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mercoledì 19 novembre 2008

Il fantastico mondo di Quark: il Koala, una specie protetta, nonostante tutto! (di Piero Angela)

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Generalità e morfologia del koala Il koala, nonostante le apparenze, non è un orso, neanche caratterialmente, anche se ha tendenza di tanto in tanto ad isolarsi in un mondo tutto suo, che risulta ancora oggi ignoto agli studiosi. Egli appartiene alla famiglia dei marsupiali, mammiferi forniti di grossi guanti (che facilitano la presa) e di una tasca cutanea ventrale all’interno della quale tengono (oltre ai guanti di ricambio) i piccoli finché il loro sviluppo non è completato. Il koala, detto anche orsetto marsupiale, è originario dell'Australia, ma possiamo oramai affermare con certezza che alcuni esemplari si sono ben ambientati anche nel pordenonese. Un animale adulto può normalmente raggiungere un’ottantina di centimetri e i 15 kg di peso, ma esistono anche rari esemplari brizzolati che misurano fino a 180 centimentri di altezza e che arrivano addirittura (soprattutto quando la stagione agonistica è sospesa...) fino al quintale di peso. Ha forme tozze, testa grossa (nonostante la massa cerebrale ridotta), grandi orecchie pelose, muso corto con grosso naso carnoso, occhi piccoli ma furbi (con i quali è in grado di ipnotizzare gli "avversari"!), arti corti (che lo penalizzano un pò sulle palle alte) e una coda rudimentale che funge da rilevatore della linea di porta. La folta pelliccia è grigiastra sul dorso, ove si scorge una macchia più scura a forma di numero (più precisamente l'"1" o, talvolta, il meno gradito "12"), mentre è più chiara sul petto e sull'esteso ventre. Abitudini ed alimentazione del koala Il koala vive prevalentemente tra i pali ed esce solo saltuariamente dalla porta, quando versa in stato di agitazione oppure quando giunge il momento del cambio di campo. Il suo habitat naturale è proprio lì, dentro quei 715 centimetri. E’ in grado di arrampicarsi, seppure con estrema lentezza, anche sui pali più lisci, aggrappandosi saldamente con gli unghioni aguzzi e le zampe robuste; gli arti hanno 5 dita e, in quelli anteriori, il primo e il secondo dito sono opponibili agli altri tre, consentendogli in tal modo di maneggiare con destrezza il sigaro che, spesso dopo i pasti, è solito assaporare. Di abitudini crepuscolari e notturne, durante il giorno il koala (purtroppo per i compagni) dorme raggomitolato al riparo della traversa. Si nutre primariamente delle foglie più tenere di determinate specie di eucalipto, ma all'occorrenza (leggi: al ristorante!) sa anche offrire delle ottime performances da onnivoro. L'intestino del koala, per la sua alimentazione prevalentemente vegetariana, è molto lungo e ciò spiega le dimensioni esageratamente sviluppate del ventre (soprattutto quando la stagione agonistica è sospesa...). Riproduzione del koala In questo ambito gli studi necessitano di ulteriori approfondimenti, considerato che il koala è tendenzialmente un animale molto riservato, anche se è nota la sua forte attrazione per il cosiddetto "homo moggiensis". Il koala femmina partorisce abitualmente per grazia ricevuta un piccolo alla volta, dopo una gestazione di circa 30 giorni. Alla nascita il piccolo, che pesa poco più di 5 grammi (si rifarà da grande, soprattutto quando la stagione agonistica è sospesa...) ed è lungo appena 2 cm (una misura che curiosamente lo accompagnerà per tutta l'età adulta, con riferimento alle dimensioni dell'organo riproduttivo), si infila subito nel marsupio posto sul ventre della madre, dove rimane per i primi sei mesi di vita. Curiosità Dietro quella apparente mitezza (o torpore, secondo alcuni...), si nasconde in realtà uno spirito altamente competitivo, tanto che l'animale, quando entra nel pieno della stagione agonistica, sa essere aggressivo persino con i compagni. La curiosità che lo distingue da ogni altra specie esistente è quella sua capacità di modulare le corde vocali in modo tale da riprodurre tre sole parole che recita senza sosta come una assillante litania ("Uno De Col... Uno De Col... Uno De Col..."). Proprio per questa sua ossessione verso il numero prediletto, che costituisce una peculiarità assolutamente unica, è conosciuto nell'ambito scientifico con l'appellativo di "koala pierferdinandicus" o, più semplicemente, "ostinatus U.D.C.". Il koala, un tempo diffusissimo, oggi vive esclusivamente nelle foreste di eucalipti del pordenonese e, per quanto ambisca ad essere "titolare", viene rigidamente protetto in "riserva" (soprattutto quando la stagione agonistica è appena ripresa...) per preservarlo da ogni possibile minaccia (talvolta anche di morte!) che possa giungere da un Pollini qualsiasi... Ve lo proponiamo in due brevi ma gustosi filmati che esprimono in modo significativo tutta la sua prorompente simpatia (soprattutto quando la stagione agonistica è appena ripresa...) e nel contempo l'agilità di cui sa (occasionalmente) essere capace...
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12 commenti:

brovedinho ha detto...

NO WORDS!!
Attendiamo con ansia i filmati promessi e le prime reazioni (ma non è in letargo!?) per un eventuale capitolo integrativo sulla permalosità del Koala e sul fenomeno di Koalizzazione che sta colpendo la nostra squadra. Ci siamo accorti che quegli esserini coi guanti sono in realtà portatori "sani"(!?) delle più svariate malattie: Matteo Cannavò ci aveva trasmesso il morbo della vittoria ed invece lui..

Anonimo ha detto...

Attendevo con ansia l'uscita della pubblicazione scientifica sul Koala, con allegati documentari della vita e delle gesta del Nostro, e finalmente eccoli!

Vorrei aggiungere che sembra, almeno dalla consultazione del blog, che un'altra espressione tipica del Koala, dopo la prestazione (sportiva e non) sia "Sei De Col... Sei De Col...", dove la parola "SEI" non è la terza persona singolare del presente indicativo del verbo essere che il Nostro dice a se stesso per convincersi di essere De Col, ma il numero cardinale successivo al "CINQUE" e che costituisce il voto in pagella che si autoattribuisce con modestia koaliana...

Ormai in porta è dura lotta tra Il Koala, Leo Tiracca Da Ros, Candido Cornacchia ed Emanuele Gatto Lorenzon

Anonimo ha detto...

Grazie Enrico dello spazio riservato ad un giusto protagonista di questi lunghi anni di battaglie...
Nessuno che abbia ricordato le decine e decine di goals salvati, le decine e decine di cappelle difensive (le vostre!) dimenticate a seguito di prodezze "animalesche", il numero delle cappelle (mie) che si contano sulle dita della mano di un vero Koala!
Comunque grazie del pensiero...per la porta lo sapete che non c'è storia...
p.s. ricordo a tutti che questo soprannome - che mi sta bene per carità - è stato inventato se non erro da Rumnold le cui doti di equilibrio mentale - come traspare dal sondaggio - lasciano alquanto a desiderare...

Anonimo ha detto...

Non oso pensare a cosa succederà quando verrà pubblicato il video di una delle mie "imprese", considerata anche la gran quantità di "materiale" che metto a disposizione.
Ho scoperto di essere Leo "tiracca" e come tale vi saluto.

Anonimo ha detto...

Leo, non ti preoccupare...la juventinità che ci lega mi porterà a difenderti sempre e comunque...
Piuttosto Vorrei sapere dal dott. Travergola le sensazioni provate nell'indossare la fascia del Kaptàno...orgoglio od imbarazzo (non per lui ma per chi l'aveva indossata la settimana prima...).

Anonimo ha detto...

Rispondo al Nostro Koala (insomma, al Koala de noantri): indossare la fascia di Capitano (con la C maiuscola) è un grande onore e mi inorgoglisce, però pensare che la stessa fascia l'ha indossata il Kaptàno un po' mi turba (forse sarà per quello che la sera, dopo la partita, mi son trovato a casa da solo a gridare "Diodidio!!!... Li prendiamo qui!!!... Passala meglio!!!..." ed una sfilza di nomi di compagni di squadra seguita da vari insulti e grida?...).

Chiederò lumi allo stesso specialista che si occupa del caso Rumnold e dintorni.

Leo Tiracca Da Ros sa il perché del suo soprannome? Siccome non di rado indossa le Tiracche e come portiere fuori dai pali non dà certo il meglio di sé, abbiamo attribuito la causa al fatto che quando va in porta aggancia le tiracche ai pali ed alla traversa e quindi viene trattenuto tra i pali e le uscite gli vengono impedite...

Ovviamente non può esser rivelato il nome dell'autore del soprannome (ma pagando...)

Enrico IODICE ha detto...

Nel ringraziare Piero Angela per il prezioso contributo, do il benvenuto sul Blog al nostro grande Leo "Tiracca" Da Ros! D'ora in avanti ti vogliamo costantemente sul Blog!!!

Anonimo ha detto...

Dott. Travergola, non è che la fascia del kaptàno Ti ha trasmesso oltre che preoccupanti turbe mentali anche il famoso e totalizzante "aplomb" verso il mondo femminile?
Se fosse così, propongo la fascia a rotazione tranne che al sottoscritto felicemente sposato con una maniaghese provvidenzialmente sottratta alle sgrinfie del kaptàno stesso...
Per Enrico: modifica il titolo con (DEL) Piero Angela! Fallo per me, visto che sono io il soggetto del commento!

Anonimo ha detto...

Caro Koala de noantri,
per ora non mi sono accorto dei benefici effetti di cui tu parli, ma sai com'è, è più facile che se ne accorgano gli altri che ti guardano che tu stesso...

Scusa, ti devo lasciare, ho 5 donne che mi aspettano...

P.S.: se la tua consorte è del maniaghese, non sarei così certo di ciò che scrivi (ma comunque sarebbe una cosa del passato...)

Anonimo ha detto...

Dott. Travergola, volevo precisare che stamattina Ti ho visto con tre donne e non con cinque...
Eh sì, la fascia dà proprio alla testa...

Anonimo ha detto...

Caro il Nostro Koala, il freddo fa male alla vostra specie: ieri sera erano 5 donne e stamattina altre 3 (il totale lo lascio a te, se ce la fai).

L'importante è che, come leggo in altro tuo commento, tu domani sia con noi a difendere la tua tana (leggasi: porta), perché in fondo (ma molto in fondo) ti vogliamo bene...

Anonimo ha detto...

Avavo associato certamente il soprannome alle mie bretelle.
Ammetto però che non avevo fatto un così fine collegamento con la causa delle mancate uscite...
Ovviamente apprezzo lo spirito senza neppure chiedere a chi si deve il copyright.
Saluti.
Leo Tiracca.