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LESTANS (PN) – Una delle caratteristiche più belle ed affascinanti del gioco del calcio è certamente la sua imprevedibilità: in questo gioco, così antico e così amato da sempre, non vi è mai nulla di scontato, di predeterminato o di ovvio… Durante quei 90 minuti (nel caso di specie 70’) che trascorrono su un rettangolo verde, tutto può accadere ed ogni aspirazione è lecita, persino quella di poter avere la meglio su un rivale che appare nettamente superiore; così diventa possibile prevalere su un avversario che, traslando astrattamente la sfida nell’ambito della nobile disciplina della boxe, non si avrebbe nemmeno l’ambizione di poter affrontare a causa della evidente disparità di peso che, in ogni caso, renderebbe non omologabile il risultato. Le risorse tecniche ed umane a disposizione delle due compagini che si contendevano la vittoria finale del Torneo erano platealmente sbilanciate (in favore dei padroni di casa, ben s’intende!) ma, va detto, in seguito al nobile e doveroso gesto del prestito di giocatori (dopo Cornacchia, Pergola e Iodice, anche Fantuzzi e Martini), il divario poteva quasi considerarsi colmato. Quasi… Nella testa dei giocatori però restava la consapevolezza dello squilibrio: consapevolezza che, di norma, da un lato indebolisce i più forti e dall’altro rafforza i più deboli. E così è stato. I romani, rinvigoriti dal corposo innesto naoniano, hanno disputato una gara accorta, rimanendo sempre ordinati e compatti e neutralizzando di fatto ogni iniziativa dei ramarri, apparsi invece slegati e disordinati. Dopo una fase iniziale di studio, l’Antitrust passa in vantaggio a metà del primo tempo con un gol del suo capitano storico, il grande Gualco (anch’egli elemento della compagine neroverde e “pordenonese adottivo”): il fantasista del Testaccio si avventa su una palla che vaga poco fuori dall’area piccola e conclude con un destro sporco che manda lentamente la sfera a riposare nel sacco. Come dichiarato pubblicamente due anni or sono («Se segno non esulto!», ricordate?), nessun motto di gioia, al pari degli altri ramarri occasionalmente “romanizzati”. I neroverdi tentano di reagire, ma la squadra della capitale erge una diga pressoché insormontabile e riparte con rapide incursioni che impensieriscono non poco i padroni di casa. Prima del riposo arriva anche la seconda segnatura ad opera dell’ottimo Scalzo (miglior giocatore del Torneo?) che dopo aver danzato a lungo nel bel mezzo della confusa retroguardia naoniana, conclude imparabilmente in porta. Nella ripresa gli uomini di Pollini tentano, senza troppa convinzione per la verità, di accorciare le distanze per rientrare in partita ma riescono a produrre una sola vera occasione con Feltrin che si incunea in area ma scarica a lato. Il “Gurnari furioso” che minaccia l’uscita dal campo è l’immagine dell’impotenza dei ramarri, incappati purtroppo nella più classica delle giornate storte. Finisce così 2-0, con i romani che si aggiudicano meritatamente il Torneo ma, come dice un tal Toni da Cordenons, notoriamente allergico alle sconfitte, in questa vittoria c’è anche un (bel) po’ di Pordenone… E non si allude semplicemente al marchio impresso sulle casacche dei vincitori…
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4 commenti:
Beh, al gol di Gualco ho esultato, non lo avrei fatto se avessi segnato io (ma il problema non si è posto...).
Rimandando i commenti sul torneo ad altro articolo che sicuramente ci sarà (evidenzio solo che le partite si vincono in campo e mai sulla carta), la vera notizia è che nell'Avvocup Vicenza ha eliminato Padova ai rigori con un anno di distanza e cioè quest'anno anziché lo scorso (in cui perse proprio ai rigori con Padova nei quarti del torneo): è proprio vero che questa per noi non era l'annata giusta.....
Cari ragazzi è doverosa una precisazione, innanzitutto vorrei sottolineare limpegno, la serietà e l'umiltà nell'approccio al torneo della squadra dell'antitrust sapevamo le nostre difficoltà iniziali, per le persone che non sono potute venire all'ultimo minuto, ma non ci siamo demoralizzati. in seconda battuta vorrei esaltare le due gare tecnicamente perfette, messe in campo dal Mister (scusate l'autovalutazione). infine vorrei capì chi sò li Romani e chi i Pordenonesi: sicuramente no Glauco, che è di Testaccio, nemmeno Eugenio che sappiamo essere vissuto a Roma per tanti anni, men che meno Enrico Iodice che dopo averci deliziato con il suo articolo in dialetto Romano è sicuramente di Trastevere, ;-) infine Vincenzo, che per la fratellanza che lo lega a Glauco sicuramente è della Garbatella. lode alla squadra vincitrice e un abbraccio a tutti. Il Mister
errata corrige:
limpegno leggasi l'impegno;
dopo la parola perfette, aggiungere: per le squadre.
Il Mister
A Misteeer, sei 'n GRANDE!!!
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