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VICENZA - BASSANO 4-2 d.r. (0-0)
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Campioni. Non c'è molto altro da dire. Contro i pronostici, conto la logica, contro gli infortuni, contro il buon senso, contro i vari campionati che ci sottraggono giocatori in momenti chiave, contromano, contrordine e contraccettivi. Abbiamo vinto. Punto.
Una squadra riunitasi come tutti gli anni con le consuete modalità quantomeno raffazzonate (e-mail con scarso appeal e riscontro, passaparola quasi massonico, suppliche e ricatti dei componenti a colleghi/amici di cui conoscevano o immaginavano le doti), un esordio esaltante contro Trieste che poi, dopo due sconfitte in fila, veniva tacciato di essere stato illusorio.
Poi l'impresa, quel Pordenone-Vicenza 1-2 in undici contati, col tesseramento di Beccaro pochi giorni prima della partita (leggenda vuole durante l'orario aperitivo, tanto che c'era chi dubitava fosse tutto uno scherzo e che non si sarebbe mai presentato al campo) che ci permette di arrivare al numero minimo e col solo Mago in panca - in veste di giocatore di movimento ma in realtà tutt'altro che pronto in caso di bisogno. Una sfida vinta con due prodezze balistiche di Martini e Novello e, forse, l'unica botta di culo dell'anno, quel rigore sparato a lato dei neroverdi in pieno recupero.
Dopo quella memorabile giornata, la certezza della qualificazione dà serenità alla squadra, che contro Treviso assedia gli avversari per 70 minuti ma non trova il gol e viene condannata al 4° posto, che vuol dire lo spauracchio più temuto: Padova. Nel suo fortino del quartiere Guizza. Ai quarti di finale. Come l'anno scorso. Padova. I Pentacampeones (nel nostro caso, gli Omniacampeones...).
Una partita bruttina, caratterizzata da un caldo africano e da pochissime palle gol, che come l'anno scorso si decide solo ai rigori. Fabio Dal Santo, IL PORTIERONE, finalmente a disposizione da inizio stagione, ne para 3 su 7; Cusinato, la new entry, con glaciale sicurezza spiazza il portiere padovano ed è semifinale a Treviso.
Semifinale della quale si è detto e scritto già molto, un primo tempo praticamente perfetto e una crisi di crescita che ci ha fatto quasi sprecare un vantaggio di 3 gol ed un uomo. Quasi, per l'appunto. Ma quel 3-2 ci ha regalato il biglietto per quella finale di Avvocup che negli anni precedenti era stata solo sognata (e magari guardata).
Una finale che nasce subito sotto una stella tutt'altro che fortunata, con gli imminenti play out che ci sottraggono Cesco Rizzato, l'uomo delle accelerazioni offensive e delle staffilate sotto rete. Rispetto alla semifinale, però, c'è il ritorno di Carta ed il recupero, almeno per uno spezzone di partita, di Christian Nsundi, altro elemento in grado di velocizzare l'azione e alzare i giri di tutta la squadra.
Per il resto, la formazione è quella di Treviso, col più classico dei 4-4-2:
Fabio Dal Santo; Tiso-Ivan Dal Santo-Carta-Martini; Muscolino-Balasso-Coltro-Cusinato; Struzziero-Cera.
A disposizione di mister Gherardo Ghirini ci sono Magaraggia, Massimo Rizzato, Beccaro, Edoardo Ghirini, Nsundi e Pelliccione.
L'inizio è di studio, col n. 11 bassanese tra i più temuti ma ben limitato dalla coppia Carta-Martini e con Cusinato che cerca sempre la verticalizzazione verso le punte, che però non trovano lo spunto vincente. La prima emozione è una punizione di Struzz, che aggira la barriera e, complice il vento, a momenti beffa il portiere bassanese con un effetto maligno. Poi, dal nulla, capovolgimento di fronte e un tiro apparentemente destinato ben sopra la traversa si abbassa e spolvera la traversa biancorossa. Il fatto non spaventa lo Jus Vicenza, che con Cera si trova in un paio di occasioni in condizione di tirare pericolosamente, ma il nostro primo bomber stagionale non trova lo spiraglio giusto. A fine primo tempo, i punti dicono di una supremazia del Vicenza purtroppo non concretizzata.
Nella ripresa, nessun cambio di giocatori per mister Ghirini, ma gli undici in campo... cambiano mentalità, provando con ben maggiore convinzione a sbloccare la partita: Struzziero, Cusinato e Martini sparano da fuori ma senza precisione. Dopo dieci minuti, Mr. Ghirini inizia i cambi: Pelliccione per Cera e, dopo altri 10, Nsundi per Balasso. L'obiettivo è chiaro: vincere prima dei rigori, benevoli contro Padova ma pur sempre la proverbiale lotteria. Anche perché, si sa, spesso chi avrebbe meritato di più sul campo, poi ai rigori... L'iniezione di forze fresche genera altre occasioni, con Pelliccia che prima prova in proprio e poi assiste alla perfezione Struzz che, con stacco molto simile a quello del gol di Treviso, incorna, ma stavolta trova la paratissima del portiere bassanese. Dopo essersi resa pericolosa solo una volta nella ripresa (parata di Dal Santo su destro preciso ma comunque lento), nel finale arriva anche la miglior occasione per i giallorossi: lancio lungo che scavalca la linea difensiva verso la punta che, pressata dal disperato ritorno di Martini, incrocia bene, ma fortunatamente tiene troppo alta la mira e il tiro si spegne sopra la traversa. Pochi istanti dopo, arriva il triplice fischio che significa calci di rigore.
Parte a battere Vicenza, col gol di Carta, e lì inzia il Dal Santo Show: il primo tiro bassanese è del n. 11, che la mette letteralmente a fil di palo, ma il tiro non è violentissimo e permette al nostro portierone di allungare tutti i 2 metri e 40 di apertura alare e respingere il tiro. Siamo già in vantaggio. Il secondo rigore è di Muscolino che "si dirige sul dischetto e tira con la stessa calma mia quando vado a prendere il prosciutto al supermercato (cit.)" e segna, imitato dal collega di Bassano. E' comunque 2-1. E' la volta del Pelliccia, la cui voglia di riscattare un'Avvocup a suo dire inferiore alle sue possibilità lo spinge ad angolare troppo il tiro: traversa piena, con palla che ritorna quasi a centrocampo come quella di Di Biagio a Francia '98. La parità è dietro l'angolo, ma, nuovamente, Dal Santo ipnotizza il terzo rigorista bassanese, si lancia sulla sua sinistra e respinge. Ancora 2-1. Il quarto rigore tocca a Cusinato, già autore del rigore decisivo nel quarto contro Padova. E come allora non c'è problema. Gol. Come anche per Bassano: 3-2. Sul dischetto per il quinto si presenta quindi Struzziero, un professore in materia di tiri dal dischetto, avendo segnato contro Padova sia l'anno scorso (uno dei pochissimi) sia quest'anno. Proprio per questo, però, si teme la beffa, soprattutto quando Andrea parte e non spiazza, come sua consuetudine, il portiere, ma il suo rasoterra è secco e potente e supera l'estremo avversario. Gioco-partita-incontro-torneo.
La fine del monopolio di Padova era già stata sancita, ora la stessa mano che aveva compiuto il golpe ha completato l'impresa e si è appuntato sul petto la coccarda: AVVOCAMPIONI 2011. Che la festa abbia inizio (sugli accadimenti di Montegrotto, meglio soprassedere... facebook ne darà una sufficiente testimonianza ...).
Comunque, e qui giuro di non essere retorico, questa è stata davvero la vittoria DI TUTTI:
- di Fabio Dal Santo, ultimo di una schiera di 11-12 (ma forse più, i conteggi nella serata di Montegrotto paiono comunque da verificare) guardiani della porta dello Jus Vicenza, decisivo nelle sfide ai rigori come chi lo conosce prevedeva, ma ancor prima capace di dare sicurezza ed indicazioni a tutta la squadra durante i canonici 70 minuti;
- di una difesa in cui ha giganteggiato IL CAPITANO, Ricky Carta, perfetto su ogni tipo di centravanti avversario e con ogni compagno di reparto, che fosse Balasso, Beccaro o Ivan Dal Santo (il cui impatto nelle partite decisive è stato semplicemente devastante), preciso nei rilanci e sempre pronto a supportare i compagni in difficoltà;
- dei terzini Tiso e Martini, che hanno garantito copertura e spinta in ogni partita, oltre a sfatare il falso mito che i terzini arrivano sul fondo e crossano: questi due picchiano e basta... anche e soprattutto visto che quasi tutti gli avversari attaccavano con lo schema palla dal terzino al mediano o alla punta che lancia l'ala, che costringeva i numeri 2 e 3 biancorossi spesso a dover gestire un 1 contro 2;
- di un centrocampo che, col ritorno alla salute del Pavo e l'avanzamento della torre Balasso, ha trovato la quadratura perfetta del cerchio che ha liberato sulle fasce la tecnica e la creatività di Cusinato e Muscolino;
- del reparto d'attacco, probabilmente allettante anche per squadre di categoria, Struzziero-Cesco Rizzato, che col loro senso del gol e la loro rapidità hanno spesso tolto le castagne dal fuoco ai biancorossi ma anche dei validissimi Pelliccione, Novello e Cera, tutti comunque andati in gol (e gol spesso pesanti) nel corso della coppa, a dimostrazione che quando chiamati in causa hanno dato il loro contributo;
- di chi purtroppo ha giocato meno, per ragioni fisiche (Magaraggia, Nsundi), tattiche (Osti, Max Rizzato, Manfredini, Edo), anagrafiche (Gherardo) o regolamentari (Chiesa, maledetto limite dei praticanti; Aleardo, purtroppo si può schierare solo un portiere), ma comunque quando è stato chiamato a scendere in campo ha dato tutto;
- di chi non ha giocato affatto: Gigi Ponso (per colpa della casa), Battista Galvan (per colpa del matrimonio), Roberto Rigoni (per colpa di non si sa cosa);
- di chi ha seguito da fuori le gesta di questa "armata Brancaleone" (soprattutto se confrontata con squadre iscritte ai vari campionati csi o abituate ad almeno un ritrovo settimanale per affiatare il gruppo e perfezionare gli schemi), come LO STRATEGA Gherardo Ghirini, IL MOTIVATORE Mike "Mago" Magaraggia, il fotoreporter ufficiale Domenico Rigo e alla sua aiutante e morosa Chiara Anzolin, la mitica Barbara, quasi commovente nelle titaniche trasfertone da sola per ammirare il suo Balasso...
A tutti questi che ho citato, ma anche a chi, colpevolmente ma involontariamente, sto dimenticando, non posso che dire GRAZIE, SIAMO STATI TUTTI FANTASTICI !!!!!!!!!!!!!!
di Pippomartinidettopippomartini
Il commento del mister: quando ho visto che siamo arrivati al campo, mentre Bassano già cambiato si scaldava, in 6 alle 5 meno 10, i restanti fra le 5 e le 5.20, Novello e Ale che arrivavano anche senza giocare, e il capitano che urlava per far fare un minimo di riscaldamento, ho pensato: riconosco la mia squadra, è fatta.
E ora, posso appendere la lavagnetta (che non ho) al chiodo.
Ciao
Gherardo
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1 commento:
Beh, complimenti vivissimi ai neo Campioni di Vicenza, partiti in sordina ma venuti fuori alla grande con umiltà, compattezza del gruppo ed alcune individualità di spicco!
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