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venerdì 8 maggio 2015

TORNEO MONACO DI BAVIERA - Le pagelle di "Kamomilla" Koan (di Stefano Coan)

 
Brosolo: valore aggiunto in campo. Paga la relativa imposta l'ultima serata in discoteca, dove i corvini autoctoni dimostrano d'aver studiato scrupolosamente le consuetudini italiane in materia di custodia dei beni. Internazionalista.
 
Iodice: rischia subito la vita scambiando la pista ciclabile per il marciapiede. Da quel momento inizia la cura a base di lieviti e luppolo che gli consentirà di aumentare esponenzialmente la concentrazione sia in campo che fuori. Miracolato.
 
Luisa Vissat: dopo cinquantadue allegretti bavaresi, l'interpretazione di “Nel blu dipinto di blu” di Modugno ha donato nuova linfa all'Hofbrauhaus. Testimoni sostengono di aver visto le palle di patate rimbalzare a tempo sui piatti. Corifeo.
 
Capuzzo: subito dopo aver divorato un gol da esplosione delle coronarie, ripaga la piena fiducia accordata dalla panchina al suo pallonetto con una citazione rumielesca e il più classico dei gesti dell'ombrello. Viene premiato come capocannoniere con due baci dalle madrine dell'occasione. Telelelemusciunariofrr.
 
Ros: il Bostik che teneva insieme gli spatzle e la mistica patata sferica erano, singolarmente, idonei a produrre energia aerofagica per tutto il sud della Germania. Ha l'ardire di tentare la combo che scatena una guerra di trincea nel suo stomaco. Costretto a saltare l'ultimo giorno di sfide, festeggia comunque alla grande il primo titolo europeo con la squadra. Ardimentoso.
 
Costanza: il suo cognome non è casuale. Ogni mezz'ora, puntuale come il rintocco di un orologio, scatta la nuova pinta di birra. È lui il vero vincitore del terzo tempo. Rischia la tragedia in metropolitana quando ironizza sul successo politico avuto da un connazionale di Tropea. Nomen Omen.
 
Tomè: il più odiato da Morfeo, dorme quattro minuti in tre notti. Ciononostante, in campo corre come se non ci fosse un domani. Entra sul 3 a 1 per arginare le perdite di birra sulla fascia sinistra. Dopo la Red Bull di sabato sera, l'ora presunta di addormentamento è prevista per le 23 di mercoledì. Inestinguibile.
 
Cesaratto: il trionfo al torneo del terzo tempo non potrà mai cicatrizzare la ferita che si è procurato nella sanguinolenta disfatta a morra con Micol. Arato per tutta la partita dalla veneziana, ha accampato per il resto della vacanza improbabili scuse riguardanti la presunta partecipazione di un primate in sua vece. Busiér.
 
Ragogna: da subito non si trova d'accordo con la formula adottata per l'abbonamento ai mezzi pubblici. La riconciliazione con la squadra avviene con la rovesciata nel finale contro l'Insolvenz. Gli eredi di Carlo Parola temono dopo la convocazione straordinaria del C.d.a. Panini. Didascalico.
 
Da Ros: compensa la pur onesta resistenza in campo con una resistenza alla birra che difficilmente trova eguali. Memorabile il conto manuale crescente delle birre il venerdì sera. A quando una sfida con PF? Duellante.
 
Contento: di cognome e di fatto. Arriva anche per lui il primo successo europeo come componente della difesa meno battuta del torneo. I rientri tempestivi in hotel non hanno concesso allo scrivente grandi opportunità di snocciolare perle notturne. Probo.
 
Tauro: il suo proverbiale ottimismo accompagna tutta la parabola discensionale del pallone sul gol di Pinciagrilli. Risponde con una risata al Kaptano quando a quest’ultimo si chiude la vena in testa e rivendica la propria potestà decisoria in campo. Conciliatore.
 
Gullo: ossigeno puro quando smazzocca al punto giusto in mezzo al campo. Allieta i compagni di pulmino milanisti sfoderando una compilation degli inni della Juventus dal 1800 in poi. Non sappiamo cosa potrà succedere dopo il successo all’andata con il Real. Siete già passati. Incorreggibile.
 
Fasan: registra alcuni problemi con il volano alla partenza ma rimedia prontamente. Arrivato a Monaco cambia sport e mette la quinta. Il gol salva-torneo nel finale con Amburgo e l'eurogol al volo con Insolvenz coronano un torneo giocato alla grande. Provvidenziale.
 
Durat: continua ad essere restio nei confronti delle borse da calcio ma non abbandona mai le magiche scarpette legate insieme con i lacci. In discoteca fine interprete di una commedia goldoniana quando ricorda le difficoltà fognarie veneziane ai residenti. Numero uno.
 
Martini: a dispetto delle abitudini sbaglia un paio di stop di petto. Gli capitano per le mani un paio di palle bollenti che non trasforma in fainate. Con il Pincia mette comunque a disagio tutte le difese avversarie e tiene un sacco di palloni. Prezioso.
 
Zaffino: la schiena non gli dà tregua. Ma il suo vero problema è il compagno di stanza che, effettuati i rifornimenti, inizia la contraerea in camera costringendolo a lambire i confini della stessa. Si prende la giusta rivincita l’ultimo giorno, dopo una fase preparatoria di quattro giorni, scaricando una bomba batteriologica marina. Brown submarine.
 
Bellotto: Toni fino all’ultimo ha provato a schierarlo in campo. Si riscopre mental coach della squadra diffondendo consapevolezza nell’ambiente. Dopo aver visto PF in forma, ha rivisto la sua idea di offrire la cena dello studio a fine anno. Jucas Casella.
 
Pergola: alla prima partita subito un ringraziamento sentito all’Altissimo. Di lì fa un voto impegnandosi a non rientrare in hotel prima delle 4 del mattino. Espia l’ultimo peccato in occasione della “gullazione” nel viaggio di ritorno quando è costretto a sciropparsi le esultanze juventine. Canonico.
 
Gurnari: il viaggio d’andata del duo diabolico ha visto più curve del Piper. Nonostante ciò, continua l’andamento ondulatorio con il pallone facendo ammattire i centrocampisti avversari. Che giocatore.
 
Pollini: la gioia per la vittoria annunciata a Natale è inversamente proporzionale alla grandezza della coppa ricevuta. Alle premiazioni va in trance e manca uno scalino trovandosi parallelo al terreno. Viene prontamente issato dai compagni che lo riconducono sul binario dei festeggiamenti. Profeta.
 
Montico: sostiene alla grande i ramarri con i quali condivide in toto le gioie della vittoria. Attimi di panico per lui quando Durat varca la soglia della discoteca con animo pugnace e lui è l’unico deputato a sanarne i contrasti. Salvatore.
 
Coan: ritorno alle origini fra i pali. Scatena l’ilarità della panchina quando mistifica il punteggio contro la formazione viennese dopo i tre gol neroverdi. Viene deriso dai compagni per aver perso all’ultimo minuto l’imbattibilità subendo un gol preterintenzionale di pancreas. Beffato.
 
Spedizione Neroverde: dopo un primo giorno bruttino a causa dei bagordi della serata precedente, entra in campo il giorno seguente con nuovo smalto e insegna il calcio. L’intesa viene creata soprattutto fuori dal campo dove tutti e trentaquattro gli effettivi formano un'unica anima. Aveva gli occhi neroverdi dell’amore. VOTO: 10.
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2 commenti:

Pf ha detto...

Grandissimo! L 'anno prossimo ti regalo il canzoniere dei gazosa

Stefan Langer ha detto...

Grandissimo! Bravo Stefano.