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martedì 12 aprile 2011

IL CASO UMANO - Una lettera per gli amici... (di Matteo Cornacchia)

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Carissimi,
Enrico mi ha fatto sapere dei numerosi messaggi che mi sono stati rivolti sul blog. Ringrazio tutti di cuore. Vi scrivo dal monastero di San Bartolomeo Isolato in Aspromonte, dove mi sono ritirato da domenica mattina per un opportuno periodo di riflessione, preghiera e penitenza suggeritomi da un segno (una specie di incisione simile a una “T” e una “P” che ho trovato sulla portiera dalla mia auto sabato notte, nel parcheggio della piscina). In questo momento riesco a scrivervi in uno dei rari momenti di riposo: i frati mi hanno riservato la stessa cella che fu di Marco Stella due anni fa, dopo la semifinale con Padova. Sul muro ho trovato ancora qualche sua incisione. La celletta è davvero molto bella: semplice, forse un po’ sobria, ma accogliente. Il letto è praticamente un bancale di legno: sembra un po’ spartano, ma le proprietà del duro legno per la corretta postura della spina dorsale sono note. Sono sicuro che quando arriverà il materasso (stanno finendo di impagliarlo, mancheranno ancora due o tre settimane) sarà comodissimo. I frati poi mi hanno fatto trovare sul comodino alcune foto per rallegrare l’arredo: una è quella di Sant’Antonio (qui lo chiamano fraternamente “Toni”), una è quella di San Fernando Muslera, protettore dei portieri, la terza è di San Germano, protettore della mano, raffigurato con l’aureola di rigore ben marcata. Qui ovviamente Internet non arriva, per cui spero che il piccione che mi ha fatto avere il messaggio di Enrico ritorni presto a casa con questa mia lettera. La vita qui scorre lenta, in un clima di grande raccoglimento spirituale. Il cilicio, credetemi, non è poi così fastidioso: dopo le prime 7-8 ore mi ci ero già abituato e ora me ne accorgo solo quando starnutisco (il problema è che sono allergico al polline e la stagione non è delle migliori da questo punto di vista…). Un po’ più pesanti sono gli interminabili momenti di preghiera, specie i rosari. Qui se ne dicono 7 al giorno, uno ogni 3 ore: i fraticelli sgranano la loro corona all’inginocchiatoio, io invece devo stare inginocchiato direttamente al suolo, sui ceci secchi (così si usa fare con i novizi, su disposizione della regola monastica della congregazione, i “Fratelli della bandierina”). La posizione, lo ammetto, alla lunga è un po’ scomoda anche perché la recita del rosario è condotta da Fra Remigio, affetto da un evidente problema di balbuzie che allunga oltremodo le 50 avemaria. Ma a parte questi dettagli insignificanti, non mi sto trovando male e passato il primo giorno le ginocchia hanno preso la forma dei ceci per cui ad ogni nuovo rosario basta trovare la posizione per l’incastro giusto. Anche i pasti, che all’inizio mi sembravano un po’ parchi, in realtà sono più che sufficienti perché con tutta questa preghiera si consumano pochissime energie. All’inizio ho fatto un po’ di fatica con il pane secco, poi ho affinato una tecnica tutta mia che consiste nel tenere il boccone in bocca per diversi minuti, fino a quando con tutta la saliva di cui dispongo riesco a ottenerne un “bolo” che va giù che è una meraviglia. L’acqua, invece, è freschissima e davvero buona. Forse stasera me ne danno due bicchieri invece dell’unico che mi spetterebbe!!! Sono davvero gentili con me, e mi vogliono tutti un gran bene. Il resto della giornata lo trascorriamo a fare dei lavoretti per il monastero: qualcosa di falegnameria, restauro di mobili, il governo di un piccolo orticello proprio dietro il chiostro del convento. A me è spettato un lavoro piuttosto semplice: devo spaccare degli enormi blocchi di granito per farne dei mattoni, con i quali stiamo costruendo una nuova cappella (mi hanno detto: “La cappella è tutta tua!!!” Che forti…). Il lavoro in effetti può sembrare monotono e faticoso, non fosse altro perché il piccone che ho avuto in dotazione ha il manico rotto, lungo solo 30 centimetri, per cui avverto di più il colpo quando impatto sulla roccia e mi capita più facilmente di essere colpito sulla faccia da schegge o pezzi di granito sui denti. Ma continuo a pensare di essere fortunato, perché gli altri fraticelli lavorano tutti al chiuso mentre io posso stare all’aria aperta, al fresco dei 38 gradi dell’Aspromonte, in un incantevole paesaggio di rocce, spuntoni, rovi, sterpi e tante ortiche di speci diverse (all’inizio pensavo fossero tutte uguali, poi ho visto che mi provocavano bolle diverse sui piedi). Io lo considero un privilegio e, onestamente, non so quanti altri novizi abbiano potuto ricevere simili concessioni. Ora vi devo lasciare, perché i 6 minuti del riposo pomeridiano sono ormai terminati e devo affrettarmi a scendere in cripta per la recita del quarto rosario di oggi. Ah, dimenticavo. Sempre in base all’usanza della confraternita mi è stato assegnato il mio nuovo nome monacale: Fra Carlo. Mi è stato riferito che ogni battesimo ha il suo significato e presto anch’io capirò il mio. Non vedo l’ora…
Ciao amici, vi voglio bene e spero di rivedervi presto!
Matteo
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13 commenti:

koala ha detto...

Fratello Carlo,posso venire anch'io?
O vuoi venire tu con me a fare un pezzo del Cammino di Santiago?

Frà Marcus ha detto...

Siamo tutti con te Matteo!!!
E te lo dice chi ha vissuta la tua stessa esperienza nel medesimo convento e nella stessa cella che sono dedicati a chi, come noi, peccano nel gioco del calcio!!!!

Un abbraccio

Frà Marcus

Anonimo ha detto...

Io, che ho vissuto più di chiunque altro la situazione, Caro Cornix, non potevo farti mancare il mio abbraccio d'incoraggiamento!
Frà Leo

Fra Cico ha detto...

Ahò, nun è che stamo sempre a lavorà... in convento c'avemo pure der vino bono... hic!

Anonimo ha detto...

... e poi preghiamo tutti insieme per i nostri peccatori attaccanti che sprecano tante occasioni gol ...

Possiamo fare una gita in un monastero fiammingo? I frati fanno ottime birre lì.

Frà Stefan

Fra Terno ha detto...

Ti sono vicino...
Alfonso Cornacchia

Fra Casso ha detto...

BIM BUM BAM STUMP BOT TOC TIC TAC DUM STOCK SPLASH PATAPIM E PATAPAM. Fraternamente...

FRAC'CARLO ha detto...

Caro Fratello! La vita è 'na brioche!!!

Anonimo ha detto...

La notte scorsa a Cordenons ignoti hanno imbrattato dei muri con la seguente scritta: PENNUTO...VENDUTO!!

Già avviate le indagini...

Carlo Galax

Fra Stornato ha detto...

Ma chi? Dove? Perchè? Come? Ma quando? Ma pennuto chi? Cordenons? Dov'è Cordenons? Ma qual è il problema in fondo?

Fra' Ncamente ha detto...

Cari Fra' Telli,
Fra'CCarlo direi che è allergico, ormai, ai Pollini piuttosto che al polline.

Non ho capito poi se sia inginocchiato sui ceci oppure sul miglio.

Stia comunque tranquillo, che sotto gli strali dell'Abate Antonio siamo capitati tutti, prima o poi, e quindi era ovvio che sarebbe toccato anche a lui beneficiare delle attenzioni

Fra'Inteso ha detto...

Non ti preoccupare, carissimo volatile. Il tuo ruolo paga lo scotto dell'unicità. Solo tu puoi prendere gol!!! Facili o difficli, gol restano! In questi momenti spesso non ci si ricorda delle tue grandi parate che hannno salvato da altri gol. Però è anche vero che finchè non entrano gol non sono (Fra'Boskovic). Ma che difficile far capire il proprio ruolo.

enrico iodice ha detto...

C'è un fra-inteso: il volatile non ha preso gol!!!
E' uscito dalla gara illibato e può dire: "Finchè c'ero io in campo, vincevamo!".
Se lo fa però, finisce allo spiedo...
fraternamente