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Marco Santarcangelo (Bassano): “JUS SPORT BASSANO – BRESCIA 1-0: LO JUS SPORT VEDE LA SEMIFINALE"
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"Bassano ce l'ha fatta! Battendo in casa per 1-0 il Brescia si qualifica per la semifinale che disputerà prevedibilmente giovedì prossimo in casa contro Bergamo. Questo il succo della giornata di Sport appena conclusasi in quel di Travettore dove si disputava il quarto di finale Avvocup e stavolta è proprio il risultato quello che conta visto che, quanto a spettacolo, non c'è poi molto da raccontare. A Bassano tutti aspettavano gli amici bresciani, senza farsi illusioni circa il fatto che avrebbero venduto cara la pelle: ormai sono anni che le due squadre si affrontano e ne sono sempre uscite partite combattute. A dire la verità il ricordo più vivo in tutti i bassanesi è la trasferta dello scorso anno in cui la pioggia l'ha fatta da padrona in campo e fuori: in campo perchè veniva giù a “secie roverse” sollevando persino il fondo in sintetico e creando simpatiche ed enormi bolle d'acqua sulle quali i giocatori correvano come fosse un materasso; fuori dal campo, in particolare in spogliatoio, l'acqua invece che dall'alto proveniva dal basso ed aveva completamente allagato tutto... questa però è un'altra storia! Stavolta invece niente acqua, ma un sole che “spacca le pietre” e che forse, in qualche modo, ha anche condizionato la partita. Lo Jus Sport raccoglie tutte le forze in organico (manca solo Bizzotto, unico petalo della rosa indisponibile) e si presenta quindi praticamente a ranghi completi. Altrettanto non può dirsi per Brescia che porta in campo l'undici titolare ed una sola riserva.... Alla foto cumulativa infatti il bianco delle divise lombarde si perdeva nei colori giallo rossi. Come si è già detto la cronaca della partita non è certo ricca di avvenimenti. Bassano non riesce a sviluppare il suo solito gioco fatto sfruttando le fasce ed i passaggi filtranti e tutte le azioni si spengono regolarmente sulla difesa bresciana. Gli ospiti a loro volta, pur ben organizzati, non riescono a pungere ed in sostanza, alla fine, pochi sono i tiri in porta. Anche la velocità del gioco non è certo supersonica, complice anche il caldo che ha davvero colto tutti di sorpresa quest'oggi! Da segnalare nel primo tempo un paio di occasioni per lo Jus Sport, entrambe con Rebecchi: la prima con un tiro da fuori area troppo alto e la seconda bloccata dall'arbitro per un presunto fallo di mano che però non c'era. Nella prima frazione di gioco poco altro e soprattutto... niente gol! Bassano è consapevole che deve fare qualcosa in più per non rischiare la lotteria dei rigori, ma è pure evidente una certa tensione ed il timore di scoprirsi troppo per cui ne esce una squadra un po' troppo “bloccata”. Nel secondo tempo ci si aspettava un calo fisico degli ospiti, complice la poca disponibilità dei cambi ma, nonostante tutto, i bresciani “tengono botta” e si dimostrano anche pericolosi in alcune occasioni sinché finalmente lo Jus Sport comincia a premere con maggior decisione. Al decimo del secondo tempo Bassano usufruisce di una punizione al limite dell'area con Di Benedetto che s'incarica di calciare e calibra un preciso destro a girare verso l'incrocio dei pali... sembrava fatta, ma con un balzo felino il portiere del Brescia toglie la palla dal sette strozzando in gola l'urlo di gioia ai giallorossi. Dopo qualche minuto mister Taras effettua mano a mano alcune sostituzioni gettando nella mischia Cortese, Dionello e Muschitiello. Bassano si fa più pericoloso e le azioni da gol cominciano a maturare, arriva anche un palo, ma non il gol! E' dopo la metà del secondo tempo che Conte, nel modo più incredibile, porta in vantaggio i giallorossi con un cross in rovesciata che diventa invece un tiro velenoso che va ad insaccarsi alle spalle del numero uno bresciano. In campo ed in panchina si guardano tutti increduli ed i più lontani chiedono ai compagni: “Oh ma abbiamo segnato?” “Davvero?”... “E chi è stato?” E' proprio tutto vero! Mancano dieci minuti alla fine e Bassano vede la semifinale! Entra anche Santarcangelo per Di Benedetto e proprio sui suoi piedi (purtroppo...!) capita la più ghiotta occasione per il raddoppio: Cortese (di nome e di fatto) a tu per tu con il portiere scarica la palla verso il centro dell'area piccola dove appunto arriva come un falco Santarcangelo il quale, a porta vuota, riesce a spedire la sfera sopra la traversa! C'è spazio anche per un pericoloso tentativo di Brescia che con Soldà manca di poco il gol. Dopo Brescia ora tocca a Bergamo, con la voglia di “lavare l'onta” dell'edizione 2010! Forza Jus Sport!
P.S.: Lo diciamo sottovoce, ma la vera notizia è che Padova ha perso per cui il trofeo quest'anno... lo vince qualcun altro!!!!
Marco Santarcangelo”.
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Giulio Soldà (Brescia): "Partita dura, spigolosa, con molti scontri, molto equilibrata e decisa da un gollonzo. Bassano segna a cinque minuti dalla fine con una semirovesciata, che era un cross, che si va ad infilare sotto la traversa. Entrambe le squadre hanno avuto più occasioni per vincere. Le rondinelle si presentano in 12 e Bonometti e Soldà si stirano sul finire del primo tempo. Soldà resta in campo ma solo per simulare degli scatti e all'ultimo minuto ha l'occasione per pareggiare ma calcia sull'esterno della rete. Grande prestazione di Losi nel Brescia e della difesa in blocco. Temperatura torrida".
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TREVISO – RIMINI 1-0 (conselvan)
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Aurelio Munari (Treviso): "Juris, sia pur a fatica, raggiunge anche quest'anno il traguardo delle semifinali. Per la prima volta abbiamo giocato al pomeriggio, peraltro molto caldo, e sicuramente questo aspetto ci ha molto condizionato, in quanto non siamo mai riusciti ad esprimere il nostro gioco, creando più confusione che altro: evidentemente l'ossigeno faticava ad arrivare al cervello... Per fortuna ci ha pensato la caparbietà del nostro Conselvan che nel primo tempo si è creato un'ottima occasione conclusa sulla ribattuta del portiere avversario. Il secondo tempo è vissuto su folate da una parte e dall'altra con alcune occasioni sventate dai due portieri molto attenti. Onori delle armi a Rimini che fino all'ultimo ci ha impensieriti. Adesso la semifinale: se è vero che per la prima volta non incrociamo Padova, è anche vero che Vicenza si è dimostrata ottima squadra, non per niente dopo il nostro incontro nel girone di qualificazione avevo segnalato: "questo Vicenza ha dimostrato di valere molto più del quarto posto con cui ha chiuso il girone".
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Federico Cavagna (Rimini): “Sconfitta immeritata su autogol nel primo tempo…”.
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BERGAMO – VENEZIA 8-6 d.r. (3-3) (ghedin [v], rigo [v], niero [v], rillo [b], pizzoccheri [b], cerullo [b])
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Luca Cerullo (Bergamo): “Sul campo di Zanica, dopo i calci di rigore, la Bergamo Lex supera meritatamente Venezia ed accede alla semifinale. Gli orobici, ancora una volta, sono scesi in campo fortemente rimaneggiati. Pesantissime le assenze di Andrea Cagnazzo e, soprattutto, di Bomber Scudo, fermato da uno strappo muscolare rimediato dopo l’incontro dei quarti con Rimini. A Mister Rillo, dunque, il difficile compito di ridisegnare l’impianto di gioco della squadra, orfana di uno degli attaccanti più forti del torneo e dell’unico, ineguagliabile catalizzatore di tutte le azioni offensive della Bergamo Lex. La formazione orobica scende in campo con un inedito 4-4-1-1: fra i pali il solito Mazza, in difesa Birolini – Colombo – Fachinetti – Cerullo, a centrocampo Di Dio-Rillo-Baruffi- Galatti, in avanti Fattorini e Regazzoni. Venezia sin da subito mostra di essere una squadra compatta, aggressiva e ben organizzata, con alcune individualità di spicco, fra cui merita una speciale menzione Niero(n. 8), metronomo di centrocampo e tessitore di quasi tutte le trame di gioco dei lagunari. Bergamo, invece, parte in sordina, senza idee, disorganizzata e disunita. Molti i giocatori in casacca bianca fuori ruolo, in particolare Galatti e Di Dio, due valenti centrali di centrocampo oggi schierati sulle fasce laterali. In avanti Regazzoni viene abbandonato a se stesso, lasciato solo ad interpretare l’inconsueto ruolo di prima punta. Dietro di lui agisce Fattorini, soffocato dalle maglie amaranto che lo pressano e non gli permettono di costruire gioco. Cerullo è mobbizzato, relegato ad interpretare un ruolo di secondo piano sulla fascia sinistra. Rillo gravemente demansionato, da geometra del centrocampo ad apprendista muratore; il maratoneta Baruffi (febbricitante) va a sbattere contro il “Mose” eretto a centrocampo da Venezia. Fachinetti e Colombo difendono come possono la trincea orobica. Mazzariol è spettatore impotente di una drammatica disfatta. Birolini presidia la fascia destra, ma corre lungo le rotaie di un binario morto. La disorganizzazione orobica consente a Venezia di prevalere in ogni settore del campo. In difesa i gondolieri dormono sonni tranquilli; a centrocampo Niero detta legge; in attacco gli avanti amaranto (e la sfortuna )fanno il resto: nei primi venti minuti due autogol ed un diagonale del n. 7 (?) di Venezia mettono ko Bergamo. Il primo tempo si chiude sul 3 a 0 per i lagunari. Risultato ineccepibile. Nell’intervallo la tensione fra i bergamaschi è palpabile. Nello spogliatoio serpeggia il malumore e la confusione regna sovrana. Si discute di cambi, di strategie di gioco, degli errori fatti e dei possibili rimedi. In pochi credono ad una rimonta. I più ottimisti aspirano ad una sconfitta onorevole; ma il calcio non è matematica, è poesia: quando i numeri sembrano condannarti, poche parole possono bastare a mutare le sorti di un destino per alcuni già tragicamente segnato. Quando lo scoramento sta per prevalere, il “combinato disposto” Rillo-Birolini declama una sublime poesia, fatta di undici parole: Mazzariol, Pizzoccheri (esterno basso di destra)-“Furla”-Bonomi(centrali) –Birolini (esterno basso di sinistra), Manzoni (esterno alto di destra)-Rillo-Baruffi (centrali di centrocampo)- Cerullo(esterno alto di sinistra), Fattorini e Regazzoni. Dopo il break poetico, inizia il secondo tempo e la poesia si trasforma in una musica fatta di tre note: grinta, determinazione, tecnica. Per Venezia è una musica assordante, un frastuono che deconcentra ed intimorisce. Bergamo è travolgente ed in 20 minuti pareggia i conti. Il primo gol nasce da un calcio d’angolo: fattorini lo batte, Manzoni colpisce di testa, ma la traversa gli nega il gol che Rillo, in ribattuta, siglerà dopo un istante. Il secondo gol scaturisce da una percussione di Pizzoccheri sulla fascia destra conclusa con un diagonale che, deviato da un difensore lagunare, finisce in rete. Il terzo gol, quello del pareggio, nasce da un’azione di rimessa: Bergamo recupera palla nella propria trequarti, Rillo (?) imbecca il bomber triste Manzoni al limite dell’area, Manzoni di prima passa a Cerullo sopraggiunto dalla sinistra , Cerullo di destro/ al volo/ dal limite dell’area infila il pallone all’incrocio dei pali. In difesa Birolini, Furla, Bonomi sono la “trasposizione” umana delle mura venete: Città Alta viene cinta d’assedio, ma il nemico non passa! Dopo il pareggio Bergamo spreca altri gol(almeno 4 occasioni) con Guarino, Regazzoni, Luca Cagnazzo e colpisce una traversa con Rillo . I tempi regolamentari si concludono sul 3-3 e la partita si decide ai rigori. Dopo un breve conciliabolo Bergamo sceglie i propri rigoristi: Furla, Luca Cagnazzo, Rillo, Cerullo, Fattorini. Furla, Cagnazzo , Rillo e Cerullo realizzano i primi quattro tiri dal dischetto. Il quarto rigore, invece, è fatale per i lagunari: un giocatore amaranto calcia deciso alla sinistra di Mazzariol, ma Super Mazza intuisce e para. Il destino orobico, a quel punto, è nelle mani Fattorini, che con classe e freddezza realizza il rigore e regala a compagni di squadra una vittoria sofferta e meritata(per quanto visto nel corso di un secondo tempo eccezionale). Ora tutti a Bassano a sfidare la legge del contrappasso e del Travettore!
F.to n. 3”.
p.s. (Ringrazio gli amici Veneziani per la bellissima partita e per la simpatia dimostrata nel terzo tempo. Venezia è stata una piacevole scoperta, non solo a livello calcistico. Vincere e raccontare un successo è facile, accettare con il sorriso una sconfitta ai rigori, invece, non è da tutti. Arrivederci a Padova, comunque vada!).
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LE PAGELLE
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Longobardi: è il più giovane fra gli orobici, oggi avrebbe voluto scendere in campo; sempre vicino alla squadra, mai una polemica da parte sua, un esempio per tutti; quando il Mister lo chiama, lui non tradisce la fiducia.
Mazzariol: è chiamato ad una sola parata, ma è quella decisiva, lui è l’essenza della Bergamo Lex (voto 8,5)
Birolini: pur se acciaccato, lotta su ogni pallone e interpreta al meglio il suo ruolo di terzino duro e puro (voto 7+).
Fachinetti: non concede molto agli avversari, puntuale negli interventi ed ordinato, è una delle anime della squadra (voto 6/7)
Colombo: meno perentorio del solito, ma comunque importante per lo spirito che infonde alla squadra (voto 6/7)
Cerullo: corsa, grinta, tecnica ed un eurogol, la fascia sinistra è roba sua (voto 8,5)
Bonomi: entra nel secondo tempo e non fa rimpiangere Fachinetti, un suo intervento difensivo ha impedito a Venezia di siglare il 4-3 (voto 7/8)
Di Dio: pur se incolpevolmente fuori ruolo, gioca con grinta, determinazione e dà alla squadra tutto quel che ha (voto 6/7)
Galatti: interpreta come può un ruolo non suo, non si risparmia e dà il massimo (voto 6/7)
Rillo: quando prende fra le mani compasso e goniometro disegna geometrie ineffabili, suo il gol che rianima Bergamo (voto 8+)
Baruffi: entra in campo febbricitante, ma quando c’è da lottare in mezzo al campo lui non si tira indietro (voto 7+)
Pizzoccheri: entra nel secondo tempo, contribuisce a cambiare il volto della squadra e segna il gol che riporta in vita Bergamo (voto 8+)
Furla: subentra a Colombo e sfodera una prestazione di tutto rispetto (voto 7/8)
Regazzoni: tecnicamente fra i migliori della Bergamo Lex, non fa rimpiangere Bomber scudo pur interpretandone diversamente il ruolo (voto 8+)
Fattorini: ha passo, senso della posizione, tecnica e visione di gioco, da poco con noi e già indispensabile (voto 8+)
Cagnazzone: sta recuperando la miglior condizione fisica, il carattere non gli ha mai fatto difetto, ma da lui vogliamo di più (voto 7-)
Manzoni: il Bomber triste esce dal tunnel della depressione calcistica e regala ai compagni di squadra 20 minuti di calcio di alto livello (voto 7/8)
Guarino: entra nel secondo tempo e crea scompiglio sulla fascia destra, sfiora pure il gol (voto 7+)
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Paolo Emilio Rossi (Venezia): "Perso ai rigori. Per noi Ghedin, Rigo e Niero i primi tre gol".
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.GUIDONI: rompe un dito a Galli per farsi tutta la partita e non lo fa rimpiangere. Controlla nel primo tempo, ma la sfortuna lo buca nel secondo. Per un soffio non ci regala la qualificazione parando il terzo rigore. Voto 7 (furbastro)
GIANNI: si guadagna la fascia sinistra con i denti, peccato per il taglio sul terzo gol. Voto 6,5 (ruba il cognome a Fulvio: famelico)
MARCON: sicurezza e personalità nel nuovo centrale di mister Secchi, peccato non randelli come richiederebbe il suo fisico. Voto 6 (pilone)
ZANCHI: manovra la difesa con personalità e precisione, si propone anche in attacco con uno scatto non proprio irresistibile. Voto 6,5 (o'professore)
ROMOR: oggi niente camomilla, mette sulla fascia destra la grinta necessaria a ribadire che a destra non passa lo straniero. Peccato per il rimpallo sul secondo gol. Voto 6,5 (soldatino)
GHEDIN: quantità e qualità, disegna trame interessanti e mette lo zampino in ogni azione gol, cala un po' nel secondo tempo. Più mite del solito, comincia a parlare solo dopo 20 minuti. Per questo un voto in più: Voto 7,5 (taciturno)
NIERO: sarà dura tenerlo, mezza Europa lo vuole, il presidente è già all’opera per il rinnovo. Voto 7,5 (classe)
PEA: scende in campo con l'intenzione di togliersi i "meno" della precedete pagella. Vero “tuttofare”, non serve cercarlo perché si fa trovare da solo, ha fame e si vede, ma sta troppo lontano dall'area. I meno rimangono per gli auguri a martino su facebook. Voto 7-- (ritenta)
ROSSI: sabato di sacrificio per il presidente capitano allenatore giocatore, il Papa gli rovina la trasferta già dal mattino e lui ne rimane turbato. Voto 10 (santo subito)
RIGO: la pazienza è la virtù dei forti: non smadonna neanche dopo un entrata killer, si dice che tenti abusivamente di alzarsi i voti dopo le pagelle perciò sottolineiamo che il voto è comprensivo del +1. Voto 7,5 (bagarino)
CIMINO: si batte, sgomita, corre e perfino segna. La ramanzina post squalifica del presidente gli è servita, sforna un ottima prestazione, sbalordendo un po' tutti. Voto 8 (dopato)
FUMAROLA: sostituisce l'ottimo cimino. L'ordine era “chiudi la partita”, lui ci prova, ma non cade quando glielo chiede Bianchi e ora gli tocca darsi alla macchia. Voto 6 (latitante)
SFORZA: si prende la fascia di uno sfinito Roberto (Alessandro). Va a mordere le caviglie di chiunque si presenti nella sua zona. Non si riesce proprio a calmarlo. Voto 6,5 (ringhio)
FAMELI: entra a metà del secondo tempo, agli occhi del mister gioca così bene, tanto da toglierlo per concedergli la standing ovation. Voto 7 (vittima)
CASERTANO: vero uomo allenatore, prende il posto di “o'professore” e dirige senza patemi la difesa. Lo spogliatoio ventila una sua candidatura a mister per il prossimo anno, attendiamo i piani della dirigenza. Voto 6 (trappattoni)
BONIFACIO: in attesa della nota del presidente, segue la latitanza di Fumarola per aver dato i “meno” a Pea. Voto 6 (giullare) [n.d.P.: Si sistema esterno destro nell’immaginaria linea difensiva voluta dal mister e non fa rimpiangere Romor. Combattivo e battagliero, dove non arriva con l’anticipo, supplisce con le entrate in scivolata sempre puntuali. Voto 5 per le poche presenze in campionato, 6 per essere venuto in trasferta al sabato! 7 per l’impegno, 8 per la grinta, 9 per lo stile nelle scivolate e 10 per le pagelle]
GRECO: fortunatamente la sua pagella non la fanno i bocciati di Pordenone, troppo poco il tempo per mostrare il suo valore, coraggioso, si propone come rigorista. Voto 6-- (cuor di leone)
TASCA: si infortuna nel riscaldamento e deve dare forfait, alla squadra è mancato il suo apporto. S.V. (Traoré)
BIANCHI: vorrebbe entrare a fare il suo, la panchina non riesce a calmarlo, forse per questo si è richiamato in panchina Romor. Dimostra di essere stoico sopportando un’evidente scottatura al cranio. Voto 7,5 (Leonida)
SECCHI: ora è in discussione, vista la candidatura di Casertano. Baciato dalla fortuna vince il gratta e vinci ma non paga da bere. Per questo: Voto 4 (Del Neri)
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PADOVA – VICENZA 4-5 d.r. (0-0)
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Marco Cappellari (Padova): “L'incontro si è svolto presso il consueto nostro campo di gioco, sempre in ottime condizioni. Bella giornata di sole, anche se un po' troppo calda, circostanza questa che mi pare essere una costante quest'anno. A disposizione del Mister Abate eravamo in quattordici, ma, senza togliere nulla a chi è venuto e ha giocato con impegno, come pure agli ottimi avversari, ci mancavano almeno tre elementi tra centrocampo e attacco che avrebbero fatto la differenza. Partita equilibrata, con una partenza migliore di Vicenza, ma caratterizzata da pochissime occasioni durante l'intero incontro: non ho memoria di parate significative dei due portieri. Ovvio si sia andati ai rigori che, come spesso accade, come ci avevano arriso lo scorso anno danno inizio alla nostra rincorsa al V titolo, questa volta hanno premiato i nostri avversari, che si sono certamente meritati il passaggio del turno. A fine partita ci aspettavamo la sfuriata del Mister, ma questa non è venuta probabilmente perché il Presidente Abate era distratto e più preoccupato dal fatto che il Milan di li a qualche ora avrebbe scucito lo scudetto dalla maglia dell'Inter! Che giornata nera che sarà stata per lui..... Dopo l'incontro consueto terzo tempo che confidiamo abbia soddisfatto i "cugini" vicentini. Credo sia giusto attribuire un doveroso ringraziamento a tutti quelli della nostra squadra che si sono impegnati anche quest'anno, in primis al "mitico" capitano Mario Martinelli, che anche sabato, con quasi trenta gradi e a quasi 47 anni anni, ha corso di più di chi ne aveva 20 di meno di lui. In bocca la lupo a chi resta in competizione e un arrivederci alle finali oppure al prossimo anno.
Marco Cappellari”.
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