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martedì 21 luglio 2009

Torno sul Memorial Brovedani... (di Vincenzo Fantuzzi)

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PORDENONE - Che dire! Avevo sentito che il Paris Saint Germain, fallito il tentativo di accordo pre-Memorial, e in cerca di un ottimo portiere, avesse segretamente invitato il "Matteo nostro che sta tra i pali" per degli accordi, per l'anno prossimo; con tanto di moglie, perchè spetterà a lei decidere se la città è abbastanza accogliente, glamour, ecc., ecc. (sulla scia dell'ormai consolidato "spaistrend"!!!). E questo pare trovare conferma nelle note che avete scritto. Bene. Scrivere di Memorial Brovedani è sempre un appuntamento. Per me, l’ho scritto l’altra volta, particolarmente importante. Quest’anno, poi, non toccavo palla da mesi; non entravo in un campo grande, se non da spettatore, da qualche tempo e, quindi, il piacere è stato grande. Avevo pensato per quest’anno di fare un elenco contenente “le cose peggiori”: il rigore peggio tirato; la parata peggiore; il fallo peggiore; ...ma ho perso la prima partita attardandomi a giocare con un giovane calciatore, al secolo Enrico De Zan, figlio dell’Alberto (si possono sprecare mille battute, anche e solo con riferimento al talento del piccolo!!!) e, quindi, non sarei stato equo. Ho visto una grande Inter, con i migliori talenti disponibili, una marcia in più e i risultati a dar conferma al valore della compagine. Non mi soffermo sui vari talenti che ho visto un un pò ovunque, Milan compreso. Mi soffermo solo su quelli della mia squadra. Mi sono trovato con la maglietta bianconera. Da quando ho terminato l’asilo (Davide in quella giornata lontana si era chiuso il dito in un tombino; Gabriele aveva sbattutto il naso contro la panchina rossa usata come porta; Marina recitava le poesie davanti a suor Bruna; le marmellate erano in carta trasparente, i tipi di pane erano pochi e l’asilo non era ancora un ufficio dell’Enel) e tolta la parentesi del Memorial, è una maglia che non ho mai vestito. Da piccolo, quando passavo davanti al bar di Lino Puragliesi, in via Stadio, gli amici di mio padre – tifoso del Bologna – mi chiamavano Tumburus (friulano di Aquileia, campione d'Italia '63/'64 con il Bologna di Bernardini), che non ho mai capito se fosse uno scarpone o meno, e la mia passione negli ultimi anni è sempre stata legata poco a qualche squadra in particolare (vorrei dire al calcio in generale, ma so che qualcuno – sul terrazzo a Clauzetto – ha rischiato parecchio). Però, poter giocare a fianco di uno degli “Enrico nazionali”; con O’Brosolo, il fantasista; Fabio-che-corre-un-sacco come Stella; Eugenio che, con l’aiuto di Manlio, ha caparbiamente contenuto le incursioni degli attaccanti avversari senza dar loro respiro; il “maestro” Maurizio Mazzarella; l’esteta Paolo Montico; il virtuoso Ragogna; l'estroso Boschian; gli ottimi Da Ros (Diego & Leo); il fondista Speranzin; il mio vero nuovo mito calcistico, ma con qualche incursione anche sul piano personale, nonchè sul minimo comun denominatore che è la latteria di Molevana, Pippo, ecc., ecc., mi ha dato grande gioia. Ho lasciato volutamente fuori dall’elenco due calciatori con i quali vorrei, particolarmente, complimentarmi: il-capitano-dai-due-cognomi, che ha tenuto un comportamento ineccepibile e il nostro portiere Andrea, che più volte ha salvato il risultato con delle belle parate (negli anni gli ho sempre e solo fatto notare il peggio delle sue prestazioni, ma questa volta va così – buonismo da Memorial). Ma questa è la parte meno importante del Memorial. Ah! Dimenticavo la perfetta presenza di Barbara, Mrs “Referee”: inappuntabile, per stile, precisione e professionalità. Ma questo è uno dei passaggi. Forse il meno importante, considerando la cornice su cui si muove il resto. La passione di Matteo e Andrea per i preparativi è veramente eccezionale. La cura per tutto, perchè tutto riesca bene, è enorme. Le “zie”, anche senza la maglietta “rosa-avvocati-pordenone”, che hanno esibito ad Abano, inducendo alcune clienti a pensare che fossero le “legali” dell’albergo, sono un’istituzione, un marchio DOC, che garantisce una qualità culinaria e di ospitalità da far invidia a Ciccio Sultano e colleghi. Il dopo partita, nella splendida cornice di Vacile, ha visto, poi, la gradita presenza delle gentilissime mogli, compagne, amiche, ecc. E se anche non si è trattato del maggio del 1958, se Toni non ricorda – in questo momento - Danny Zuko, i giocatori non sembrano i T-Birds, le nostre “Pink Ladies” (dal “theme” che ad un certo punto ha riempito la notte) hanno rallegrato l’atmosfera, oltre a garantire un servizio “ristorante” eccellente. La fine, quindi, è il discorso di Toni. C’è sempre qualcosa di commovente: il ricordo, l’impegno e il messaggio che ha lasciato Franco Brovedani. Qualcosa di ironico: il ricordo al trentennale impegno del Mister per un risultato che non arriva; la partecipazione al Mundial Avvocati in Turchia; la consegna delle chiavi ad Enrico (che si era lamentato di essere “senza portafogli”), varie ed eventuali. Qualcosa di semplice: il fatto di ritrovarsi, tutti insieme, per una splendida giornata. Grazie. E ancora grazie.
. P.S.: ancora due note brevi. La prima è l’arrivo di Mattia (spero si chiami così) Spadotto. Di venerdì 17 non può che essere un campione. E se ho sbagliato giorno, ora e nome, amen! Comunque congratulazioni a Fabri e Anna. La seconda, è il saluto al mio/nostro amico Glauco. Assente in campo e a tavola – e anche nel mezzo delle due, al chiosco della birra. Che un pò manca sempre. E che proprio al Memorial di qualche edizione fa, ricevette la maglia neroverde con il numero 10, dando il via ad un momento assolutamente toccante. Ultimo dell’ultimo: carissimo Matteo Portiere, neppure io sono avvocato, ma se un tempo qualche squadra di prima serie ha tesserato coloro che non potevano, per mancanza di requisiti (credo la cittadinanza), non credo sia un gran peccato se a noi “zeru tituli” continuano a farci giocare.
. Au revoir. Terve! Näkemiin!Nähdään. Zbogom! Doviđenja. Ci vediamo. Do zobaczenia! do widzenia. 再见!待会儿. שלום! היי! להתראות. Γειά!Τα λέμε. Salam əleyküm. Kenavo
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4 commenti:

ugègno ha detto...

Ogni pezzo scritto da Vice commuove, tocca corde nascoste e quasi dimenticate, fa riflettere.

Di Vice mi ha sempre colpito la sua natura ingannevole: figura massiccia, uomo riflessivo, spesso assente (nel senso che dice che viene e poi non viene), eppure quando prende la palla è capace di lanci immediati (di 40 mt., sul piede del compagno: ai nostri livelli, ma anche oltre, non si vedono, e come dico sempre valgono il prezzo del biglietto e, aggiungo, pagherei molto per saperli fare anch'io) ed anche di una velocità sul breve che non ti aspetti (e vallo poi a fermare un uomo di quella stazza e con quel controllo di palla lanciato a rete...).

E poiché in campo si è come nella vita, è capace di slanci che non ti aspetti, salvo poi rifiatare, assentandosi (per farsi desiderare, ma gli vogliamo bene comunque, così com'è fatto e non vogliamo cambiarlo).

Beh, ormai ha visto che la squadra pian piano è diventata sempre più un gruppo di persone che viene a giocare per divertirsi, con molte minori tensioni rispetto al passato (merito di tutti, o quasi...) e quindi anche con risultati migliori, e credo che, essendo ormai guarito, gli verrà voglia di venire ogni tanto a tirare due calci con noi, anche solo per mezzora ed anche da fermo (tanto lui fa correre la palla e per uno come lui ci si sacrifica molto volentieri).

Ciao Vice, bentornato ed a presto.

Matteo Cornix ha detto...

Solo Osvaldo Soriano ed Eduardo Galeano sanno scrivere di calcio come Vice.
Grazie per questa nuova perla...

vice ha detto...

cari amici, io vi ringrazio, e non nego il piacere di leggere e rileggere i vostri post, così ricchi di quell'eccesso di complimenti che caratterizza solo coloro che, in crisi di astinenza di un buon rosso accompaganto da un pezzo del "salato" di Pippo, riescono a "vedere" un amico anche in un semplice passante che ciondola per strada con una fiaschetta di fresco rosso nella mano sinistra (ovvio, per un mancino)!!! ciò detto, grazie ancora..quello della "velocità sul breve" mi piace molto....noto che viene sottolineata la "linearità" del mio gioco senza mai citare "un repentino cambio di direzione"....debbo essere prorpio io!!!! salut

enrico iodice ha detto...

Caspita ragazzi, siete riusciti a stanare il grande Vincenzino!!!
Grandi!!!
Sto lavorando da tempo per cercare di allontanarlo gradualmente dall'ambiente malsano dell'Elettrolux ed introdurlo nel mondo dell'editoria... si cominciano già a vedere i primi frutti... il sogno del "Vice scrittore" non è poi così lontano...