Oggi mi hanno finalmente dimesso, sto molto meglio, sento di essere nuovamente tornato in me e non appena la bizzarra cura prescrittami per eliminare questa fastidiosa erre moscia (tre supposte di ormoni di muflone nostrano al dí!) avrà dato i suoi frutti, ogni cosa sarà finalmente tornata come un tempo, anche se temo che non tutti saranno entusiasti per questo...
Nonostante questa imbarazzante ed imprevista parentesi “psichiatrica”, sono comunque molto orgoglioso di aver messo a disposizione il mio corpo per l’onore della causa comune. Ora vi saluto con affetto, quel demente di Blatter scalpita per illustrarmi la sua ennesima porcata… A bien tot!
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Infine, visto che abbiamo scherzosamente scomodato uno degli Dei dell’Olimpo del Calcio, permettetemi di chiudere con una meravigliosa poesia che ho rinvenuto casualmente tra la polvere di uno scaffale di casa:
“L’arbitro portò il fischietto alla bocca. Nello stesso momento, poco prima o contemporaneamente al fischio, il pallone partì. Galleggiando leggero sulla barriera descrisse un arco molto incurvato e si collocò con precisione geometrica nell’incrocio alla destra del portiere goffamente abbracciato al palo. Era un gol fantastico, ma l’arbitro di quella partita amichevole fra Italia e Francia era rimasto fermo, impalato: la punizione andava ripetuta. «Pas de problèmes», sembrò dire quel ragazzo dagli occhi pungenti e la testa riccioluta, mentre alcuni suoi compagni attorno all’arbitro chiedevano inutilmente spiegazioni. Prese nuovamente il pallone fra le mani, lo depositò con cura estrema, quasi eccessiva, sul quadrato d’erba che gli pareva più adatto, mentre il portiere azzurro sistema
va nuovamente la barriera. Come obbedisse a qualche misterioso richiamo, si chinò di nuovo per accomodare nuovamente il pallone, una frazione di giro più a destra, mentre il muro si stringeva e ondeggiava. Stavolta il fischio si udì distintamente ed il tiro partì sensibilmente dopo che il trillo aveva smesso di vibrare nell’aria. Il pallone, accarezzato con l’interno del piede, non scavalcò la barriera, ma l’aggirò sulla destra all’altezza dei pantaloncini dell’ultimo azzurro. Zoff, che si aspettava il tiro nello stesso angolo di prima, o quantomeno dalla stessa parte, si trovò sul piede “sbagliato” e si lanciò sapendo che quella palla non l’avrebbe mai presa. Il pallone infatti si insaccò non forte, ma teso, accanto al palo alla sua sinistra, lontano dalla sua mano protesa. Gli azzurri in barriera si guardarono negli occhi, sorpresi più che dispiaciuti, quasi chiedendosi: «Ma questo chi è?». Era il febbraio 1978, Francia ed Italia si sarebbero nuovamente affrontate a giugno nella fase finale dei Mondiali di Argentina: fu così che il ventitreenne Michel Platini venne conosciuto in Italia, in uno Stadio San Paolo che non gli negò un caloroso applauso…”. Amen.
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2 commenti:
Ecco il video del gol di Platini:
http://www.youtube.com/watch?v=D8zfyjHuSB8
Stasera abbiamo sospeso l´allenamento dell' FC Insolvenz perché grandinava fortemente. Poi dopo 5 minuti quando i chicchi di grandine sono divenuti piú piccoli abbiamo ripreso a giocare.
Quindi non mi spaventa se dovesse piovere un pó a Sedrano sabato.
Consiglio una terapia d'urto presso il Prof. Boskjian, con dosi massicce di farmaco (almeno 6 applicazioni al dì, dice il bugiardino...)
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