Non sapevo da dove iniziare o cosa scrivere esattamente, perché tutto mi sembrava insufficiente come pensiero e saluto. Dopo aver ricevuto cosi tanto.
Così, ti scrivo solo poche cose. Di cuore.
Sei stato l’unico allenatore che mi abbia davvero capito. "Vice, stai fermo lì, al centro: non muoverti". E poi, quella volta che ero sceso due volte di seguito sulla fascia: "Vice – fermati, non esagerare". E l’ultima, un classico: "Vice torna. Piano, ma torna. Se riesci". Calcisticamente, mi hai sempre capito come nessun altro.
L’ho raccontata subito ad Alberto (De Zan), quella mattina della scorsa tarda estate. "Stavo camminando in viale della Libertà. Non c’era nessuno per la strada, neppure macchine. Andavo verso il centro. Mi supera una vettura, che svolta alla rotonda. Rossa. Nulla intorno. E sento gridare: "Hei stronzone". Mi volto, mi guardo intorno. Ai piani alti dei condomini. Ancora intorno. Nessuno. "Parlo proprio con te, stronzone". Mi guardo attorno, non c’è nessuno. E, di colpo, capisco che si rivolge a me. Boh! Allora, cerco di capire chi sia alla guida o cosa io possa aver fatto… "Almeno puoi rispondere al telefono". Scende Toni dalla macchina e segue la sua classica risata ‘tonda’. Sempre uguale. Sempre elegantemente abbigliato, anche nella versione estiva e domenicale. Come sempre.
Ecco, questo è l’attimo che raccoglie un mondo di ricordi.
Dico ad Alberto (De Zan): "Toni è veramente incredibile. Si ricorda di tutto. Si ricorda di tutti. Ha sempre una parola per tutti. E anche se, a volte, il tono e i termini sono 'colorati', capisci e senti che dietro c’è un mondo di affetto. Che tu fai parte di quel mondo. Che le cose che ti dice sono piene di un indescrivibile voler bene".
Mi è capitato spesso, nel mezzo di varie situazioni, di iniziare a sorridere da solo. Con persone attorno che non potevano capire. Mi venivano in mente alcuni episodi. Del campo, dello spogliatoio o di qualche altra occasione. Quando uno non arrivava, o non avvisava, o sbagliava un passaggio elementare (tralascio i commenti sui gol mancati davanti alla porta: "ma come si fa! Io non capisco…mamma mia... bip!"). Mi capitano queste ‘visioni, così dal nulla. E inizio a sorridere.
Credo che quell’ironia e, soprattutto, la tua risata, così ricca di mille cose, continuerà a tornare e farmi sorridere. Così. Di punto in bianco.
Grazie di tutto, Toni. Sei speciale.
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