parere articolato, con una esposizione argomentativa di certosina fattura, offrendo persino degli spunti filosofici ma, soprattutto, dissolvendo ogni dubbio in merito.
«La gara non ha inizio con il trillo dell’arbitro e non può certamente ritenersi conclusa con il triplice fischio dello stesso…», esordisce il luminare. «Il calcio, come ogni competizione agonistica, affonda le sue radici nel substrato umano. Il calciatore, prima di essere calciatore è uomo! L’uomo esiste prima e dopo l’evento agonistico, tant’è che le sue prestazioni sono legittimamente condizionate dall’esistenza pregressa. Ora, fatte queste dovute premesse, come si può pensare di “ricompensare” l’atleta solo ed esclusivamente per quel misero spicchio di vita (circa due ore, doccia compresa) espresso sul rettangolo verde? Qui si tratta di far valere un basilare principio di lealtà sportiva: il risultato deve innanzitutto essere stato conseguito a parità di condizioni, diversamente non sarà omologabile; secondariamente, qualora il responso del campo non sia in grado di dirimere la contesa, si renderà necessario fare ricorso ad un criterio di valutazione integrativo che tenga conto, nel senso di cui alla premessa, della prestazione globalmente e concretamente offerta. Ecco allora che, se tutti i contendenti muovono dalla stessa linea di partenza, che per maggior chiarezza potremmo identificare con la metafora illuminante a me cara della “bottiglia colma”, ciò che assumerà rilevanza in un’ottica premiale, sarà proprio quel quid pluris offerto nell’immediatezza dello sforzo agonistico (un concetto che tendenzialmente ricomprende un lasso di tempo che può arrivare talvolta fino alle 24 ore successive alla prestazione sportiva). Venendo dunque al caso di specie, a fronte di un teorico e completo equilibrio che origina questa imbarazzante fase di stasi, risulta dirimente la condotta tenuta dagli atleti nell’immediato post-gara. So che in merito a tale condotta esistono due scuole di pensiero, una più pragmatica e restrittiva, un’altra più aperta alla vita e più positiva: personalmente il mio innato ottimismo mi porta, in ogni situazione astrattamente interpretabile secondo direzioni opposte, a voler vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Tornando a noi, quindi, mi pare senz’altro di poter concludere che, per quanto riferitomi, se ben tre membri della medesima squadra (leggi: Milan) si sono distinti rispetto a tutti gli altri per essersi trattenuti fino alle prime ore dell’alba a bivaccare selvaggiamente, pur risultando apprezzabile lo sforzo di taluni altri (leggi: Juve) trattenutisi ad oltranza al chiosco del campo sportivo, ciò valga ad incrementare certamente il "quoziente valore” della prestazione della prima compagine di appartenenza, con conseguente rottura dello stallo in favore della stessa. La chiara evidenza dei fatti ci consente peraltro di non dover scomodare l’antipatica aggravante in danno della seconda squadra, che annovera tra le proprie fila un sedicente calciatore notoriamente astemio. Mi auguro di essere stato sufficientemente chiaro ed esaustivo…».
Non ci pare il caso di aggiungere altro: vittoria ai “piatti di rigore” (così Brovedinho) omologata, Milan campione al Memorial Brovedani 2011!
L’epilogo di questa intricata vicenda ci regala un insegnamento che vale anche come monito per il futuro: mai sottovalutare, per nessuna ragione, l’importanza del “terzo tempo”!!!
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7 commenti:
Grande Enrico!
Per l'anno prossimo vorrei sapere in anticipo se la prestazione nel terzo tempo conta solo in caso di parita' o se posso sostituire un gol mangiato con una bottiglia di ribolla spumantizzata bevuta. ;-)
Stefan
Tutte le informazioni per la trasferta di mercoledì a Mestre su:
http://www2.comune.venezia.it/sport/impianti/index.asp?scelta=leggi&tipo=11
...segue (per i più pigri):
Informazioni per raggiungere l'impianto in auto:
dalla tangenziale di Mestre - uscita via Castellana - proseguire indicazione "Mestre Centro - Carpenedo" all''incrocio con viale Garibaldi svoltare a sinistra e seguire le indicazioni "Stadio Baracca".
Quanti siamo per mercoledì ? Per cosa si gioca ? Non capisco il significato del termine "amichevole".
Juliocesar
Carissimi compagni, domani non potro' esserci in quel di Venezia. L'elicottero della squadra e' in officina quindi dovro' restare in Sardegna. In culo alla balena per domani. Stefan
Ciao a tutti.
Sarei venuto volentieri a giocare, ma l'unghia dell'alluce mi dà ancora qualche problema, sarà per la prossima.
P.S. Il fastidio è superato ogni volta dal pensiero che, se l'infezione mi fosse venuta a Dublino, anzichè appena tornato, mi sarei rovinato i nostri bellissimi giorni nella verde Irlanda. Quindi me la prendo in allegria.
Emo
Cari Emo e Stefan,
ci mancherete e cercheremo di fare la vostra parte sia in campo che, soprattutto, nel terzo tempo (Dublino docet)!
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