Brosolo:
valore aggiunto in campo. Paga la relativa imposta l'ultima serata in
discoteca, dove i corvini autoctoni dimostrano d'aver studiato
scrupolosamente le consuetudini italiane in materia di custodia dei
beni. Internazionalista.
Iodice:
rischia subito la vita scambiando la pista ciclabile per il
marciapiede. Da quel momento inizia la cura a base di lieviti e
luppolo che gli consentirà di aumentare esponenzialmente la
concentrazione sia in campo che fuori. Miracolato.
Luisa
Vissat:
dopo cinquantadue allegretti bavaresi, l'interpretazione di “Nel
blu dipinto di blu” di Modugno ha donato nuova linfa
all'Hofbrauhaus. Testimoni sostengono di aver visto le palle di
patate rimbalzare a tempo sui piatti. Corifeo.
Capuzzo:
subito dopo aver divorato un gol da esplosione delle coronarie,
ripaga la piena fiducia accordata dalla panchina al suo pallonetto
con una citazione rumielesca e il più classico dei gesti
dell'ombrello. Viene premiato come capocannoniere con due baci dalle
madrine dell'occasione. Telelelemusciunariofrr.
Ros:
il Bostik che teneva insieme gli spatzle e la mistica patata sferica
erano, singolarmente, idonei a produrre energia aerofagica per tutto
il sud della Germania. Ha l'ardire di tentare la combo che scatena
una guerra di trincea nel suo stomaco. Costretto a saltare l'ultimo
giorno di sfide, festeggia comunque alla grande il primo titolo
europeo con la squadra. Ardimentoso.
Costanza:
il suo cognome non è casuale. Ogni mezz'ora, puntuale come il
rintocco di un orologio, scatta la nuova pinta di birra. È lui il
vero vincitore del terzo tempo. Rischia la tragedia in metropolitana
quando ironizza sul successo politico avuto da un connazionale di
Tropea. Nomen
Omen.
Tomè:
il più odiato da Morfeo, dorme quattro minuti in tre notti.
Ciononostante, in campo corre come se non ci fosse un domani. Entra
sul 3 a 1 per arginare le perdite di birra sulla fascia sinistra.
Dopo la Red Bull di sabato sera, l'ora presunta di addormentamento è
prevista per le 23 di mercoledì. Inestinguibile.
Cesaratto:
il trionfo al torneo del terzo tempo non potrà mai cicatrizzare la
ferita che si è procurato nella sanguinolenta disfatta a morra con
Micol. Arato per tutta la partita dalla veneziana, ha accampato per
il resto della vacanza improbabili scuse riguardanti la presunta
partecipazione di un primate in sua vece. Busiér.
Ragogna:
da subito non si trova d'accordo con la formula adottata per
l'abbonamento ai mezzi pubblici. La riconciliazione con la squadra
avviene con la rovesciata nel finale contro l'Insolvenz. Gli eredi di
Carlo Parola temono dopo la convocazione straordinaria del C.d.a.
Panini. Didascalico.
Da
Ros:
compensa la pur onesta resistenza in campo con una resistenza alla
birra che difficilmente trova eguali. Memorabile il conto manuale
crescente delle birre il venerdì sera. A quando una sfida con PF?
Duellante.
Contento:
di cognome e di fatto. Arriva anche per lui il primo successo europeo
come componente della difesa meno battuta del torneo. I rientri
tempestivi in hotel non hanno concesso allo scrivente grandi
opportunità di snocciolare perle notturne. Probo.
Tauro:
il
suo proverbiale ottimismo accompagna tutta la parabola discensionale
del pallone sul gol di Pinciagrilli. Risponde con una risata al
Kaptano quando a quest’ultimo si chiude la vena in testa e
rivendica la propria potestà decisoria in campo. Conciliatore.
Gullo:
ossigeno puro quando smazzocca al punto giusto in mezzo al campo.
Allieta i compagni di pulmino milanisti sfoderando una compilation
degli inni della Juventus dal 1800 in poi. Non sappiamo cosa potrà
succedere dopo il successo all’andata con il Real. Siete già
passati. Incorreggibile.
Fasan:
registra alcuni problemi con il volano alla partenza ma rimedia
prontamente. Arrivato a Monaco cambia sport e mette la quinta. Il gol
salva-torneo nel finale con Amburgo e l'eurogol al volo con Insolvenz
coronano un torneo giocato alla grande. Provvidenziale.
Durat:
continua ad essere restio nei confronti delle borse da calcio ma non
abbandona mai le magiche scarpette legate insieme con i lacci. In
discoteca fine interprete di una commedia goldoniana quando ricorda
le difficoltà fognarie veneziane ai residenti. Numero
uno.
Martini:
a dispetto delle abitudini sbaglia un paio di stop di petto. Gli
capitano per le mani un paio di palle bollenti che non trasforma in
fainate. Con il Pincia mette comunque a disagio tutte le difese
avversarie e tiene un sacco di palloni. Prezioso.
Zaffino:
la schiena non gli dà tregua. Ma il suo vero problema è il compagno
di stanza che, effettuati i rifornimenti, inizia la contraerea in
camera costringendolo a lambire i confini della stessa. Si prende la
giusta rivincita l’ultimo giorno, dopo una fase preparatoria di
quattro giorni, scaricando una bomba batteriologica marina. Brown
submarine.
Bellotto:
Toni fino all’ultimo ha provato a schierarlo in campo. Si riscopre
mental coach della squadra diffondendo consapevolezza nell’ambiente.
Dopo aver visto PF in forma, ha rivisto la sua idea di offrire la
cena dello studio a fine anno. Jucas
Casella.
Pergola:
alla prima partita subito un ringraziamento sentito all’Altissimo.
Di lì fa un voto impegnandosi a non rientrare in hotel prima delle 4
del mattino. Espia l’ultimo peccato in occasione della “gullazione”
nel viaggio di ritorno quando è costretto a sciropparsi le esultanze
juventine. Canonico.
Gurnari:
il viaggio d’andata del duo diabolico ha visto più curve del
Piper. Nonostante ciò, continua l’andamento ondulatorio con il
pallone facendo ammattire i centrocampisti avversari. Che
giocatore.
Pollini:
la gioia per la vittoria annunciata a Natale è inversamente
proporzionale alla grandezza della coppa ricevuta. Alle premiazioni
va in trance e manca uno scalino trovandosi parallelo al terreno.
Viene prontamente issato dai compagni che lo riconducono sul binario
dei festeggiamenti. Profeta.
Montico:
sostiene alla grande i ramarri con i quali condivide in toto le gioie
della vittoria. Attimi di panico per lui quando Durat varca la soglia
della discoteca con animo pugnace e lui è l’unico deputato a
sanarne i contrasti. Salvatore.
Coan:
ritorno alle origini fra i pali. Scatena l’ilarità della panchina
quando mistifica il punteggio contro la formazione viennese dopo i
tre gol neroverdi. Viene deriso dai compagni per aver perso
all’ultimo minuto l’imbattibilità subendo un gol
preterintenzionale di pancreas. Beffato.
Spedizione
Neroverde:
dopo un primo giorno bruttino a causa dei bagordi della serata
precedente, entra in campo il giorno seguente con nuovo smalto e
insegna il calcio. L’intesa viene creata soprattutto fuori dal
campo dove tutti e trentaquattro gli effettivi formano un'unica
anima. Aveva gli occhi neroverdi dell’amore. VOTO:
10.
.
2 commenti:
Grandissimo! L 'anno prossimo ti regalo il canzoniere dei gazosa
Grandissimo! Bravo Stefano.
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