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giovedì 7 maggio 2009

"1° TORNEO INTERNAZIONALE FORENSE DI FOOD-BALL": finalissima

. «IL KOALA ED IL BISONTE» (di "Er Cornacchia") .
VACILE (PN) - Dopo l’elefante e la farfalla, il gigante e la bambina, la gabbianella e il gatto, sono il bisonte ed il koala a formare la strana coppia nella finale per il primo e secondo posto di Vacile. A conti fatti saranno proprio Andrea De Col detto il Koala e John Celano detto Tatanka i grandi protagonisti di una finale che sarà ricordata a lungo per il clamoroso episodio finale che ha destato non poche polemiche: il fusto della birra sostituito con oltre 10 minuti di ritardo. Ma procediamo con ordine e ripartiamo dall’inizio, ovvero dal fischio che apre la contesa fra le due formazioni dimostratesi in effetti le più organizzate dell’intera manifestazione: il Potenza, dimostratosi tale non solo nel nome, ed il Pordenone della premiata ditta Pollini & Mazzarella. Partono bene proprio i naoniani, grazie soprattutto ai polmoni di un generosissimo Mazzoli, alle geometrie di un puntualissimo Stella e alla sapiente regia di Carletto Galasso. Nelle fila potentine, invece, si mettono in evidenza il libero n.6 (anche per le costanti e veementi proteste ad ogni intervento della terna arbitrale) ed il capitano Vito Mecca, vero e proprio faro del centrocampo rossoblù. La partita si caratterizza fin da subito per il grande tatticismo, molto combattuta nella zona mediana del campo, senza particolari sussulti per le rispettive difese, con i portieri praticamente inoperosi per tutti i 70 minuti di gioco. A rompere l’equilibrio, come spesso avviene in queste circostanze, è un episodio isolato occorso a 2 minuti dal termine, quando da un sospetto fuorigioco potentino nasce l’azione che consente proprio a Mecca di incunearsi nella difesa pordenonese e di trafiggere De Col in uscita. Il gol, festeggiatissimo dalla panchina ospite, sembra essere il clamoroso epilogo della finale… Ed invece, nei minuti di recupero, il veemente forcing dei neroverdi (per l’occasione in tenuta celeste) produce diverse mischie in area, con Tirelli e Ribetti a far valere la loro prestanza fisica. E proprio in occasione di una di queste mischie, “Ribo” viene stretto a sandwich dai centrali avversari, cade in terra e induce così l’ottimo Pennini a decretare la massima punizione nei minuti di recupero. Le accese proteste potentine non scalfiscono il direttore di gara, mentre dalla panchina naoniana, nella caciara generale di pubblico e giocatori, si leva una voce, ferma e perentoria: TATANKA. L’ordine di scuderia giunge direttamente dal team manager Pollini, mentre sulla panca pordenonese va in scena una squallida bisca semi-clandestina con giro di scommesse sulla zampata risolutiva del bisonte, entrato ad una manciata di minuti dal termine e dato 125 a 1 sul tabellino dei marcatori. E’ dunque Celano l’uomo scelto dai box per rimettere sul giusto binario una finale che sembrava già persa. Lui, sguardo fisso sul chiosco dei panini posto proprio dietro la porta avversaria, palla in mano e pallone sul dischetto (per questa è lecito ridere con una decina di secondi di ritardo) trattiene il respiro e asciuga con un gesto del polso il rivolo di sudore che sgorga dalla tempia e gli fende la guanciotta da bravo impiegato dell’Agenzia delle Entrate. Sulla linea di porta un uomo solo, pronto ad impedirgli la realizzazione. Oltre la porta una panca, con il padre che lo fissa e un cenno del capo lo benedice. Oltre il padre, l’imponente figura di Sarcinelli, con l’ennesima birra nella mano destra e la mano sinistra a stringere la gioielleria di famiglia. Oltre Sarcinelli i panini al salame e formaggio. Un fischio soltanto, che squarcia il silenzio irreale sceso nel frattempo sul catino vacilese e che fa eco come nel mitico film “Figa per la vittoria” (o era fuga???, vabbè, si è capito…). Un passo, poi due, poi tre… l’irrompere del Tatanka fa quasi tremare il terreno, è una progressione inarrestabile, poi l’impatto con la sfera e il solo fruscio della rete scossa da un fendente angolato e a mezza altezza! E’ l’1 a 1, con cui si concludono i tempi regolamentari e che accende i riflettori sull’epilogo più emozionante ed imprevedibile: i calci di rigore. Per i pordenonesi gli errori vengono commessi da Galasso, Casucci e Iodice, mentre i potentini sbagliano per ben due volte il match point, infrangendo i loro sogni di gloria contro il montante o direttamente contro le zampone di un koala freddo e concentrato, che urlando “chicccazzoèottokonrad” vola sull’ultimo pallone e mette la propria firma sul primo titolo dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Avvocati Pordenone 1979 nel trentennale della sua fondazione.
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4 commenti:

ugègno ha detto...

una chicca
una perla
un distillato di poesia ed ironia
un sunto mirabile di momenti di vita vissuta

tutto ciò la non - fredda cronaca di Matteo, con quel mitico passaggio "palla in mano e pallone sul dischetto" che ancora mi fa ridere e commuovere insieme

bravò, bravò, mattè!!!

koala ha detto...

Tutto bene quel che finisce bene...vittoria meritata ai rigori (vedi Manchester - Chelsea di un anno fa con JT Captain Leader Legend a sbagliare il 5° rigore).
Non ho ricevuto la coppa (nemmeno quella da mangiare) per il miglior portiere...un neo sulla perfetta organizzazione del torneo...
Ringrazio pubblicamente Maurizio Mazzarella (altro leader&legend) per la "carica"...se c'è lui in panca sono capace di tutto...

enrico iodice ha detto...

...io, da sempre, sono innamorato dell'umorismo di quest'uomo...

ugègno ha detto...

Mr. Blog, non ho capito se sei da sempre innamorato dell'umorismo der Cornacchia o di quello der Koala...