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venerdì 4 maggio 2012

TORNEO VIENNA - Il "Diario di bordo" del week-end in terra d'Austria (2)


DOMENICA 29 APRILE

VIENNA - La domenica è la giornata che segna l'avvio della fase prettamente calcistica della spedizione. I ramarri appaiono da subito disorientati non ritrovando quei punti di riferimento che da sempre segnano il risveglio in occasione delle trasferte: stanchezza, torpore, cerchio alla testa, bruciore di stomaco... Nulla di tutto questo. La comitiva si imbarca puntuale sul pullman fiorito e muove alla volta del KSV Sportzentrum alle 9:55 dove di lì a poco più di un'ora li attende la gara d'esordio contro i baschi. La distanza che separa l’Hotel dai campi di gioco (zona Prater) è in linea d’aria sull’ordine dei 500 metri. L'avamposto nei pressi dell'autista é occupato da Tatanka Celano che, malauguratamente, funge da navigatore umano fornendo le indicazioni necessarie al "collega" satellitare (coadiuvato dal Kaptàno). Dopo circa 10 minuti di strada molto sospetti, la ruota del Prater che continua a rimpicciolire diventa la conferma dei dubbi che oramai serpeggiano tra le fila: ci siamo persi! Non era cosa facile a farsi. A venti minuti di cammino il campionario di battute che giungono da ogni angolo della corriera - in particolare dalla "zona Boschian" - è pressoché esaurito («Siamo usciti dall'Austria!», «A 'sto punto andiamo direttamente a Sedrano!», «Facciamo una colletta per comprare un navigatore...», ecc.). Pollini, dopo aver perso e ritrovato le staffe più volte, comunica la formazione ed ordina l'inizio del riscaldamento a gruppi di tre nel corridoio del bus. Alla mezz'ora, mentre la ruota del Prater è oramai scomparsa dalla visuale, si svela il mistero: Tatanka ha fornito il nome errato della via! Pollini, dopo averlo rincuorato con fare paterno, gli comunica la sua esclusione ufficiale dalla rosa. Quando scoccano i tre quarti d'ora di viaggio, i ramarri, provati nel fisico e nel morale, fanno finalmente ingresso allo Sportzentrum e già dal finestrino del bus individuano il tipo di superficie dei due campi che ospiteranno il torneo: moquette stile anni '70 mista a ghiaia fine! La stoccata finale. Il clima è quasi torrido ed il sole che splende alto ed indisturbato nel cielo trasforma il tendone allestito tra i due campi (ove la birra offerta dai generosi amici viennesi è pronta a scorrere copiosa!) in una temibile insidia. Ha inizio la gara ed i naoniani dimostrano subito di avere un approccio “di burro” alla gara e di possedere la stessa mobilità dei calciatori del subbuteo. La sfida coi baschi si conclude ciò nonostante a reti inviolate. Nell'intervallo che precede la seconda partita (contro i viennesi), qualcuno comincia a cercare insistentemente refrigerio sotto il tendone... Contro i padroni di casa si assiste ad un tirassegno, con la porta del volatile che funge da bersaglio: alla fine gli austriaci si portano a casa solo due peluches (uno per tempo), sprecando una infinità di altre occasioni. La rete di Simonato che dimezza lo svantaggio a pochi minuti dalla conclusione, rende il risultato finale bugiardo come il peggior Pinocchio. Nell'ultima fatica contro gli amici veneziani, decimati nel senso autentico del termine (tra i pali viene precettato il quattordicenne Langer jr!), viene concordemente imposta una regola non scritta: vietato correre e/o effettuare movimenti bruschi che richiamino l'idea dello scatto. Dopo il vantaggio dei lagunari, la riscossa dei ramarri è firmata da un motivatissimo Tatanka Celano (reintegrato in rosa in extremis dal magnanimo Pollini) che, nell'insaccare di testa un pallone a 0,7 cm dalla riga di porta, si schianta brutalmente sul palo: l'adrenalina che gli scorre nelle vene lo salva dallo svenimento che pareva oramai cosa certa (dalla constatazione amichevole tra il bomber ed il legno della porta, emergerà poi un concorso di colpa al 50%). Sulla affollata panchina neroverde si scorgono scene di scomposta ilarità. La doppietta di Tirelli che segue, conclude il calvario sportivo della giornata, con i naoniani che chiudono a pari punti (4) con i viennesi secondi in classifica, ma finiscono al terzo posto a causa dello scontro diretto sfavorevole. La finalissima vedrà dunque i padroni di casa opposti alla compagine di Bilbao. Da segnalare il rientro a sorpresa (anche per se stesso!) del prode Bellotto, assente dai campi di gioco da lungo tempo per i noti (ed ignoti al tempo stesso) problemi al ginocchio; per lui addirittura due gare consecutive (Insolvenz e Venezia).


Ecco nel dettaglio i risultati delle gare:

Avvocati PN - Abogados Bilbao 0-0
F.C. Insolvenz - Venezia Football Lawyers 1-1
Avvocati PN - F.C. Insolvenz 1-2 (simonato)
Abogados Bilbao - Venezia Football Lawyers 0-0
Avvocati PN - Venezia Football Lawyers 3-1 (celano, tirelli, tirelli)
Abogados Bilbao - F.C. Insolvenz 2-1

Ha inizio così nel primo pomeriggio sotto il tendone, il gemellaggio fra le quattro squadre partecipanti, che si celebra a suon di cori e brindisi, con il mastro spinatore indigeno che mantiene ritmi vertiginosi sfornando a tempo di record una pinta appresso all’altra di ottima “Zipfer”. Ad un certo punto la selezione naturale comincia a fare il suo corso e molti optano per il pranzo salvavita nell’adiacente ristorante, mentre i più agguerriti si trattengono a presidiare il chiosco. Il programma del giorno prevede per i ramarri la gita in pullman nella vicina Bratislava, così a pomeriggio inoltrato si impone una decisione cruciale: chi resterà a tenere alto l’onore delle truppe friulane, per evitare di snobbare lo spirito del Torneo (denominato “Coppa del terzo tempo”!) recando così una grave offesa agli amici viennesi? Per non fare torto a nessuno si procede ad un sorteggio (pilotato) e la dea bendata si dimostra benevola: Cornacchia, Gurnari e Iodice! I tre resteranno incatenati al chiosco, unitamente ad altri tre valorosi elementi dell’F.C. Insolvenz, protraendo ad oltranza il “pranzo liquido” iniziato alle 14:00. Verso le 18:00 l’oste spinatore dichiara chiuse le ostilità e ciascuno segue il proprio destino. Questo il bilancio sommario dell’intenso pomeriggio: Cornacchia, dopo un tempestivo massaggio cardiaco ed alcuni momenti di meditazione, recupera quasi appieno le proprie facoltà, mentre due dei tre viennesi vengono rinvenuti a tarda sera dal custode del centro sportivo, accasciati sul vialetto asfaltato d’entrata, privi di sensi… Dopo una giornata così ricca, la serata fila via tranquilla senza ulteriori sussulti…

3 commenti:

Stefan Langer ha detto...

Enrico, non ci tenere sulla corda ... mi raccomando, pubblica le foto di lunedí e martedí a Vienna ...

Grazie in anticipo.

enrico iodice ha detto...

Carissimo Stefan...
Per sistemare, ordinare, correggere e caricare tutte le foto, servono circa 7/8 ore (stimate per difetto) per ogni giornata viennese...
Non godo nel tenervi sulla corda, ma mi fa molto piacere che ci sia grande interesse...
Vedrò di darmi da fare!

P.S. (ho già sacrificato una conclusionale che era in scadenza agli inizi di maggio, proprio in concomitanza con questo mio gravoso e certamente molto più importante impegno...)

Stefan Langer ha detto...

Carissimo Enrico,

stimo molto tutto ciò che fai per il blog ... so che ci vuole un sacco ti tempo per caricare le foto e ti ringrazio che fai e continui a fare questo lavoro.

Detto questo spero che tu non sacrifici i tuoi impegni come avvocato per noi ...

Fra pochi giorni celebreremo la 100.000ima visita al tuo blog, una cosa straordineria, come diresti tu ...

A presto

Stefan