.

.

mercoledì 20 maggio 2015

IL PROTAGONISTA – “Brovedinho il Divino”, novello Zamora...

.
PORDENONE – Sembrava una serata qualunque, durante la quale si svolge una insignificante partita amatoriale di fine campionato. Gara senza storia con risultato tennistico e quindi, per l'occhio distratto e superficiale, nessun episodio degno di nota... E invece no! Il taccuino dell'esperto cronista trova posto per l'inchiostro posizionandosi al minuto 72' della partita... Sul punteggio di 6-1 per i ramarri l'arbitro decreta un calcio di rigore in favore dei padroni di casa. A difendere la porta neroverde il poliedrico “Brovedinho”, spinto tra i pali dalla necessità e da una serie rocambolesca di defezioni (inclusa la sua per l'impiego da centrocampista!). L'attaccante avversario opta per la soluzione più sgradita ai portieri: tiro centrale a mezza altezza (vedi il recente Ronaldo-Buffon in Real Madrid-Juve). Il numero uno naoniano non abbocca alla finta (...a differenza di Buffon!), resta in piedi fino all'ultimo secondo e devia oltre la traversa. Applausi. Ma non basta. Passano 120'' ed il direttore di gara concede un'altra chance dagli undici metri ai locali. Questa volta va sul dischetto il portiere! “Brovedinho”, impassibile di fronte alla scelta sfrontata degli avversari che gli pongono innanzi l'improvvisato (come rigorista...) “collega”, lo annichilisce dapprima con lo sguardo e, dopo aver intuito in anticipo la traiettoria del cuoio, costringe il malcapitato ad angolare il tiro ed a mettere a lato. Altri applausi...
Certamente non sono moltissimi i portieri che possono vantare nel loro curriculum personale due rigori neutralizzati nella medesima gara: che si aprano per il nostro “Brovedinho” le porte di una nuova e scintillante carriera? Chissà...
Nel frattempo vi proponiamo una scheda tecnica succinta del più grande portiere della storia del calcio, Ricardo Zamora detto “El Divino” (1901-1978), dalla quale emergono delle inquietanti analogie...
Ricardo Zamora y Martinez nacque a Barcellona il 21 gennaio 1901 e fin da ragazzo si avvicinò subito al gioco del calcio. Il suo primissimo ruolo fu la mezza punta. Nel corso di una partita fra adolescenti, si infortunò il portiere titolare e Zamora venne invitato a prenderne il posto. Se la cavò talmente bene che quel ruolo gli rimase appiccicato per sempre. Era alto, ma non imponente per il ruolo. L'armonia dei movimenti si traduceva nel tempismo dell'intervento e nella quasi soprannaturale capacità di "leggere" le intenzioni dell'avversario, che fu all'origine del suo soprannome. Si diceva che l'attaccante fosse costretto a tirare senza guardare lui, “El Divino”, che altrimenti l'avrebbe ipnotizzato col suo sguardo magnetico e leggendo nell'intenzione sarebbe partito all'unisono col tiro per bloccare il pallone. Nel corso della carriera, il mito ed il campione continuarono a viaggiare sullo stesso binario; Zamora era popolare, ad esempio, per i suoi spettacolari interventi proprio negli ultimi minuti delle partite.
Si distingueva per il suo stile unico e inimitabile: calmissimo fra i pali, seguiva il gioco con un innato senso della posizione, ogni tiro lo trovava sulla traiettoria giusta, tanto che gli avversari pativano l'impressione di aver mandato la palla proprio dove voleva lui, quasi fossero stati stregati. Eccezionale para-rigori, vero e proprio precursore del portiere moderno, usciva spesso dall'area per anticipare gli avversari con lunghi rilanci.
Nonostante il lungo tempo trascorso, Zamora resta un'icona per la storia del calcio. Sembra quasi di rivederlo ancora, chiuso nel suo caratteristico maglione norvegese, protetto da ginocchiere, cavigliere e parastinchi, guanti rossi e berrettone grigio... Fra i pali realizzò imprese sensazionali che diedero vita e a un detto ancora attuale: "Esistono soltanto due portieri: San Pietro in cielo, Ricardo Zamora in terra...". Venne considerato il più forte portiere del mondo e attorno alla sua figura di "eroe" nacque una leggenda che ne mantiene vivo ancora oggi una sorta di culto come inarrivabile campione.
Meditate gente, meditate...
.
.

1 commento:

brovedinho ha detto...

Spero di aver ripagato Toni della coraggiosissima "scelta".
L'accostamento è senza dubbio inappropriato… Zamora, infatti, contrariamente a me, non ha lasciato traccia alcuna del suo passato da trequartista!!!
Quanto al secondo accostamento (quello con le mutande sporche in foto) valuterò con il mio legale ogni opportuna iniziativa giurisdizionale a tutela della mia immagine e reputazione. Non so però se agire nei confronti del blogger o del proprietario dell'indumento intimo!