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domenica 13 giugno 2010

AVVOCUP 2010, SECONDA SEMIFINALE - Ramarri in finale col batticuore!

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Il Tabellino AVVOCATI PN - BERGAMO LEX 4-3 (0-2) Formazione: Cornacchia, Moro (Feltrin), Bellotto, Sarcinelli (Cesaratto) (Lorenzon) (Iodice), Pergola (Luisa Vissat), Gasparini, Stella, Gurnari (Rumiel), Simonato, Brosolo [C], Vicenzotto. A disposizione: Celano. Extra rosa: Fantuzzi, Brovedani, Galasso. Marcatori: Simonato, Simonato, Simonato, Vicenzotto. . SEDRANO (PN) - «Non avevamo dubbi sull'esito! Sapevamo di aver fatto un ottimo lavoro e ieri ne abbiamo avuto l'ennesima riprova»: questo l'orgoglioso commento rilasciato a caldo dopo l'intensa semifinale dall'equipe di cardiologi che qualche anno fa aveva applicato tre bypass aorto-coronarici a Mr Pollinigson. Francamente non ci pare di poter trovare un'espressione più efficace per rendere l'idea del pathos e della straordinaria altalena di emozioni vissute in una gara d'altri tempi. Bergamo si presenta con numerosissime assenze di rilievo e con gli uomini contati (12 temerari): il fair play che consente loro i cambi volanti è d'obbligo. La temperatura in questo primo pomeriggio di giugno è di quelle da far sentire a casa un beduino. Parte la gara e Bergamo, disposto in campo con ordine ed intelligenza, impartisce una lezione di calcio per venti minuti abbondanti, pungendo ad ogni folata offensiva: palo interno su un cross sbagliato, gol del vantaggio con tiro rasoterra dal limite dell'area, traversa dopo un batti e ribatti in area, raddoppio con un'altra conclusione angolata dai sedici metri, traversa piena con una bordata dalla distanza. I ramarri? Il più dinamico è l'impagabile, irriducibile e immancabile capo ultrà, Generale Celano, che, seduto sulla panca all'ombra delle fronde, in un paio di circostanze accavalla le gambe. I visi paonazzi e l'espressione da "118" dipinta sul volto dicono tutto. La timida reazione dei naoniani si concretizza in due sortite di Brosolo (una deviata in angolo ed una a lato di poco) e nel rigore procurato da Vicenzotto e calciato "alla Baggio" (finale USA '94, sigh...) da un irriconoscibile Simonato. Prima del riposo l'ennesimo infortunio dello statuario (oggi) Gurnari: direttamente dal corpo di ballo del Bolshoi, fa ingresso in campo Rumnoldenko che porterà al centrocampo quella dinamicità che fin lì era completamente mancata (e modificando sostanzialmente gli equilibri della gara). Nell'intervallo i ramarri hanno il merito di non disunirsi e di credere nella rimonta. Nello spogliatoio si leva una voce: «Se siamo una squadra, dobbiamo dimostrarlo adesso, nel momento della difficoltà!». Altri due cambi (fuori Moro e l'ologramma di Sarcinelli, dentro Feltrin e Cesaratto) ed i ramarri iniziano la ripresa a spron battuto: si gioca a una porta sola. Simonato si rifà con gli interessi dell'opaco primo tempo con tre centri (e una traversa) in 15 minuti: sinistro di rapina, appoggio di testa su uscita a vuoto del portiere e perla del 3-2 con un interno destro "alla Del Piero" (da oggi "alla Piero"). Risultato ribaltato e finalissima a portata di mano. Gara conclusa? Neanche per idea. Grazie ad una colossale dormita di gruppo della difesa, un attaccante ospite si incunea in aera e, prima di essere tranciato da tergo dal Kaptàno in rovinoso recupero, offre la palla al compagno accorrente che appoggia comodamente in gol. 3-3 e tutto da rifare. Quando ormai il folto pubblico (due avvenenti tifose si sono aggiunte frattanto al Generale facendo registrare così il record d'incassi) si appresta a seguire la roulette russa dei rigori, Paolino Vicenzotto (fin lì poco incisivo) si avventa su una respinta in area ed estrae dal cilindro uno splendido collo sinistro in controbalzo che si infila nell'angolino lontano. Gioia, tripudio e gaudio. Prima del triplice fischio da segnalare lo sproloquio di Kaptàn Vissat che si confronta da par suo con un paio di compagni (di qui il battesimo per Rumnold, con richiamo allo storico corpo di ballo moscovita: «Sembri una ballerina del Bolshoi! Giochiamo a calcio!!!»), il "teatrino della fascia destra" (nel giro di pochi minuti Cesaratto subentra a Moro, Lorenzon a Cesaratto e Iodice a Lorenzon) e due contropiedi dei neroverdi sprecati malamente, con Pollini che regala altre grandi soddisfazioni ai suoi valentissimi cardiologi. Sabato prossimo finalissima contro l'armata invincibile padovana: un plauso a tutti per questo prestigioso traguardo raggiunto ma, ci sia consentito, in particolare a chi ha accettato (non solo oggi) di non giocare o giocare pochissimo, dimostrando grande spirito di gruppo.
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. Luca Cerullo (Bergamo): "In un caldo torrido, ai limiti dell'umana sopportazione, si é disputata una grandissima semifinale. Siamo usciti sconfitti dalla battaglia, ma la partita di ieri é entrata di diritto nella breve storia della nostra squadra, nonostante il risultato. Onore, dunque, ai 12 giocatori scesi in campo ieri, 12 combattenti temerari contro una vera e propria corazzata. Mazzariol, Gelmini, Colombo, Musitelli, Cerullo, Di Dio, Longobardi Senior, Rossini, Cagnazzo senior, Scudeller, Regazzoni, Rossini, Longobardi junior, questi i leoni di Pordenone. Il prepartita é stato segnato dal sospetto. Forti, infatti, sono i dubbi circa una capillare diffusione di pratiche dopanti fra gli avversari. Il riferimento corre, in particolare, all'innalzamento innaturale dei livelli di testosterone indotto da un calendario, che campeggia all'ingresso dello spogliatoio dei padroni di casa, le cui pagine ritraggono avvenenti praticanti del foro di Pordenone in pose hard. Nella formazione orobica, fra i più colpiti dall'insolita pratica é parso Gelmini, che del resto é solito confondere stretching ed onanismo prima delle gare. In ogni caso, nonostante l'apprezzamento di alcuni per la creatività friulana, non é da escludere un ricorso di Bergamo alla procura antidoping. Ragno si tenga pronto. In attesa dell'intervento della giustizia sportiva, non resta che analizzare il verdetto del campo. La vittoria di Pordenone é, in estrema sintesi, la vittoria dell'organizzazione contro l'improvvisazione. Non é concepibile presentarsi ad una semifinale con gli uomini contati, senza alcuni giocatori chiave, privi di un Mister e di un modulo di gioco. Allora un plauso ai presenti ed alla fantasia di Mazzariol, il cui modulo 4-2-4 ha fatto sì che la partita di ieri non si trasformasse in una disfatta. L'idea di schierare una formazione a trazione anteriore, sostanzialmente con cinque attaccanti, ha prodotto i frutti sperati. Regazzoni, i 2 Longobardi, Scudeller, Cagnazzo e Rossini hanno per lunghi tratti di gara impensierito Pordenone, contringendola a mantenere basso il baricentro. Il bottino del primo tempo é stato pingue: 3 legni e due gol di pregevole fattura, frutto di manovre corali e di un gioco ordinato, oltre che dell'estro dei singoli. Il centrocampo, di fatto, si é retto sul solo Di Dio, capace di creare gioco ed al contempo di spezzare le azioni offensive avversarie. La difesa a 4 , invece con Cerullo, Musitelli, Gelmini e Colombo schierati in linea, sempre pronti ad attuare un sistematico fuorigioco, ha bagnato la miccia delle bocche da fuoco neroverdi. Come prevedibile, tuttavia, nella seconda frazione di gioco Bergamo ha subito un crollo verticale sul piano fisico. Quando la fatica ha iniziato a mordere i muscoli dei bergamaschi, la sproporzione fra le forze in campo é diventata quasi imbarazzante. Ciò nondimeno, la formazione orobica ha retto il colpo e, anche dopo aver subito il gol del 3-2, ha reagito con orgoglio, cogliendo un meritato pareggio. Il gol della sconfitta, giunto a 4 minuti dalla fine, ha spento definitivamente le velleità dei bianchi. Inutile recriminare in questa sede su un possibile fuorigioco non fischiato dall'arbitro. E' intenzione di Bergamo deferire il giuramento decisorio al n. 2 di Pordenone, affinché egli dica se, effettivamente, sul gol del 4-3 ha toccato il pallone oppure no. Al di là dell'ironia e della sottile vena polemica, la vittoria di Pordenone é stata meritata, non tanto per la superiorità sul piano atletico e tecnico, quanto per la miglior organizzazione di squadra, il maggior entusiasmo e la corale partecipazione di tutti all'Avvocup. Questi sono gli ingredienti per vincere e, infatti, i neroverdi hanno vinto, meritatamente aggiugo io. Ciò detto, ribadisco quanto ho già avuto modo di dire in altre occasioni: la nostra squadra, al completo, sul piano tecnico é inferiore solo a Padova. Con le altre ce la possiamo giocare ad armi pari e quest'anno lo abbiamo dimostrato. Ieri mancavano RILLO, Cavagna, Baruffi, Galatti, Fachinetti, Pizzoccheri, Manzoni, Bonomi, Cagnazzo Junior, Birolini, Zesi, Guarino... Caro Enrico, ti sarà sufficiente rileggere le cronache degli ultimi due anni per comprendere che si tratta di alcuni dei pezzi pregiati della nostra formazione. Con loro sarebbe stata un'altra partita. Per questa ragione la soddisfazione per la bella prestazione di ieri é pari al rimpianto. Con questo chiudo, invitandovi tutti ad Arcene (BG), dove l'assessore Rillo (regge l'assessorato "Sport & Gnocca"), nonché mister della BG LEX, sarà lieto di mostrarVi la propria abilità nella preparazione di fritti e salamelle dal 4 al 14 giugno. Vi assicuro che in campo é uno che fa la differenza... Forse é capace di tanto anche fra i fornelli... Ciao! Per la finale tifo Pordenone. Dimenticavo... L'arbitro di ieri é in assoluto il migliore dell'Avvocup. La "flavia" giacchetta nera prenda esempio. L'arbitro migliore é quello che rende impalpabile la propria presenza".
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11 commenti:

Stefan Langer ha detto...

Complimenti ragazzi!!!

Ieri pomeriggio ho già telefonato col Kaptàno che mi ha raccontato tutto.

Sono fiero di essere ramarro.

Stefan

PS: Sabato prossimo quando si giocherà la finale sarò in teatro qui a Vienna per vedere mio figlio maggiore sul palcoscenico. Potreste mandarmi un messaggino a fine partita (non potrò telefonare durante la rappresentazione)?

Anonimo ha detto...

Grande Stefan ... "uno di noi".
Sabato è stata dura: nel primo tempo siamo stati inesistenti. Nel secondo tempo siamo stati bravi a crederci ed è arrivata la svolta grazie ai cambi … il che conferma che abbiamo una rosa con 20 / 22 titolari. Grande Gruppo!
A.B.x3
P.S. Stefan, grazie per la telefonata del 5 giugno … mi ha fatto un piacere enorme. Al Memorial indosserai la maglia del Milan, assieme a me, Rumnold, Eugenio, Michele Feltrin, Sarci, Brovedinho, Piero Bomber, ecc.

Stefan Langer ha detto...

... infatti giocherò con la maglia del Milan! Sarò l´Inzaghi degli Alpi!

Anonimo ha detto...

Stefan ti prego! Inzaghi no!
Potrei diventare più cattivo di Romeo Benetti...
Ivan

Stefan Langer ha detto...

... Ivan non posso fare il Beckham (non mi piacciono i tatuaggi ;-) ) ... dunque: cosa non va con Inzaghi?
Stefan

ugè ha detto...

Solite considerazioni varie:
1. è una vittoria del gruppo, è certo: il fatto di esser sempre riusciti ad avere almeno 4/5 cambi anche in trasferta (penso infatti a quella più lunga di Riccione) è una cosa essenziale, come molto importante è che (quasi) tutti accettino anche di fare panchina e di venire oltre i 18 consentiti dalla lista. Sabato siamo stati bravi anche a smorzare quei momenti di tensione che in altri tempi avrebbero potuto creare scompiglio a far cambiare il vento della partita (penso, ad es., ai tre minuti di sfuriata globale totale del Kap, gestiti con intelligenza in campo e dai compagni in panca, compresi quelli usciti);
2. come spesso ci capita abbiamo avuto un iniziale approccio sbagliato, con troppa sufficienza, forse il fatto di giocare in casa contro avversari con un solo cambio ci ha rammolliti; inoltre credo che la formazione iniziale fosse sbagliata, i miei amati Pippo e Sarci insieme avevano una giornata (per altro annunciata) storta, il centrocampo era in sofferenza evidente, lo stesso Stella Stellina era meno reattivo del solito (o almeno nel secondo tempo è stato molto più vivace, anche perché spostato in mezzo al campo); forse dovevano giocare uno per tempo o entrambi nel secondo tempo, quando fisiologicamente il ritmo sarebbe sceso;
3. capitolo Piero: inguardabile il primo tempo (il suo errore dal dischetto, atteso dai più, visto per come giocava), enorme nella ripresa;
4. importante l'ìnnesto delle forze fresche sulle fasce, e due gol sono nati proprio da iniziative di Ivan e di Feltrinho. Scena con Manu: gli ho detto di scaldarsi che poteva entrare, di tenersi pronto che se serviva doveva dare una mano, ma lui rimaneva sdraiato e diceva che ormai non voleva più entrare... infatti è dovuto entrare e, senza riscaldamento, un cane lo ha morso sul dietro della coscia destra...;
5. Rumnold: ad ogni partita gli ricorderemo l'ora di inizio (incredibile l'aneddoto di Toni nello spogliatoio: "ho sbagliato, mi sono commosso e gli ho detto che avrebbe giocato dall'inizio e così lui si rilassa ed arriva in ritardo, écco...");
6. Kap: ha mostrato il peggio (o il meglio, a seconda dell'angolo di visuale) del suo repertorio ma, come detto, il gruppo è riuscito a gestirlo;
7. Arbitro: concordo nel ritenerlo il migliore visto nel torneo, presente ma mai protagonista, equilibrato, signorile anche; apprezzabile poi il fatto che sia venuto al rinfresco ed abbia chiacchierato con tutti e di tutto;
8. la finale: certamente non ci sarà Fabio Papais stavolta... in ogni caso, sebbene Padova sia forte, non dobbiamo partire sconfitti ma pensare bene a come affrontarli, e di tattica occorre parlare per bene col Mister, giovedì dopo l'allenamento ma anche prima (e per favore nessuno tiri fuori il Mazzarella di turno!).

Anonimo ha detto...

Io sono uno di quelli che accetta meno volentieri la panchina ma non perchè mi consideri più forte degli altri (anzi! sono e rimango geneticamente un portiere) quanto perchè due ore di auto da udine, alla mia età e con prole a casa, non sono sempre sopportabili..quanto all'infortunio confidavo che il buon ivan potesse resistere altri 5 minuti (mai vista una scena così!)...ad ogni buon conto, grandi complimenti sopratutto a Piero...non succede, ma se succede...
juliocesar

Anonimo ha detto...

Inzaghi era un cascatore ehm un "giocatore"...
Tu Stefan non lo sei!
Quanto a sabato, mi spiace per Manu che si è fatto male, ma io ho chiamato il cambio e sono rimasto in campo qualche minuto.
Sinceramente non so cosa sia successo poi.
Mi dispiace anche di aver bisticciato con il Kap ma è più forte di me. Se uno mi urla mi viene istintivo rispondere per le rime. Non ho un bel carattere purtroppo. Gli ho già rivolto le mie scuse; spero non se la sia presa (anche perché in campo succede di perdere la pazienza).
Complimenti a Bergamo.
Bene il gruppo come al solito.
Adesso pensiamo a Padova.

Anonimo ha detto...

PER NOSTRA FORTUNA SABATO SARO' ASSENTE. QUANTO A SABATO SCORSO, RINGRAZIO DI CUORE LA SQUADRA CHE HA SUPPORTATO LA MIA MEZZ'ORA VERGOGNOSA DI PRESENZA, ED IL GRUPPO E' RIUSCITO A PORTARCI IN FINALE.
UN CONSIGLIO NON RICHIESTO PER PADOVA: OLLY IN MEZZO AL CAMPO, CARLETTO SECONDA PUNTA E PIERO PRIMA.
POI, COPERTI E CATTIVI (SPORTIVAMENTE).
SARCI

ugè ha detto...

Il mitico Sarci ci mancherà sabato prossimo, la sua presenza è sempre importante anche quando non brilla come potrebbe e saprebbe.
Concordo con lui circa l'assetto tattico per la finale, con la specifica che anche Galax dovrebbe aiutare il centrocampo e che occorre una linea Maginot che Herrera, Rocco e Mourinho nemmeno immaginerebbero

ugè ha detto...

Dimenticavo: dov'è quel menagramo di s.t.?
Dov'è finito il sarcastico ex calciatore ed ex ciclista, quello che appare e fa battute quando perdiamo?
Si prepara per fare la sua comparsata dopo sabato, sperando che le sue gufate vadano a buon fine?
Come diceva Salvi nell'imitazione di Vanzina "non capita, perché non capita, ma dovesse capita'... non capita, no... ma dovesse capita'...".
Per ora ci siamo guadagnati la finale, alla faccia dei gufi...
Un saluto a s.t.