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domenica 31 marzo 2013

LE FAVOLE DEL CALCIO - La rivincita del professionista mancato...


PORDENONE - Il campo di calcio sa regalare infiniti aneddoti capaci di rimanere custoditi come preziosi tesori nello scrigno della memoria; così, sottraendosi alle ingiurie del tempo, divengono degli indelebili ricordi che, ravvivati con i colori accesi della fantasia, talvolta sanno trasformarsi in meravigliose favole. Vogliamo raccontarvene una e ve la riporteremo proprio nello stesso modo in cui il nonno orgoglioso la narra ai suoi (ignari) nipotini.
Saliamo dunque a bordo della macchina del tempo e questa volta, anziché viaggiare all'indietro, scegliamo la direzione opposta e ci spingiamo nel futuro. Siamo nell'anno 2040, le auto non corrono più sulle strade ma sfrecciano veloci sopra le teste della gente, le persone si incontrano in ogni luogo con il trasporto della materia, le gite organizzate su Marte e sulla luna sono all'ordine del giorno, Pollini - che a 86 anni suonati continua a fingere di fare l'avvocato dedicandosi in realtà per intero alla sua unica vera passione - ha arruolato nella squadra di calcio dei togati la prima donna della storia, la dottoressa Emma Brosolo.
Insomma, tante cose sono cambiate, ma altre sono rimaste immutate, quelle più semplici e genuine, come per esempio la tradizione, radicata nel gene umano sin dalla notte dei tempi, di addormentare i bimbi raccontando una favola. Eccoci allora in una casa comune, dove vive una famiglia comune con delle abitudini (quasi) comuni: dopo aver consumato per cena il solito panino al formaggio ed una banana, cominciano le operazioni per la notte che coinvolgono, ciascuno nei propri ruoli, grandi e piccini. Nonno Giovanni siede accanto ai lettini dei suoi due adorati nipotini, Diocleziano e Marco Aurelio, che, indossata la tuta mimetica regalata dal bisnonno, sono pronti a coricarsi. La cameretta che li ospita è tappezzata, non per libera scelta, da una miriade di foto che ritraggono il nonno, ostinato calciatore nei tempi che furono ed attuale punta di diamante della rappresentativa pensionati del pubblico impiego, in piena azione di gioco. Rimane pochissimo spazio per alcune foto di treni sparse qua e là, segno tangibile della stravagante passione degli anni floridi. Su una delle pareti campeggia una enorme griglia costellata di crocette, a richiamare le tacche incise sulle fusoliere degli aerei da combattimento, ognuna delle quali testimonia il sublime momento della realizzazione, un frangente dal valore assoluto che per questo si astrae da qualsivoglia contesto: partita ufficiale, amichevole, allenamento, bigliardino, video game, il gol è sempre gol! Punto. La sua ragione di vita, a prescindere da tutto e da tutti (Madre Natura inclusa).
Quella tempesta di immagini incanala l'innata fantasia dei bimbi su di un binario forzato e così gli indifesi pargoli, suggestionati da una sorta di effetto subliminale permanente, si rivolgono al nonno con una richiesta obbligata: «Nonno Giovanni, ci racconti ancora la storia di quando sei entrato in campo al posto del calciatore di serie "A"?». Alla richiesta, si accende d'improvviso una luce negli occhi dell'anziano: «Va bene piccoli...», risponde il nonno accondiscendente senza farsi troppo pregare, vista anche l'ora tarda. Dopo aver rimboccato le coperte ai frugoli, ha inizio il racconto, accompagnato nelle prime battute dall'incalzante fiatone del sempiterno atleta. «Era una giornata come tante quel sabato di marzo del 2013, o almeno così sembrava. La mia squadra si stava giocando una partita decisiva in un prestigioso torneo nazionale. Il risultato era inchiodato sullo 0-0, i nostri avevano tentato in ogni modo di sfondare, ma la scarsa vena unita ai limiti tecnici dei nostri attaccanti ci impedivano di trovare la via della rete. L'allenatore, uno che aveva masticato calcio tutta la vita (oggi azionista di maggioranza della Shell), al quale ho avuto modo di dispensare nel tempo una vagonata di preziosi consigli, aveva ormai a disposizione un unico cambio per tentare di dare la svolta decisiva alla gara. In panchina c'erano solo due uomini: un giovane e talentuoso brasiliano, trequartista dotato di tecnica sopraffina e calciatore di professione, che militava a quell'epoca tra le fila dell'Udinese nel campionato di serie "A", ed io, meno giovane.
Mister Grigoletti sapeva di giocarsi la panchina, consapevole di avere il solito fucile del Presidente puntato addosso e pronto a far fuoco al primo errore. A quel punto non gli restava che affidarsi alla sua navigata esperienza per scegliere l'uomo cui consegnare le chiavi del proprio destino. Volse le spalle al campo ed incrociò lo sguardo di entrambi: il giovane brasiliano era già in piedi, con l’aria da spettatore, fingendo indifferenza quasi fosse capitato lì per caso, io attendevo seduto in panchina, sereno e già concentrato, con la consapevolezza dei forti. Dopo qualche secondo di silenzio, il Mister ruppe gli indugi, tolse le mani dai fianchi, si lisciò un paio di volte i baffi quasi per farsi scivolare via gli ultimi dubbi e, indirizzando il dito indice verso di me, proferì la storica frase: "Giovanni... scaldati!".
Il giovane talento brasiliano non mi conosceva (anch'io sapevo ballare la samba, appresa in Brasile quando conobbi la nonna!) e quindi lì per lì rimase spiazzato dalla scelta. Il ragazzo però seppe rifarsi nel tempo con gli interessi, trascinando cinque anni più tardi la nazionale carioca al successo nella finale dei Mondiali del 2018 in Russia e conquistando in seguito il Pallone d'Oro. Ricordo che per confortarlo gli regalai a fine partita la mia gloriosa maglia n. 13 (maglia che, ancora oggi, Pollini sta disperatamente cercando!)».
«Bravo nonno! E poi come è andata la partita? Quanto avete vinto?». «Adesso è tardi bimbi cari, è ora di fare la nanna...». «Ma quanti gol hai segnato nonno? Dai, dai!». «Ho detto che adesso si dorme... porca troia!!!».
E così, dolcemente accompagnati nel sonno dall’eroe che fu, cullati dal tepore di un glorioso ricordo, i fanciulli si addormentano...
Una storia vera dunque, che diviene favola autentica e che, come tutte le favole, si chiude con il lieto finale. La sorte ha restituito così almeno in parte ciò che tempo addietro aveva negato a colui che aveva cullato il sogno della carriera professionistica durante il soggiorno in Sud Africa; un sogno sfumato ad un passo dal traguardo per quel deplorevole malcostume locale diffuso di sparare ai giocatori in campo durante le gare. Una piccola rivincita per il calciatore, un grande riscatto per l'uomo, una bella storia da raccontare ai nipoti e non solo...

BUONA PASQUA A TUTTI!!!
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9 commenti:

A.B.x3 ha detto...

Una perla ... Buona Pasqua a tutti!

Anonimo ha detto...

Un augurio di Buona Pasqua migliore di questo non potrei immaginarlo....

Auguri a tutti, belli e brutti!

Ugè

Il Gobbo ha detto...

Complimenti....atoria meravigliosa....fin un peccato non avere nipotini a cui raccontarla!!!.....buona Pasqua a tutta la squadra (interisiti compresi) e a tutte le "sopporter"!

Anonimo ha detto...

Ecchcazz'è 'sta follia del triangolare martedì 9 pomeriggio e poi la partita con Bassano il giorno dopo?...

Non può esser un pesce d'aprile perché è stata pubblicata il 31 marzo....

Ugè

Michele ha detto...

Martedì alle 15.30??

enrico iodice ha detto...

Il 9 aprile di 30 anni fa, durante una gara del torneo forense, moriva in campo per un infarto l'avv. Stocco di Venezia. L'avv. Stocco per i veneziani rappresentava quello che Pollini è da sempre per noi. Gli amici di Venezia hanno organizzato un triangolare commemorativo con cena a seguire. All'inizio era prevista una gara a ranghi misti, per cui sarebbe stato sufficiente presenziare in quattro o cinque di noi. Poi c'è stato il cambio di programma. Ora Pollini valuterà se saremo o meno in grado di garantire la presenza di una squadra, soprattutto in considerazione della gara contro Bassano che si disputa l'indomani...

enrico iodice ha detto...

P.S. x Gegè (il calendario con l'indicazione del triangolare è stato pubblicato venerdí 29, quindi è assolutamente fuor di dubbio che non si tratti di un pesce d'aprile!)

Michele ha detto...

Grazie Enri ! io presentissimo per il 6 e per il 9 ma non per il 10 !!

buona pasqua a tutti !!

DM

Anonimo ha detto...

Pur essendo un giocatore onorario della mitica squadra di Venezia ignoravo tutto e cioè della disgraziata morte dell'avv. Stocco, dell'esistenza del triangolare e soprattutto del fatto che i Ramarri fossero invitati, considerato che ci siamo visti mercoledì per allenamento e pranzo.

Spero proprio che riusciremo ad onorare tutti gli impegni..........

Che la pubblicazione fosse dal 29 o dal 31 nulla cambiava ai fini del pesce d'aprile (io l'ho letta il 31), era solo per evidenziare il mio stupore per la notizia che sembrava proprio uno scherzo....

Ugè