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lunedì 31 dicembre 2012

L’INNOVAZIONE TATTICA – Un’arma in più per i ramarri: il Mister in panchina con le... trottole!


PORDENONE - La forza di una squadra, si sa, è data oltre che dal materiale umano a disposizione, anche dal suo allenatore: non basta infatti annoverare tra le proprie fila dei raffinati solisti, se poi non vi è un grande maestro a dirigerli. Gli allenatori di calcio svolgono quindi un ruolo fondamentale nell’economia della squadra e c’è da dire che nel calcio moderno la preparazione tecnica e tattica sono oramai generalmente diffuse, passando attraverso l’applicazione maniacale degli schemi, lo studio meticoloso sulla carta di ciascun particolare e la vivisezione di filmati e riprese di ogni genere. Quale è allora la dote che consente ad un allenatore di elevarsi al di sopra della media per assurgere ad un livello di riconosciuta eccellenza? Non vi è dubbio che a fare la differenza sia lo spessore tecnico nella sua espressione più istintiva, ovvero quella intelligenza tattica che consente di leggere alla perfezione le dinamiche di gioco che via via si susseguono durante una gara e di plasmare la squadra in base alle esigenze anche in corso d’opera. Assumono quindi spesso un ruolo decisivo ai fini del risultato le sostituzioni effettuate nell’arco della partita. Quante volte è capitato che l’uomo della provvidenza, rilegato sistematicamente tra le riserve, si alzi dalla panchina, entri in campo e decida poi l’esito di una sfida? Pensiamo ad Altafini per la Juve (anni ’70), Massaro per il Milan (anni ‘90), Celano per gli Avvocati Pordenone (anni bui). Ecco perché proprio il momento cruciale dell’avvicendamento tra giocatori in corso di gara genera sovente aspri contrasti o disparità di vedute che contrappongono le scelte dell’allenatore ai desideri dei tifosi, alle intenzioni dei giocatori o addirittura alle pretese dei Presidenti.
Sono note a tutti le “staffette” che nella storia hanno originato interminabili polemiche, dividendo in eterno le opposte fazioni e creando talvolta mugugni anche tra i protagonisti stessi: basti ricordare, tra i tanti, gli epici dualismi tra Rivera e Mazzola o Angelo Casucci e Diego Da Ros. Cambi spesso preordinati a prescindere da ogni evento, senza curare le esigenze effettive emerse dal rettangolo di gioco: la morte del calcio inteso come espressione viva di un gioco ragionato ed in continua evoluzione. E che dire poi dei numerosi Presidenti cosiddetti “mangia allenatori” dell’epoca moderna: Cellino (29 allenatori, 35 esoneri), Zamparini (46 allenatori, 32 esoneri), Spinelli (29 allenatori, 18 esoneri), Corioni (29 allenatori, 18 esoneri), Moratti (17 allenatori, 12 esoneri), solo per fare alcuni nomi. Troppo facile cacciare l’allenatore con il pretesto di un mancato o errato utilizzo di un giocatore piuttosto che di un altro; nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare di petto il problema, nel tentativo di offrire una soluzione nell’interresse comune. E’ per questo che il Patron tuttofare dei ramarri Toni Pollini va considerato un autentico pioniere, un geniale antesignano della tattica calcistica: egli, grazie alla brillante intuizione presentata in occasione della recente cena natalizia di squadra, ha aperto una nuova strada che certamente troverà innumerevoli consensi. Nel rinnovare la fiducia (quasi) incondizionata a Mister Grigoletti («Se non centriamo la promozione, lo licenzio!») e guardandosi bene dal compiere inopportune ingerenze nella gestione tecnica della squadra (a differenza di numerosi suoi illustri e più facoltosi “colleghi”), ha presentato all’attenta platea un rivoluzionario sistema per effettuare le sostituzioni, in grado di garantire un concreto e “democratico” apporto nella gestione dei giocatori e consentendo al tempo stesso di mettere al riparo il tecnico dalle immancabili e spesso ingenerose critiche.
Il vulcanico Presidente ha estratto dal cilindro due trottole, una grande con impressi i numeri da 2 ad 11 ed una più piccola con la numerazione da 13 a 19, dopo di che ha proceduto ad illustrare la sofisticata tecnica con un esempio pratico: giro di trottola grande (esce n° 5), giro di trottola piccola (n° 19), et voilà, la sostituzione è compiuta senza il timore di alcuna rimostranza! Mister Grigoletti, visibilmente commosso da questo gesto sincero che testimonia la grande stima che Pollini nutre nelle sue capacità di allenatore ed in particolare nella sua spiccata abilità di saper scegliere i cambi più adatti in corso di gara, ha accettato di buon grado l’ausilio tecnologico offertogli dal Presidente. Il 2013 calcistico sarà dunque contrassegnato da un innovativo rito in panchina: dopo l’acqua benedetta di Trapattoni, il cappotto portafortuna di Ulivieri, il rosario di Ancelotti, avremo le... trottole di Grigoletti! A lui il compito di... farle girare!
Ah, se il buon Ferruccio Valcareggi avesse avuto a disposizione le trottole di Grigoletti nella finale mondiale di Messico ’70... chissà, forse quei criticatissimi 6 minuti in campo di Rivera...

3 commenti:

Ugè ha detto...

Tanti auguri a tutti, belli e brutti!

Soprattutto a me, visto che il primo numero uscito sulla trottola è il n. 5 .....

Buon 2013 ! ! !

koala ha detto...

Auguri neroverdi a tutti

Il Gobbo ha detto...

Buon 2013 a tutto il team!