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giovedì 25 novembre 2010

Campo Sportivo di Sedrano: scoppia un caso sul diritto di proprietà!

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SEDRANO (PN) - «Elo il paron quel là?!? E mi, che lo gò sempre curà come un fiol?!? Pelo e contro pelo...», è questo l'urlo disperato, intercalato da profondi singhiozzi, che si leva dalla cella imbottita del reparto "custodi deviati" della nota Clinica Psichiatrica "Fate Pena Fratelli" di Pordenone. E' il lamento di un uomo che si sente tradito, colpito nei suoi affetti più cari e spogliato del gioiello inestimabile di cui andava così fiero. Ma per rendere partecipi di quanto occorso anche i lettori meno assidui, eccovi il succinto racconto di una dolorosa storia di vita e del suo tragico epilogo (useremo dei nomi fittizi per non creare imbarazzo ad alcuno). Gianni è una simpatica personcina innamorata del calcio, che si occupa del campo sportivo del paese sin dalla sua nascita (quella di Gianni si intende, non del campo!). La passione con cui accudisce il rettangolo verde e l'impianto circostante sono senza eguali. Si prende cura di ogni più piccolo dettaglio e adotta ogni accorgimento che possa preservare o valorizzare la sua amata creatura: si inventa così la raffinata tecnica di rasatura del "pelo e contro pelo", posiziona le pattine all'ingresso dello spogliatoio, impone ai giocatori il riscaldamento nell'apposita area delimitata dalla recinzione con l'alta tensione e si espone persino in prima persona posando per il calendario destinato a campeggiare negli spogliatoi! (vedi foto sotto). L'attaccamento alla struttura dimostrato negli anni è persino commovente: consuma il suo primo rapporto sessuale nello sgabuzzino dell'attrezzatura sportiva con le sagome della barriera (non intaccando peraltro i materassini nuovi di zecca: «L'era pecà rovinarli...»), in occasione delle nozze celebra il ricevimento nel cerchio del centrocampo e, infine, battezza il figlio nella porta rivolta a nord (per la vicinanza alla fontana). Nel tempo, la simbiosi uomo-campo sportivo diviene pressoché completa: Gianni vive lì, dorme sulla lettiga nello stanzino dell'arbitro, si nutre cacciando la selvaggina nel boschetto adiacente, consuma i pasti nell'area-chiosco e concima il terreno attingendo alle proprie risorse "personali". In pochi anni il suo impianto sportivo diviene il più invidiato della zona. Un giorno conosce Pinotto, anch'egli malato di calcio, "padrone" di una squadretta plasmata ed allevata per il proprio esclusivo divertimento. Tra i due nasce un sodalizio profondo che si consolida sempre di più con il trascorrere del tempo; a causa della loro assidua frequentazione, che avviene rigorosamente al campo sportivo (anche con condizioni meteorologiche avverse!), qualcuno addirittura insinua che vi sia qualcosa di più di un'amicizia (quasi due!). Il centro sportivo di Gianni diventa una seconda casa anche per Pinotto ed i suoi ragazzi. Un giorno (sabato scorso) però accade quel che non ti aspetti. Durante una gara, si innesca un alterco tra Pinotto ed un energumeno della panchina avversa. «Perché devi prendere per il culo, eh?», apre Pinotto indispettito dall'atteggiamento irridente dell'avversario. Risposta: «Io parlo quando voglio!». «Ah sì, allora sai cosa ti dico? Testa di c...o!». «Ma…». «Testa di c...o!». «Scusi, ma…». «Nessun ma… testa di c...o! Testa di c...o! Testa di c...o!». Poi, facendo appello alla sua saggezza, Pinotto cerca di smorzare un pò i toni: «Potrei essere tuo padre... testa di c...o!». A quel punto l'energumeno, stordito da cotanta saggezza, sbotta: «Ma chi c...o sei?!?». E qui, tradito dall'animo infervorato, Pinotto si lascia sfuggire la frase che mai avrebbe dovuto proferire: «Sono il Padrone del campo! Vuoi che faccia finire la partita adesso?!?». Gianni viene immediatamente a conoscenza dell'accaduto e, già segnato da una truffa patita di recente con l'acquisto di un'auto di seconda mano taroccata, si precipita presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari dove scopre l'inganno: la struttura è oramai intestata a Pinotto che, a sua insaputa, l'ha acquisita per "usucapione speciale calcistica" (5 anni di possesso continuato). Il colpo è troppo duro per il povero Gianni che accusa un crollo nervoso e viene immediatamente ricoverato presso la menzionata clinica psichiatrica, in un disperato tentativo di recupero. Chi l'ha visitato di recente, ci riporta l'ultima toccante esternazione dello sventurato, pronunciata con una smorfia di dolore dipinta sul volto mentre il medico si accinge a sostituirgli la flebo di Cabernet Franc: «Elo un dotòr quel là?!?». Ma chi lo conosce, è pronto a giurare che la vicenda non si chiuderà qui... Storie di vita e di inganni, di passioni e di calcio...
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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è ancora apparso il post, ma posso fin da ora comunicare ufficialmente che il Campo di Sedrano è stato posto sotto sequestro, mentre si sta cercando alacremente una bandierina misteriosamente scomparsa nel pomeriggio di sabato scorso.

ugè

Anonimo ha detto...

In primo luogo faccio una seria e sentita critica a Mr. Blogger: questo commento non dovevi etichettarlo tra gli "humor" bensì tra le "perle humor"!!!!!

Poi, lo trovo semplicemente meraviglioso, non sono ammesse re-pli-che!!!!

Mi pongo la domanda se mai bisognerà dire a GIANNI che esiste un articolo sul blog su di lui, con tanto di foto "mascherata".

Infine c'è una chicca correlata al post ed al mio primo commento delle ore 14:27 ma ne rimetto a Mr. Blogger la narrazione (suggerirei con cambio di nomi).

ugè

Anonimo ha detto...

Ho letto che le dodici tavole, le istitutiones di Gaio e il Digestum di Giustiniano disciplinano analiticamente l'istituto della "usucapio pallonaris": 5 anni...

p8

Anonimo ha detto...

Senza parole ...
A.B.x3