Non ricordo quale fosse l’ultima telefonata, se il giorno del mio compleanno (facile) o per preannunciarmi l’ennesimo torneo a cui avrei fatto molta fatica a partecipare. Ricordo soltanto che la voce di Toni non era più quella di sempre, quella che almeno ero abituato a sentire io.
Non ho mai voluto sapere quanti anni avesse: era il metodo che avevo adottato per rimuovere dalla testa l’idea che anche lui potesse invecchiare.
L’ultima telefonata mi ha lasciato gli occhi lucidi. Mi sono sempre vantato (con me stesso) che per lui potessi essere speciale: un onesto portiere che all’occorrenza si mette anche a fare il “5”. Probabilmente con gli avv.ti ho giocato più in difesa che in porta ma sono solo dettagli. In verità, era lui quello speciale.
La vita mi porta via, in pochi mesi, un altro papà: non quello “originale” ma quello che negli ultimi 25 anni non si è mai scordato di me, che ho sempre percepito esserci nonostante la distanza.
Si congedava sempre con un “salutami la tua bella famiglia” e senza vergogna tutti noi “calciatori” possiamo vantarci di essere stati figli suoi.
Mi sono tornati gli occhi lucidi. Ciao Toni.
Emanuele.
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