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lunedì 20 febbraio 2012

"EL CANTON DEL MISTER" - Professione autogol! (di Silvano Grigoletti)

Qualcuno di voi sicuramente si ricorderà di Comunardo Niccolai, stopper del Cagliari dello scudetto del 1970, indicato da tutti come mister autogol, per le sue proverbiali autoreti tra il 1968 e il 1976,5 in serie A e una nell'unica apparizione del Cagliari in Coppa Campioni, anche se la più bella non riuscì a metterla a segno perché Brugnera, centrocampista del Cagliari, si sostituì ad Albertosi parando un fendente dello scapestrato Comunardo diretto nella propria porta e costringendo il Sig. Lo Bello a decretare un calcio di rigore al novantesimo di un Catanzaro-Cagliari del 1972 finita cosi sul 2-2. Ma in verità non era lui il più prolifico, perché questo malsano record in effetti lo detiene un interista doc, cioè Ferri Riccardo, che tra il 1982 e il 1994 ne mise a segno 8.
Tutto questo, visto che nessun compagno lo ha fatto, per consolare il buon Kapitano che è ancora ben lungi da certi record, anche se effettivamente non avevo mai visto un anticipo del genere in area di rigore.
Silvano
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4 commenti:

enrico iodice ha detto...

Personalmente mi rammarico per non aver avuto l’energia e la forza d’animo di rincuorare il mio Kaptàno nell’immediatezza dell’accaduto (ciò che in genere non mi difetta): troppa la rabbia, non certamente verso l’amico/concittadino/capitano, ma per l’ingiustizia e la beffa del risultato!
Purtroppo non ho avuto modo di poterlo fare neanche nella sede più opportuna, quella deputata per tradizione a smaltire ogni eventuale e/o possibile “scoria”: il chiosco! Il Kaptàno infatti se n’è andato subito… rabbuiato, mi riferiscono…
Allora, per testimoniargli la mia piena solidarietà, attingo dal mio ricco archivio di “minchiate calcistiche” (aggiornato proprio con la nefandezza di sabato scorso, questa volta nei pressi della porta avversaria!) per rinverdire un aneddoto…(certamente caro a Pollini)
Avvocup, non ricordo quanti anni fa (parecchi, comunque!), i ramarri si giocano l’ambita qualificazione al turno successivo nella trasferta decisiva di Ravenna, con un solo risultato utile a disposizione, la vittoria!
A circa 10 minuti dal termine di una gara condotta con grande maturità ed intelligenza (calcistica!), sul punteggio rassicurante di 2-0, con gli avversari oramai fiaccati nello spirito, io, libero nell’occasione, mi ritrovo tra i piedi una palla innocua qualche metro fuori dall’area, l’avversario più vicino si trova nei pressi dell’uscita del casello autostradale (4 km circa), così appoggio comodamente la sfera verso la mia porta con un flebile tocco e, voltate le spalle, salgo verso il centrocampo in attesa del rinvio del mio valente portiere. L’ottimo Manu Lorenzon, portiere nell’occasione, si era frattanto portato al limite dell’area (presumo in punta di piedi…), luogo assai pertinente vista la situazione già descritta. Le urla lancinanti levatesi improvvisamente da bordo campo (ma sarebbe più corretto dire “il feroce ululato”!), apparentemente ingiustificate vista la calma piatta del momento, mi destano qualche sospetto e, consideratane l’insistenza e la prolungata intensità (durante la quale mi pare di percepire numerose vocali che compongono il mio nome di battesimo…), mi spingono a voltarmi indietro. L’immagine che si presenta dinanzi ai miei occhi è quanto di più agghiacciante mi potessi immaginare: la statua dell’ottimo Lorenzon posizionato al limite dell’area, impietrito dal raptus inatteso del compagno di reparto, con gli occhi sgranati e scolpiti da messere lo Sgomento in persona, lo sguardo addolorato a mò di Orfeo sulla soglia degli Inferi rivolto verso la sua amata ed immacolata (almeno fino a quel folle momento!) porta, il pallone che, non curante dei sentimenti, rotola lentamente verso la porta sguarnita, superando quasi a fatica la fatidica linea bianca… Pollini, fortunatamente disarmato, viene trattenuto a forza e non riesce così a portare a compimento i suoi propositi, esternati non solo a pochi intimi (“Enricoooooooo!!!!! Ti uccidooooooooo!!!! Ma come cazzo si faaaaaa!!!!”). Per la cronaca, trascorremmo 10 minuti di grande tensione (io invecchiai di un anno al minuto!), ma poi la gara si chiuse sul 2-1 e ciò mi consentì di poter rientrare a Pordenone (per quanto imbavagliato nel portabagagli della confortevole station wagon di un Toni Pollini in versione cinese: “Colpirne uno per educarne cento!”).
Questo sì che è un AUTOGOL con la “A” maiuscola!!!
Questo è il calcio signori miei… quel calcio che “mon Capitaine” mastica da circa mezzo secolo…
Alla prossima grande Kap!

P.S. (invoco il racconto dettagliato - del protagonista - del “precedente” in terra di Pistoia, di cui ricordo solo il poetico finale: “…e la pioggia scendeva leggera sul mio volto…”)

ugè ha detto...

Oh, il Mister usa carota e bastone: consola The Kap ed aggiunge di non aver mai visto un anticipo del genere...

Il nostro Kaptàno è sempre fuori ordinanza, fuori misura, fuori, insomma: quando fa qualcosa la fa sempre in modo da lasciare il segno, come molte donne della provincia (intesa come Maniago - Spilimbergo) ed oltre confine e come molti suoi avversari in campo di calcio (ma anche compagni di squadra) possono testimoniare.

La sobrietà non è quindi un suo tratto: egli, per dirla con parole forbite, si STACCA nettamente dagli altri in ogni circostanza (ed è notorio infatti il suo motto gentilmente rivolto ai compagni "STACCA! STACCA!", al quale sembra che una volta, in terra di Toscana, abbia fatto eco uno "STACCA! STACCA! STACCE ER C....!", ma non vi è prova certa e documentale).

Debbo dire che mi dispiace molto averlo visto alla fine della partita andare via in fretta e furia e rabbuiato, soprattutto perché aspettavo il giro di birre da lui offerto (io, dopo il mio bellissimo autogol di testa all'incrocio dei pali nella partita contro i rumeni, il mio primo autogol della carriera calcistica, ho infatti pagato il doveroso giro).

Dài, Paolo, non te la prendere, sono cose che Kaptàno (diceva uno a fine partita), non è da queste cose che si giudica un giocatore(diceva De Gregori): ti vogliamo bene, sei dei nostri, sei il nostro Kap, le squadre hanno un'anima e tu ne fai parte in modo preponderante!!!... però basta ritardi ed autogol e sabato paga il giro!!!

Un tuo STACCATO ammiratore

Anonimo ha detto...

"sono pienamente d'accordo a metà col mister" come ha detto un nostro collega (Luigi Garzya ex calciatore di Legge, rafforzativo) e ringrazio di cuore i miei colleghi difensori (rafforzativo). Credo che nel calcio, come nella vita (l'eterna metafora) il risultato finale di un atto non è sempre quello sperato: convinto di mettere il pallone in angolo, anticipando l'attaccante, ho visto gonfiarsi la rete, lo sguardo raggelato di Enrico e quello disarmato di Matteo.
Ad minchiam, citando un altro "maestro" di calcio, e per stavolta è andata così: ad maiora.
Paolo The KAp

enrico iodice ha detto...

Grandissimo Kap!!!
STRAORDINERIO!!!